ETIOPIA: NASCE IL 12° STATO FEDERALE

Come nel 2019 e nel 2021, anche quest’anno un nuovo Stato federale viene istituito tramite referendum in Etiopia. Una garanzia di stabilità sociale oppure il preludio a ulteriori divisioni?

Risaliva al 2019 la dichiarazione ufficiale della nascita di un decimo stato federale (regionale autonomo), il Sidama. Come conseguenza del referendum di autodeterminazione del gruppo etnico Sidama (2 novembre 2019). Un referendum a cui – stando ai dati ufficiali – aveva partecipato la quasi totalità degli aventi diritto (99,7%) con il 98,5% di voti a favore dell’autonomia. Nel novembre 2021, sempre tramite referendum, se ne era poi aggiunto un altro, lo Stato regionale delle nazioni, nazionalità e popoli del sud (SNNPR, in lingua amarica: የደቡብ ምዕራብ ኢትዮጵያ ህዝቦች ክልል).

All’epoca, della SNNPR facevano parte le zone amministrative di Keffa, Sheka, Bench Sheko, Dawro, West Omo Zones e il distretto speciale di Konta.

Ora, si diceva, nasce il 12°. Anche se in realtà è frutto di un distacco dalla SNNPR in quanto le sei zone amministrative (Konso, South Omo, Wolayta, Gamo, Gedeo, Gofa) e i cinque distretti speciali (Burji, Basketo, Ale, Amaro, Dirashe), ora autonome, precedentemente ne facevano parte.

Quella di questi giorni è stata comunque una conferma di quanto già si prevedeva al momento del referendum (6 febbraio 2023). Infatti la maggioranza degli aventi diritto (circa tre milioni) delle sei zone amministrative e dei cinque distretti speciali ha votato a favore della nascita del SNNP.

La Commissione elettorale nazionale, incaricata del controllo dei risultati, ha tuttavia sospeso provvisoriamente le decisioni per Wolayta a causa delle evidenti irregolarità (frodi elettorali, consegna di carte d’identità provvisorie…) che hanno segnato il referendum in questa zona e su cui stanno svolgendo indagini.

Il sistema di “federalismo-etnico” (fondato principalmente su criteri linguistici oltre che geografici) venne introdotto nel 1995. Nella prospettiva di garantire stabilità politica e tenuta sociale a un Paese di 120 milioni di abitanti in cui sono presenti oltre 80 etnie.

In realtà, secondo alcuni osservatori, avrebbe talvolta rischiato di alimentare ulteriormente rivendicazioni territoriali e scontri identitari. Favorendo anche – come forse nel caso del SNNP – ulteriori frammentazioni.

Gianni Sartori

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