GAZA MUORE E IL MONDO SOSTANZIALMENTE SE NE FREGA

Per chi volesse davvero comprendere cosa sta realmente accadendo a Gaza, è consigliata l’attenta lettura delle 84 pagine di “domande” inoltrate dal Sudafrica alla Corte Internazionale di Giustizia (CIG) nel dicembre 2023. In sostanza, una circostanziata e non velata accusa di genocidio nei confronti di Israele. In riferimento alle operazioni belliche nella Striscia dopo il 7 ottobre 2023 si denuncia che sarebbero “intese a portare alla distruzione di una parte sostanziale del gruppo nazionale, razziale ed etnico palestinese nella Striscia di Gaza”. Ossia – in soldoni – che rientrerebbero a buon diritto nella definizione di genocidio della Convenzione di Ginevra (sottoscritta da Israele).

La maggior parte degli eventi riportati nel documento sudafricano erano già stati riferiti da parte dei media. Ma è rilevante (con un effetto sconvolgente per chi legge ritrovandoli tutti qui riuniti) averli riportati in maniera così ampia e completa. Riassumendo (e tenendo conto che comunque le cifre andrebbero aggiornate di ora in ora) in data 7 gennaio 2024 questo sarebbe il tragico bilancio.

Almeno 22mila e seicento palestinesi uccisi (tra cui novemila bambini e 5300 donne). 57910 palestinesi feriti e almeno settemila al momento scomparsi, dispersi tra e sotto le macerie (da aggiungere probabilmente a quelli deceduti). incalcolabile il numero degli amputati.

Gli aiuti (cibo, medicinali…) rimangono ampiamente insufficienti, le strade devastate risultano in buona parte impraticabili (per i camion, non per i carri armati), i presidi sanitari, ospedali in primis, ripetutamente attaccati. Così come gli sfollati in un primo tempo respinti a sud (circa l’85% della popolazione). Per non parlare della mancanza di elettricità e della possibilità di comunicare.

Sarebbero ancora nove (su 36) gli ospedali di Gaza tuttora parzialmente in grado di funzionare e 19 (su 72) i centri di pronto soccorso parzialmente operativi. Migliaia i palestinesi gravemente malati o feriti che dovrebbero essere evacuati. Si calcola che circa 500mila persone soffrano di turbe mentali (comprensibilmente data la situazione), almeno 200mila di ipertensione, circa 50mila di malattie cardiovascolari, 71mila di diabete e alcune migliaia quelle colpite da tumori. Oltre 360mila i casi di malattie infettive registrati nei campi profughi.

Tra le vittime più fragili di questa situazione, i neonati (soprattutto  quelli prematuri) e le donne incinte. Nel frattempo, mentre sembrano cadere nel nulla -almeno per ora -i tentativi di accordi con il Congo (e senza dimenticare il trasferimento già in atto di palestinesi nelle aree occupate dalla Turchia del nord e dell’est della Siria, v. https://bresciaanticapitalista.com/2023/12/11/palestinesi-scacciati-definitivamente-da-gaza-e-traferiti-in-rojava-come-coloni/comment-page-1/), funzionari governativi israeliani sarebbero in trattative con il Ruanda e il Ciad per “ospitare” i palestinesi espulsi dalla Striscia (v. sul sito israeliano Zman Yisrael – Times of Israel).

Un primo accordo per proseguire nei colloqui (a cui prenderebbero parte sia il Ministero degli Esteri che il Mossad) sarebbe già stato raggiunto. Ovviamente si va con i piedi di piombo in quanto: “dobbiamo stare molto attenti alle reazioni nel mondo e anche al timore che venga interpretato come un trasferimento e non come una migrazione volontaria” come avrebbe dichiarato una fonte- anonima -istituzionale. Pongo solo una domanda. Quando intendono fermarsi, porre fine a questa indiscriminata rappresaglia? Dieci a uno non basta?

Gianni Sartori

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