LA DIVISIONE FRA SUNNITI E SCIITI

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sciiti1Dove vivono, in che cosa credono e che cosa pensano gli uni degli altri 

(Michael Lipka) Il conflitto in corso in Iraq si combatte – almeno in parte – lungo la linea che separa diverse correnti religiose, e vede i militanti musulmani sunniti dell’ISIS (Stato islamico in Iraq e Siria) avanzare contro il governo iracheno guidato dagli sciiti musulmani e le milizie sciite. L’appartenenza all’una o all’altra delle diverse correnti ha giocato per centinaia di anni un ruolo importante nelle politiche della regione.Paesi a maggioranza sciita
L’Iran e l’Iraq sono fra i pochi paesi ad avere una popolazione a maggioranza sciita. Tuttavia mentre nessuno mette in dubbio che la maggioranza degli iracheni sia sciita – e solo una minoranza appartenga alla corrente musulmana sunnita -, sussistono molte incertezze riguardo all’effettiva rilevanza numerica delle due comunità. E forse l’afflusso di rifugiati provenienti dalla Siria e l’esodo di profughi dall’Iraq in seguito ai recenti scontri, potrebbero aver modificato la composizione della popolazione irachena.
I pochi dati disponibili sull’identità religiosa in Iraq suggeriscono che circa la metà della popolazione del paese è composta da sciiti. Dati dell’ABC News, risalenti al 2009, indicano una percentuale di sciiti del 47%-51%, mentre una precedente indagine condotta dal Pew Reserch e risalente al 2001 aveva riscontrato che il 51% dei musulmani iracheni dice di essere sciita – mentre il 42% afferma di essere sunnita.

Oggi l’Iran sostiene Baghdad
L’Iran, vicino geografico dell’Iraq, ospita la più grande comunità sciita dal mondo: nel 2009 il 90%-95% dei musulmani iraniani – e cioè circa 70 milioni di persone – si dichiarava sciita. La distribuzione demografica di quella popolazione può aiutare a spiegare il sostegno dato dall’Iran al governo iracheno dominato dagli sciiti e guidato dal primo ministro Nouri al-Maliki.
L’Iran ha anche sostenuto il governo di Bashar al Assad in Siria, dove soltanto il 15-20% della popolazione musulmana era sciita, secondo quanto rilevato nel 2009. Ma la leadership siriana è dominata dagli alawiti (un ramo dell’Islam sciita). E va ricordato che l’Iran ha condotto una guerra contro l’Iraq guidato dal regime di Saddam Hussein, dominato dai sunniti.

Fratture ed elementi comuni
La rottura fra sunniti e sciiti risale al 7. secolo e fu causata da dispute riguardanti la successione della leadership nella comunità musulmana dopo la morte del Profeta, nel 632.
Nonostante periodi di conflitto aperto fra sunniti e sciiti in Libano e in Iraq, i due gruppi non sono molto diversi in termini di credo religioso e di impegno. In Iraq, ad esempio, entrambi i gruppi confessano la medesima fede in Dio e nel Profeta Muhammad e percentuali simili (l’82% degli sciiti e l’83% dei sunniti) affermano che la religione è molto importante nelle loro vite. Più di 9 su dieci fra gli sciiti iracheni (93%) e sunniti (96%) affermano di praticare il digiuno durante il mese del Ramadan.

Identità islamica
In alcuni paesi, un numero rilevante di musulmani ritiene che le differenze fra sunniti e sciiti non siano rilevanti. Un’indagine condotta in 39 paesi, fra il 2011 e il 2012, ha riscontrato che il 74% dei musulmani in Kazakistan e il 56% dei musulmani in Indonesia non si identifica né come sunnita né come sciita: in quei paesi, molti credenti si definiscono semplicemente musulmani. In Iraq, al contrario, solo il 5% ha risposto di sentirsi “semplicemente musulmano”.
Su alcuni temi religiosi – inclusa la questione se sia lecito o meno visitare i luoghi sacri dei santi musulmani -, le differenze fra le diverse correnti sono più evidenti, Per alcuni, la divisione è fonte di reciproca esclusione. Alla fine del 2011, il 14% dei sunniti iracheni affermava di non considerare gli sciiti dei veri musulmani (mentre soltanto l’1% degli sciiti in Iraq affermava che i Sunniti non fossero musulmani). In altri paesi, come nell’Egitto dominato dai sunniti, percentuali anche più alte di sunniti affermano che gli sciiti non sono musulmani (53%). (Pew Research Center; trad. it. Luisa Nitti; fonte)

Fonte: http://www.voceevangelica.ch/

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