Giura di non giurare più!

Perché Giacomo dà questa esortazione sulla questione del giurare?

“Soprattutto, fratelli miei, non giurate né per il cielo, né per la terra, né con altro giuramento; ma il vostro sì, sia sì, e il vostro no, sia no, affinché non cadiate sotto il giudizio.” (Giacomo 5:12)

Giurare non è una cosa da poco. Per capire questo passo è necessario che facciamo alcune considerazioni su questo tema per comprenderne l’importanza. I Giudei avevano l’abitudine di giurare con molta leggerezza. Giacomo dice che giuravano per il cielo e per la terra, e il significato è prendere cielo e terra come a testimoni di un giuramento. Ciò conferisce una certa solennità al giuramento stesso. Ma chi è Colui che spesso giurava per il cielo e la terra, o li chiamava ad essere testimoni di un giudizio? Dio stesso. De 30:15-20 “Vedi, io metto oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; poiché io ti comando oggi di amare il SIGNORE, il tuo Dio, di camminare nelle sue vie, di osservare i suoi comandamenti, le sue leggi e le sue prescrizioni, affinché tu viva e ti moltiplichi, e il SIGNORE, il tuo Dio, ti benedica nel paese dove stai per entrare per prenderne possesso. Ma se il tuo cuore si volta indietro, e se tu non ubbidisci ma ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi e a servirli,io vi dichiaro oggi che certamente perirete, e non prolungherete i vostri giorni nel paese del quale state per entrare in possesso passando il Giordano. Io prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, affinché tu viva, tu e la tua discendenza, amando il SIGNORE, il tuo Dio, ubbidendo alla sua voce e tenendoti stretto a lui, poiché egli è la tua vita e colui che prolunga i tuoi giorni. Così tu potrai abitare sul suolo che il SIGNORE giurò di dare ai tuoi padri Abraamo, Isacco e Giacobbe».”

Per cui il Dio Creatore prende a testimoni di un giuramento il cielo e la terra contro il suo popolo. Dio giura che benedirà il suo popolo se essi saranno ameranno il Signore loro Dio, se ubbidiranno alla sua voce e se staranno stretti a Lui. Dunque lo farà perché ha promesso di benedirli a queste condizioni; così come ha promesso di maledirli se il loro cuore si volta indietro, se non ubbidiscono, se si prostrano ad adorare altri dèi e a servirli…così certamente periranno. Il cielo e la terra sono due testimoni particolari, perché? Perché essi sono sempre sotto gli occhi del popolo per ricordare loro che i testimoni vedono tutto ciò che il popolo fa. Se dunque un giudeo giura per il cielo e per la terra deve ricordarsi chi lo ha fatto per primo e i motivi per cui lo ha fatto, e anche che Colui che lo ha fatto non mente. Se cielo e terra stanno a indicare due ipotetici testimoni di un giuramento solenne, anche colui che ha fatto giuramento si pone sotto esame, perché i testimoni non testimonino contro di colui che non adempie il giuramento.

Il problema del giudeo è che considerava come giuramento vincolante solo quello fatto nel nome del Signore. Questo perché loro applicavano alla lettera il terzo comandamento: “Non pronunciare il nome del SIGNORE, Dio tuo, invano; perché il SIGNORE non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano.” Di conseguenza tutto ciò che non implicava il nome di Dio per loro era un giuramento non vincolante che potevano non rispettare. Oggi qualunque cosa deve essere nero su bianco; ma in un periodo storico come quello, dove vigeva il potere della parola data, giurare era all’ordine del giorno. Quando un pagano doveva trattare con un giudeo per la compravendita di qualcosa, sapete cosa il pagano pretendeva dal Giudeo? Che giurasse per il nome di Dio, perché tra i pagani era ormai risaputo che quello era per un giudeo l’unico giuramento vincolante.

