Nata sull’ispirazione di un’analoga iniziativa che impegna le madri dei desaparecidos centroamericani, la Carovana per i diritti dei migranti partirà sabato prossimo da Lampedusa e attraverserà i luoghi simbolo dello sfruttamento. Tra le tappe, Rosarno e Pozzallo ma anche Roma e Asti.
TORINO – Ogni anno, da dieci anni a questa parte, un gruppo di donne attraversa il centro America, riunendosi poi in Messico per dirigersi verso il confine statunitense. Sono le madri di centinaia di uomini scomparsi nel più grande corridoio migratorio del mondo, in fuga dalla violenza dei narcos e dalla forza deviata di pezzi di apparati statali. Proprio come il deserto messicano di Chihuaua, anche il Mediterraneo ormai ha preso a inghiottire vite umane: soltanto tra i cittadini tunisini, ci sono almeno 500 persone che negli ultimi anni sono sparite nel nulla dopo aver attraversato il mare verso le coste siciliane. È certo che molti di loro erano già arrivati in Italia prima di svanire: i loro genitori li hanno riconosciuti nelle immagini dei notiziari italiani, e a volte i loro nomi sono perfino comparsi nei rapporti della croce rossa.
Così quest’anno, per la prima volta, anche l’Italia sarà attraversata da una Carovana per i diritti dei migranti che sabato prossimo partirà da Lampedusa in direzione Torino, attraverso Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Lazio Toscana e Lombardia. Promossa da un coordinamento di 15 organizzazioni, tra le quali Amnesty International, Servizio civile internazionale e fondazione Benvenuti in Italia, la carovana farà tappa in alcuni dei luoghi divenuti simbolo dello sfruttamento dei migranti e della lotta per i loro diritti.
“Il 26 novembre – spiega Gianfranco Crua, promotore dell’iniziativa – saremo a Rosarno, in Calabria, un luogo divenuto emblematico della lotta contro il nuovo caporalato. Il giorno prima invece saremo sulla spiaggia di Pozzallo, che percorreremo per un chilometro cercando di recuperare oggetti dei migranti morti nella strage dello scorso luglio. E l’ultimo giorno saremo a Canelli, in provincia di Asti, dove si produce uno dei più rinomati champagne del mondo. E dove, appena due mesi fa, è stata scoperta una tendopoli di braccianti bulgari che lavoravano, di fatto, in stato di schiavitù”. Ma la Carovana si fermerà anche nella Terra dei fuochi, per un incontro simbolico tra le madri degli uomini scomparsi e di quelli uccisi dalle esalazioni dei rifiuti tossici. “E domenica 30 novembre saremo a Roma – continua Crua – in piazza San Pietro, dove speriamo che Papa Francesco rivolga a noi una parola”.
Tra gli ospiti internazionali che prenderanno parte all’iniziativa, padre Alejandro Solalinde, fondatore di Hermanos en camino, divenuto famoso nel mondo per la difesa dei diritti degli immigrati. E ancora Marta Sanchez Soler, coordinatrice del Movimiento migrante mesoamericano e Mounira Chagraoui, portavoce delle famiglie tunisine che da quasi quattro anni stanno cercando i loro parenti scomparsi. Il 5 dicembre il gruppo arriverà a Torino, per un convegno conclusi che si terrà nell’Arsenale della pace, sede del Sermig e per una festa che andrà avanti per tutta la notte tra il 6 e il 7 in piazza Castello.
Chi volesse sostenere la Carovana, può farlo attraverso la campagna di crowdfunding attiva sulla piattaforma Produzioni dal basso. Per informazioni: www.carovanemigranti.org (ams)
19 novembre 2014
Fonte: http://www.redattoresociale.it/
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