Daniele Seccarecci è morto: il famoso body builder aveva 33 anni …il doping uccide!

Daniele-Seccarecci-300x225I  non appassionati di culturismo probabilente come noi non hanno mai sentito parlare di Daniele, ma nell’ambiente era un vero e proprio mito. Daniele Seccarecci era un body-builder conosciuto a livello internazionale, presenza fissa nelle gare riservate ai culturisti e volto noto anche in televisione come l’uomo con il braccio più grande del mondo. Conosciuto principalmente per la sua prestanza fisica era l’unico italiano a essere riconosciuto dalla International Federation of Body Building and Fitness (IFBB), che organizza il famoso concorso di Mister Olympia, era tornato in Italia lunedì dalla Finlandia, dove aveva partecipato ad alcune gare. E’ stato trovato morto nella cucina di un residence della frazione tarantina di Lama. Aveva 33 anni. A dare l’allarme è stata la madre, che ha trovato il cadavere del figlio sul pavimento con una macchia di sangue sotto la testa. L’uomo,  potrebbe essere deceduto a seguito di una caduta, provocata forse da un forte malore. Probabilmente un infarto. Saranno comunque le indagini, tuttora in corso, a chiarire le dinamiche dell’accaduto. 

Come in altri settori anche in quello sportivo esiste un regolamento da rispettare. Non basta conoscerlo, bisogna attenersi ad esso scrupolosamente; l’atleta non può pensare di vincere una competizione, come ad esempio può fare un body-buider,  ignorando le regole o aggirandole con astuti sistemi, come possono essere gli steroidi, gli anabolizzanti o le sostanze dopanti al di fuori dei canali autorizzati, infatti “…l’atleta non riceve la corona, se non ha lottato secondo le regole.” (2 Timoteo 2:5). In questo caso l’alteta in questione non solo non ne è uscito vincitore ma ha pure perso la vita per colpa di sostanze che possono provocare  a chi ne fa uso, degli effetti collaterali immediati: aumento dell’acne, irsutismo, impotenza, inibizione della produzione testicolare di testosterone, blocco renale, tumori alla prostata, al colon, infarti, ictus…etc

Si racconta di un maratoneta che, percorrendo la sua corsa di 42 chilometri, in prossimità del traguardo abbia accusato dei crampi. Nei pressi, vi erano dei tifosi suoi sostenitori che, dopo vari incitamenti, lo aiutarono fisicamente a raggiungere la meta. Arrivò per primo, tutti esultarono, ma il giudice di gara lo squalificò perché non si era attenuto alle regole. Triste realtà! La meta era lì davanti a lui, aveva gustato la vittoria… ma bastò poco per essere squalificato!
Così è del nostro cammino di fede: “…perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato” (1 Corinzi 9:27).

Nessuno si poteva immaginare che un ragazzone del genere, un colosso di muscoli poteva essere abbattuto nel fior fiore della sua giovane età da un malore fisico, ma questo è quello che accade a quegli atleti che decidono di prendere scorciatoie che poi finiscono per non trovare vie di uscita.

Vogliamo comportarci come dei veri atleti, con una vita equilibrata! Questo è l’unico obbiettivo per ottenere il premio. Per fare questo è importante che ci concentriamo su Gesù, alimentando la nostra vita spirituale di pietanze sane, allenando con la preghiera la nostra fede per ottenere vittoria, correndo con determinazione verso la meta lealmente e osservando le regole.
“Sii fedele fino alla morte, ed Io ti darò la corona della vita” (Apocalisse 2:10).

La voglia di vincere è sempre presente nell’atleta, però a volte sopraggiungono la stanchezza, l’incertezza e qualche distrazione che lo spingono a mollare o a scorciatoie, ma lui sa che deve andare avanti con determinazione, perché la gara lo sta aspettando.
Il traguardo è proprio lì davanti a lui, deve raccogliere tutte le energie e completare la gara.
La determinazione deve essere forte nel credente, per portarlo ad affermare: “Accada quel che accada, io servirò Lui!”. San Paolo parla proprio di determinazione: “Ma una cosa faccio: dimenticando… protendendomi… corro verso la meta” (Filippesi 3:13, 14).
Se i nostri occhi sono fissi su Gesù, la nostra corsa diventa più leggera. Distogliamo lo sguardo da ciò che è vanità, da quelle cose che ci possono danneggiare e continuiamo a guardare a… “Gesù, Colui che crea la fede e la rende perfetta” (Ebrei 12: 2).

Pietro Proietto

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