È vietato giurare per il nome di Dio? Ci sono nella Parola esempi di giuramenti nel nome di Dio, cioè dove direttamente si chiama Dio ad essere testimone di qualcosa? Vediamo. Dio stesso giurò per il suo stesso nome. Eb 6:13-16 “Infatti, quando Dio fece la promessa ad Abraamo, siccome non poteva giurare per qualcuno maggiore di lui, giurò per se stesso, dicendo: «Certo, ti benedirò e ti moltiplicherò grandemente». Così, avendo aspettato con pazienza, Abraamo vide realizzarsi la promessa. Infatti gli uomini giurano per qualcuno maggiore di loro; e per essi il giuramento è la conferma che pone fine a ogni contestazione.” Questo è una conferma di quanto appena detto: gli uomini giurano per qualcuno più grande di loro e poiché giurano nel nome di Dio questo pone fine a ogni contestazione. Tra i Giudei quei giuramenti che per loro erano vincolanti erano fatti nel nome di Dio, e li facevano! Per un giudeo sincero giurare per il nome di Dio valeva più che una firma su un contratto di oggi. Allo stesso tempo, giurare per il nome di Dio significava assolutamente vincolarsi a quel giuramento perché Dio è fedele. La stessa cosa l’ha fatta Dio: ha giurato nel suo nome come espressione di massima fedeltà di quel giuramento. Così quella fedeltà, poiché in Abramo sono state benedette tutte le famiglie della terra, noi compresi poiché è da Abramo che è disceso il figlio della promessa fino al Cristo, è stata trasferita anche a noi. Per la fiducia nella fedeltà di Dio Abramo era sicuro che Dio gli avrebbe reso il figlio anche resuscitandolo, perché Isacco era il figlio della promessa e Abramo lo sapeva. Dio è fedele! Così quando noi leggiamo sempre in Ebrei 10:23 che è “fedele Colui che fa le promesse”, cioè Colui che fa dei giuramenti, possiamo esserne certi perché la promessa della nostra salvezza è stata fatta da Dio che ha giurato per se stesso. Siamo come rimandati alla fede di Abraamo che gli fu messa in conto come giustizia!! Non c’è una garanzia maggiore per la nostra salvezza che questa garanzia della totale fiducia in Dio!! Perché Dio giura per se stesso!

At 2:29-32“Fratelli, si può ben dire liberamente riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto; e la sua tomba è ancora al giorno d’oggi tra di noi.  Egli dunque, essendo profeta e sapendo che Dio gli aveva promesso con giuramento che sul suo trono avrebbe fatto sedere uno dei suoi discendenti, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò dicendo che non sarebbe stato lasciato nel soggiorno dei morti, e che la sua carne non avrebbe subito la decomposizione. Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; di ciò, noi tutti siamo testimoni.” Guardate: a Davide non venne rivelato che il Cristo sarebbe risorto; ma la previsione di Davide si fonda sulla conoscenza della promessa con giuramento che Dio gli aveva fatto, e poiché Dio è fedele, non avrebbe disatteso quella promessa. Questo principio noi lo applichiamo alla nostra vita in molti modi e molte maniere. Ad esempio:

  • Perché siamo certi della nostra salvezza? Perché si fonda sulla fedeltà di Dio.
  • Perché siamo certi che nella tentazione possiamo uscirne vincitori? Perché sappiamo che Dio è fedele e quando siamo nella tentazione Egli non permette che essa sia superiore alle nostre forze…e via dicendo. Per cui anche noi al principio di una prova possiamo prevedere che essa non sarà tale da schiacciarci perché Dio lo ha promesso.

Ge 24:2-3“Abraamo disse al più anziano dei servi di casa sua, che aveva il governo di tutti i suoi beni: «Metti la tua mano sotto la mia coscia 3 e io ti farò giurare per il SIGNORE, il Dio dei cieli e il Dio della terra, che tu non prenderai per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei in mezzo ai quali abito” Potremmo citare decine di passi simili a questo…erano giuramenti solenni che in nessun modo potevano essere infranti…e allora capirete il perché quando questo servo giunse a quel pozzo fece quella fervida preghiera e il perché del suo ringraziamento a Dio…perché aveva giurato nel suo nome, ed era vincolato a quel giuramento!

Ger 42:4-6“Il profeta Geremia disse loro: «Ho inteso; ecco, io pregherò il SIGNORE, il vostro Dio, come avete detto; tutto quello che il SIGNORE vi risponderà ve lo farò conoscere, non vi nasconderò nulla». Quelli dissero a Geremia: «Il SIGNORE sia un testimone veritiero e fedele contro di noi, se non facciamo tutto quello che il SIGNORE, il tuo Dio, ti manderà a dirci. Sia la tua risposta gradevole o sgradevole, noi ubbidiremo alla voce del SIGNORE nostro Dio, al quale ti mandiamo, affinché bene ce ne venga, per aver ubbidito alla voce del SIGNORE nostro Dio».” In questo caso è il popolo che fa un giuramento e chiama il Signore stesso ad essere testimone contro di loro in caso di disubbidienza alla voce di Dio! Stanno giurando per il nome di Dio stesso, chiamandolo come testimone di un processo a loro carico. Un giuramento nella Parola, soprattutto i giuramenti inerenti il rapporto con Dio, contengono un comportamento conseguente e non sono parole vuote. Così come quando Giosuè disse di scegliere chi volevano seguire: anche quella scelta rappresenta un giuramento. Ma cosa avrebbe implicato quel giuramento nel nome di Dio per il popolo? Un cammino conforme. Non si tratta di parole vuote. Chi si è battezzato ha fatto un giuramento nel nome del Padre e del Figlio, e ha giurato di appartenere a Cristo, a Dio, di essere tempio dello Spirito Santo e di appartenere alla chiesa, di essere morto con Cristo e resuscitato con Lui, di essere morto al peccato, di essere diventato servo del Dio vivente…si tratta di una testimonianza, e ogni testimonianza è un giuramento a tutti gli effetti…ma in che percentuale la vita dei credenti rispecchia queste verità espresse con l’atto del battesimo?

