Dal terrore di Nizza al golpe in Turchia

golpe-1“Ma cosa sta succedendo?”, è la domanda che – immagino – il mondo si starà facendo dopo il tentato golpe in Turchia di qualche giorno fa contro il governo di Erdogan, dopo la strage di Nizza ad opera del camionista psicopatico che ha falciato 84 persone come birilli e dopo il tragico incidente ferroviario in Puglia.

Benché tuttora non ci sia stata una chiara rivendicazione da parte dell’Isis, giova ricordare che anche in Israele i palestinesi hanno usato, in passato, la stessa tattica di falciare passanti ebrei con auto o furgoni, sicché dovrebbe essere chiaro a molti che il terrorismo musulmano continua a utilizzare questa forma di strategia/ panico come strumento di propaganda perché la radice della parola “Islam” vuol dire “sottomissione”. Tuttavia, il fatto che sia ancora la Francia a pagare un alto prezzo non dovrebbe stupire, poiché la strage di oltre un anno fa alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo non fu altri che la risposta a quanti avevano osato deridere Allah e il suo profeta Maometto. Prima, comunque, della notizia della strage in Francia, l’Italia intera ha dovuto assistere, impotente, alla tragedia dei due treni in Puglia scontratisi sullo stesso binario della tratta Andria-Corato: semplice incidente dovuto al caso? Certamente, la componente umana dell’errore è apparsa chiara fin da subito, ma in un’epoca di tecnologia talmente avanzata come l’attuale, laddove una sonda Usa si appresta a raggiungere il pianeta Giove e un robot invia, da oltre un anno,  immagini dal suolo di Marte, il sistema di interfono manuale fra le stazioni di Corato e Andria appare inconcepibile! Eppure, mentre la nostra nazione si univa in grande solidarietà per piangere le vittime del disastro ferroviario, dopo poche arrivava la notizia dell’attentato in Francia.

Nemmeno 48 ore dopo la strage sulla Promenade, ecco giungere le prime news del tentato colpo di stato in Turchia, con un presidente (Erdogan) che riprende il potere dopo qualche giorno e fa incarcerare immediatamente ben seimila golpisti (“guerre e rumori guerre” di Matteo 24:6 dice qualcosa?). Ma chi ha riflettuto che prima di questi tragici avvenimenti, l’Europa era immersa nel clima festoso degli Europei di calcio? Se a tutto ciò aggiungiamo le bizzarrie del clima di luglio (e siamo in piena estate!), con temporali, grandine e fulmini al nord d’Italia, e con un meridione infuocato prima dal ciclone Nerone (36/40 gradi) e adesso battuto dal vento, con temperature ridotte di almeno 10 gradi, consideriamo poi  l’aumento dei delitti in famiglia a opera di ex partner che – in preda a raptus – uccidono mogli e figli, e infine assistiamo inerti agli ennesimi tremori della terra (nell’arco di 4 giorni, scossa di 6.6 in Ecuador, scossa di 5,5 in Giappone, scossa in Perù di 5.2 e al largo di Palermo di 3.1), possiamo ben dire che oltre ai “fenomeni spaventosi” di cui parla l’evangelista Luca al capitolo 21 versetto 25, ci troviamo davvero di fronte a eventi inusitati e improvvisi che confermano come, a breve, “gli uomini verranno meno per la paura e per l’attesa delle cose che si abbatteranno sul mondo” (versetto 26). Pertanto, se davanti a questi ennesimi episodi di tragedie umane induriremo le orecchie piuttosto che riflettere e fermarci, ma non solo per il “minuto di silenzio” in Francia di oggi lunedi 18 luglio, forse, dico forse, lo Spirito Santo compungerà il nostro cuore al punto da farci interrogare, singolarmente, come la folla al tempo di Pietro (Atti 2:37): “che cosa dobbiamo fare”, disse la gente? “Ravvedetevi”, rispose Pietro!

Salvatore Di Fede | Notiziecristiane.com

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