Gerusalemme: Un piano ardito per il Muro del Pianto

5610986559ee84491d113cf3fb06e852Gerusalemme è da sempre un campo minato. Gli equilibri faticosamente trovati – e tuttavia volubili – tra le tre maggiori religioni del mondo, sono sotto costante pressione. In questo contesto di perenne incertezza si inserisce il progetto di Natan Sharansky, responsabile dell’agenzia immigrazione d’Israele. Prolungare il Muro del pianto, uno dei luoghi sacri della religione ebraica.L’idea di Sharansky, un ex refusenik russo che ha passato nove anni nei Gulag tra isolamento e lavori forzati, non è tanto quella di ampliare lo spazio riservato alla preghiera. Quanto quella di donare eguale spazio alle diverse correnti interne all’ebraismo. Solo pochi giorni fa il Muro è stato teatro degli scontri tra gli ebrei ortodossi e le correnti liberali come quella delle WOW, Women of the Wall, che reclamano per le donne gli stessi diritti concessi agli uomini. 

Attualmente due terzi del muro e riservato agli uomini, un terzo alle donne, cui viene imposta l’adorazione silenziosa; agli uomini è concessa la lettura a voce alta della Torah. Inoltre alle donne non è permesso di indossare gli indumenti tipici della religione come il talled (scialle), i tefillin (astucci) e la kippah (copricapo). 

Il progetto di Sharansky prevede una nuova area al di là del ponte di Mughrabi, che fungerebbe da divisore. Gli ortodossi conserverebbero la parte tradizionale con tutte le loro regole e liturgie; il “nuovo muro” verrebbe destinato alle correnti più liberali. Le donne avrebbero così il loro spazio per adorare e leggere la torah liberamente, in pari dignità con l’altro genere. 

Il disegno, che pare abbia trovato ampio gradimento anche dal governo, deve naturalmente fronteggiare rimostranze interne ed esterne. Si tratta di una “Mission Impossible”, come suggerisce il Jewish Week. “Abbiamo bisogno di un posto in cui tutti gli ebrei possano pregare e sentirsi a casa” sostiene l’ideatore. 

Invece i primi veti arrivano proprio dalla frangia più ortodossa degli ebrei. Quelli che non ci stanno a veder “violata” – a parer loro – una delle aree sacre della tradizione. E poco importa se nell’area originale restano vigenti le osservanze ortodosse. 

D’altra parte, non è una sorpresa, non poteva mancare la disapprovazione del mondo islamico. Il Gran Muftì di Gerusalemme ha parlato addirittura di “aggressione che non si ferma mai, ma si evolve”. L’area è infatti venerata dai musulmani come il Muro al-Buraq, dove si ritiene che Maometto abbia legato il suo destriero alato in occasione del viaggio che da Gerusalemme lo ha condotto in cielo. 

Diverse anche le proteste da parte degli archeologi. “La sola idea è disastrosa – dice Yoram Tsafir, docente di archeologia alla Hebrew University – Qui abbiamo uno dei più significativi resti della vecchia Gerusalemme. Questo posto non è una sinagoga”. 

Sharansky, con il suo audace progetto, camminerà sulle uova fino all’agognata approvazione. Ama definirsi un “giocatore di scacchi”. La sua prossima mossa può rivoluzionare uno delle aree più delicate del globo.

(Da BuonaNotizia.org)

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