Eruzioni vulcaniche improvvise?

Quando leggiamo in Genesi 19:24-25 della distruzione di Sodoma e Gomorra, cittadine attorno al mar Morto a centro di Israele e le cui popolazioni furono segnate dalla perversione sessuale, non troviamo scritto se l’area geografica fosse attraversata da qualche “cintura di fuoco” come l’anello del Pacifico che attraversa la terra.

Pertanto, volendo approfondire le cause geologiche che diedero origine alla gran massa infuocata che piovve dal cielo secondo la scrittura, dobbiamo basarci sugli studi degli esperti dell’INGV, ossia Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia.

 Escludendo l’atto di un piromane o una violenta eruzione vulcanica, dato che sinora non sono state trovate le rovine delle due città bibliche, le uniche  ricostruzioni plausibili  scientificamente parlando son quelle di alcuni studiosi che sostengono l’emissione di lava del tipo “freatomagmatica” derivante da violenti scosse di terremoto che provocarono probabilmente una enorme quantità di CO2, gas di zolfo e acqua calda ad elevata pressione, con conseguente caduta di pietre infuocate dal bitume o pece che a quel tempo già esisteva.

Noè usò infatti del bitume per rendere impermeabile l’Arca (Genesi 6:14). I conseguenti incendi sarebbero stati alimentati dagli idrocarburi fuoriusciti dalle fessure della superficie terrestre miscelate alla pece impregnata di zolfo e gas di idrocarburo e solfuro d’idrogeno.

Ecco perché il mar Morto è l’unico mare/lago al mondo con elevata concentrazione di sale (35%) che rende l’acqua salmastra e caldissima. Il diossido di zolfo avrebbe generato una “ricaduta” di piogge acide che avrebbero fatto strage di piante, animali e uomini, e questa ipotesi è perfettamente compatibile con la descrizione biblica che dice come il Signore “fece piovere dal cielo sopra Sodoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco”.

Ebbene, dopo almeno otto secoli (800 anni!) di relativa pausa dall’ultimo risveglio, dal 14 gennaio scorso il vulcano Fagradalsfjall (Islanda) è ritornato a emettere fiumi di lava, costringendo l’intera popolazione di Grindavík a evacuare in tempo prima che la grossa colata inghiottisse case e vegetazione: le violente scosse sismiche che hanno preceduto l’attività eruttiva hanno provocato larghe fessurazioni del terreno con emissione di magma incandescente che ha bruciato tutto.

La lava dista non molti dalla costa e gli esperti vulcanologi temono che il magma scorre proprio sotto la città di Grindavick. Nel contempo anche in Indonesia si registra una violenta attività vulcanica del Lewotobi Laki-Laki, uno dei 130 vulcani attivi dell’arcipelago asiatico, eruzione susseguente a quella di una settimana fa del Merapi, un altro pericoloso vulcano dell’arcipelago.

Orbene, se il primo “giudizio” di Dio si manifestò attraverso l’acqua (il Diluvio), l’ultimo avverrà davvero mediante il fuoco, ragion per cui le recenti eruzioni vulcaniche confermano effettivamente che sarà proprio la lava, i gas di idrocarburi e lo zolfo a bruciare ogni opera sulla terra nel Giorno del Signore (2^ Pietro 3:10.12).

Salvatore Di Fede

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