Cristiani conducono la protesta

Joshua20WongA Hong Kong migliaia di persone dimostrano per la libertà di voto. Il teologo Tobias Brandner spiega perché tra di loro ci sono anche molti cristiani e cristiane.(Sabine Schüpbach, Christa Amstutz) Le foto del gracile adolescente in maglietta e occhiali di corno hanno fatto il giro del mondo. Si chiama Joshua Wong (nella foto) il diciassettenne alla guida della protesta studentesca a Hong Kong. Quello che pochi sanno è che quest’adolescente che vuole intimorire la Cina proviene da una famiglia cristiana ed è membro di una chiesa fondata da quella che un tempo era la Basler Mission e oggi si chiama Mission 21. Secondo la voce a lui dedicata su Wikipedia, sin da piccolo Joshua fu incoraggiato dai genitori a impegnarsi per i meno fortunati. Oggi lo studente di scienze politiche lotta in primissima linea per la libertà di voto e per questo motivo è stato recentemente in carcere.

No al sistema antidemocratico
Con accampamenti di protesta, barricate e blocco di strade ad alta densità di traffico, Wong e i suoi combattenti hanno chiesto il cambiamento della riforma elettorale decretata dal governo comunista di Pechino per la regione amministrativa speciale di Hong Kong. Secondo le autorità cinesi, nel 2017 i cittadini di Hong Kong saranno chiamati per la prima volta a votare per l’elezione diretta del capo dell’amministrazione, ma dovrà essere il governo a scegliere i candidati. In questo modo i critici del regime non avranno praticamente alcuna possibilità. Intanto si delinea un fallimento della protesta. È vero che delegati del governo di Hong Kong hanno incontrato rappresentanti dei dimostranti per un primo colloquio, ma è servito soltanto a confermare le loro posizioni filocinesi.

Uno svizzero a Hong Kong
Contro l’influenza di Pechino a fianco di Joshua Wong si sono attivati molti altri cristiani, che costituiscono il 15% della popolazione di Hong Kong e si incontrano in chiese che, a differenza di quelle del continente, sono assolutamente libere. Ugualmente il movimento per la democrazia “Occupy Central”, insieme con il quale protestano adesso gli studenti, è stato fondato da cristiani. Le sue guide principali sono due professori cristiani e il settantenne pastore battista Chu Yiu-ming, che accompagna regolarmente le dimostrazioni (vedi articolo).
Anche il pastore svizzero Tobias Brandner, che su incarico dell’organizzazione di aiuto Mission  21 da diciotto anni vive a Hong Kong ed è attivo come cappellano carcerario e docente universitario, vi ha preso parte. È impressionato da come i dimostranti siano “pacifici e rispettosi”, a prescindere dalle solite teste calde. Sebbene negli scontri con la polizia alcuni studenti siano rimasti feriti, Brandner ritiene che anche l’intervento delle forze dell’ordine sia meno violento. Il teologo spiega l’elevata presenza cristiana tra i dimostranti con il forte interesse dei cristiani per l’organizzazione della società. “Oltre a ciò sono per principio critici nei confronti delle forme di governo totalitarie”, afferma.

Nessuna contrapposizione religiosa
Brandner tuttavia non crede che le dimostrazioni di Hong Kong abbiano come matrice di fondo l’antica tensione tra cristianesimo e Cina comunista, come ha scritto invece il “Wall Street Journal”. Spiega al riguardo che il movimento per la democrazia non gode di un sostegno incondizionato da parte degli ambienti cristiani e che non tutti i cristiani – sebbene molte chiese abbiano ospitato i manifestanti in fuga durante le cariche della polizia con i gas lacrimogeni – sono a favore della democrazia.
Brandner insegna presso la facoltà di teologia di Hong Kong e sa quanto gli studenti e le studentesse siano scossi e elettrizzati dagli eventi. “Attraverso la partecipazione al movimento per la democrazia”, dice, “molti di loro fanno l’esperienza della solidarietà e della responsabilizzazione in modo del tutto nuovo”.
Il teologo svizzero non crede che la protesta otterrà un rapido successo. Molte persone si sono però politicizzate e questo potrebbe portare, a lungo termine, a dei cambiamenti. “Questo movimento”, conclude Brandner, “non può più essere soffocato”. (da reformiert; trad. it. G. M. Schmitt; adat. P. Tognina)

Tratto da: http://www.voceevangelica.ch/

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