Qual è il primo pensiero che affiora nella nostra mente appena ci svegliamo?
“Quante cose ho da fare oggi! Con questo caldo vorrei trascorrere l’intera giornata al mare in totale relax e invece mi tocca uscire, fare interminati giri, vedere gente, trascorrere del tempo con persone che mi stanno anche antipatiche; non ne ho proprio voglia.
Ma oggi è anche domenica!! Dovrei andare in chiesa…”.
A chi è capitato di dire oppure solamente pensare una di queste frasi?
Ve lo dico io: a tutti.
Sapete perché? Perché noi siamo peccatori e come tali commettiamo dei peccati anche quando ci sembra di essere arrivati al termine della giornata senza averne commesso neanche uno.
Credete che il peccato si commetta solamente rubando, uccidendo o arrecando un danno fisico a qualche altra persona?
Mi duole dirvelo, ma non è così.
Noi tutti abbiamo libero accesso alla fonte più giusta e vera che esista: la Bibbia, la parola di Dio.
Al suo interno sono riportati numerosi versetti sul tema del peccato e, leggendone alcuni, ci rendiamo conto che il peccato va oltre la semplice azione errata, in quanto è un principio che vive dentro di noi e che ci induce a credere di poter essere il dio della nostra vita, di essere autonomi e di possedere tutto quello che è necessario per vivere una vita bella e dignitosa anche senza il nostro Dio.
Tra i peggiori peccati che il mondo nel quale viviamo e operiamo ci induce a commettere mi sento di includere la presunzione di essere gli idoli di noi stessi, di adorarci più di quanto adoriamo Lui.
Superato questo step, però, il nostro ego non si accontenta e pretende di sottomettere al nostro apparente potere anche le persone che ci circondano; essendo un processo complesso ricorriamo anche alla forza, al bullismo, alla manipolazione per diventare “l’essere attraente”.
La mentalità di questo mondo, inoltre, ci impedisce di comprendere la gravità dei peccati che quotidianamente commettiamo e, anche se in ogni società vi è un cosiddetto “codice morale”, le persone tendono a rispettarlo non perché certe azioni sono considerate un’offesa verso Dio, ma perché offendono quel senso di coscienza che è dentro ogni uomo, causando del male verso altri uomini; pertanto, è una società che pone continuamente l’uomo in primo piano.
A questo punto, allora, una domanda sorge spontanea: l’uomo come fa a non accorgersi del peccato che sta compiendo?
Noi uomini, per conto nostro, non comprendiamo la gravità del peccato, in quanto per poterlo fare abbiamo bisogno della Parola di Dio e dello Spirito Santo.
Nella Prima Lettera di Giovanni 3:4, leggiamo che: “Chiunque commette il peccato trasgredisce la legge: il peccato è la violazione della legge.”
Cosa comprendiamo da questo versetto?
Capiamo che il peccato è andare contro qualsiasi legge di Dio ed è proprio essa a determinare che cosa è peccato; il metro del mondo non importa.
Il degrado del mondo nel quale ci troviamo a vivere, però, non deve essere la giustificazione a commettere ogni genere di peccato, in quanto, anche se la tentazione può venire dal di fuori oppure dai nostri desideri, il cadere in tentazione, cioè il peccato, viene dal cuore, che nelle sacre scritture rappresenta la volontà ed è biblicamente spiegato in Genesi 6:5: “Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo”.
Sarebbe più comodo se ci nascondessimo dietro la giustificazione che vede il peccato come una conseguenza delle difficoltà o delle situazioni in cui noi uomini viviamo.
Invece, ancora una volta, attingendo dalla Bibbia, prendiamo consapevolezza del fatto che l’uomo pecca in quanto peccatore.
La nostra natura mira a peccare, ma dal momento in cui ci arrendiamo a Lui e riconosciamo davanti a Lui che noi da soli non possiamo farcela, allora abbiamo intrapreso la strada giusta.
Però, dobbiamo capire che un vero credente può cadere nel peccato, perché c’è una grande differenza fra cadere nel peccato e camminare nel peccato.
A tal proposito, mi sento di riportare quanto è stato scritto nella Prima Lettera di Giovanni 1:6-8 e
2:1-2: “6 Se diciamo che abbiamo comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità. 7 Ma se camminiamo nella luce, com’egli è nella luce, abbiamo comunione l’uno con l’altro, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. 8 Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi. 9 Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. 10 Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo, e la sua parola non è in noi. 2:1 Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. 2 Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.”
Quindi, che cosa dobbiamo fare quando cadiamo nel peccato? C’è solamente una risposta e la troviamo nel versetto 9: “Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.”
Quando cadiamo nel peccato, dobbiamo confessarlo!
Però dobbiamo fare attenzione perché, dopo aver riconosciuto di aver commesso un determinato peccato, la maggior parte delle volte tendiamo a trovare un pretesto per il quale quel peccato è stato commesso; così facendo ammettiamo il peccato, ma non lo stiamo effettivamente confessando.
In altre parole, dunque, confessare un peccato vuol dire assumersene tutta la responsabilità.
Vuol dire accettare tutta la colpa, riconoscendo che nessuna situazione o avvenimento ci ha forzato a peccare, ma che anzi è stata una scelta nostra.
Pertanto, quando un vero credente cade nel peccato, ha bisogno di correre subito a Dio, per confessare il suo peccato, chiedendo perdono per mezzo del sacrificio che Gesù Cristo ha compiuto per noi sulla croce.
Solo così facendo abbiamo il privilegio e la grazia di rallegrarci del perdono di Dio.
Questa è l’unica strada che ci consente di avere vittoria sui nostri peccati e conoscere la gioia della nostra salvezza.
Il tema che ho deciso di trattare brevemente in questo articolo mi è particolarmente caro.
In ogni periodo della nostra vita, appena distogliamo lo sguardo dal nostro Papà, possiamo cadere in tentazione, pertanto ringrazio il Signore del tempo che ci permette di trascorrere con i nostri fratelli e le nostre sorelle in Cristo per glorificarLo e capire quali sono i mali da cui stare lontani.
“Noi siamo obbligati a rendere sempre grazie a Dio per voi, fratelli, come è ben giusto, perché la vostra fede cresce grandemente e l’amore di voi tutti individualmente abbonda l’un per l’altro”.
(2 Tessalonicesi 1:3).
Benedetta Argentieri
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