Ro 1:9 “Dio, che servo nel mio spirito annunciando il vangelo del Figlio suo, mi è testimone che faccio continuamente menzione di voi” E’ estremamente delicato. Qui Paolo sta dicendo che ciò che afferma è verità assoluta di cui Dio stesso è testimone. Sta giurando ai lettori che è così e che è così a tal punto che Dio lo conferma con la sua testimonianza! Quando noi parliamo agli altri, e quando parliamo tra noi, potremmo avere questa testimonianza di Dio solo a condizione che ciò che stiamo dicendo sia una verità assoluta, altrimenti stiamo chiamando Dio a testimoniare a favore di una personale interpretazione, e ancora peggio, di una menzogna. È dunque delicato giurare chiamando Dio a testimoniare. Però è anche un richiamo, perché in realtà dovremmo farlo, e anche se non lo diciamo apertamente, lo facciamo sempre dato che nessuno di noi può pronunciare il nome di Dio invano. Possiamo anche non giurare apertamente per il nome di Dio, ma sempre Paolo dice a Timoteo: «Si ritragga dall’iniquità chiunque pronuncia il nome del Signore» (2Ti 2:19) Perché altrimenti è come pronunciare il nome di Dio invano, infangandolo col nostro peccato. Dunque Paolo fa un giuramento in questo caso e chiama Dio ad essere testimone, giurando per Colui al di sopra del quale non vi è nessuno di più alto, perché Paolo sta dicendo una verità assoluta che vuole rimarcare nella mente dei suoi lettori, i quali sapevano che se un ebreo, ex rabbino, giurava per il nome di Dio chiamandolo a testimone non si sarebbe mai sognato nemmeno nell’anticamera del cervello di trasgredire il terzo comandamento!!

Ma domandiamoci invece quante volte la nostra bocca si riempie del nome di Dio chiamandolo a testimone di quello che diciamo, mentre poi in realtà la nostra vita non è conforme a ciò che diciamo agli altri! In una certa misura tutti gli uomini sono ipocriti, chi più chi meno…ma oggi, nell’era della tecnologia e della comunicazione on line, l’ipocrisia ha raggiunto livelli talmente imbarazzanti che molti usano il nome di Dio così bene che sembrano i più santi del mondo, mentre se questo qualcuno dovesse guardarsi allo specchio si accorgerebbe di tutta la porcheria che sta permettendo nella sua vita trascinando il nome di Dio, per il quale parla agli altri, in un letamaio di peccato. «Si ritragga dall’iniquità chiunque pronuncia il nome del Signore» (2Ti 2:19)!!

Ap 10:5-7 “Allora l’angelo che avevo visto con un piede sul mare e un piede sulla terra, alzò la mano destra verso il cielo e giurò per colui che vive nei secoli dei secoli, il quale ha creato il cielo e le cose che sono in esso, e la terra e le cose che sono in essa, e il mare e le cose che sono in esso, dicendo che non ci sarebbe stato più indugio. Ma nei giorni in cui si sarebbe udita la voce del settimo angelo, quando egli avrebbe suonato, si sarebbe compiuto il mistero di Dio, com’egli ha annunziato ai suoi servi, i profeti.” Qui abbiamo un angelo che giura per il Dio Eterno e Creatore, e chiama a sostegno del giuramento fatto l’evidenza del Creatore. Molti dicono che non si dovrebbe giurare per il nome di Dio. Ma l’evidenza biblica che stiamo appurando è che la Scrittura è piena di questi giuramenti, e che noi stessi lo facciamo ogni volta che pronunciamo il suo nome o diamo testimonianza di qualcosa che Lui ha fatto nella nostra vita o parliamo a qualcuno o diamo un insegnamento dalla Parola; ma chi fa questo giuramento solenne deve essere assolutamente certo che ciò che afferma o viene da Dio stesso, come nel caso di questo angelo, o che corrisponda a una verità assoluta come nel caso di Paolo, perché Dio odia coloro che giurano il falso in generale, figuriamoci coloro che giurano il falso utilizzando il suo nome. Tu sai i comandamenti: “Non uccidere; non commettere adulterio; non rubare; non dire falsa testimonianza; non frodare nessuno; onora tuo padre e tua madre“» (Mr 10:19)

Se diamo una testimonianza e citiamo Dio come testimone davanti a tutti, dobbiamo essere certi che sia assolutamente vero tutto ciò che diciamo. Ma in realtà, e voglio che su questo si rifletta bene, se non siamo in grado di dire che Dio è testimone di quello che stiamo dicendo, allora in ciò che diciamo c’è della menzogna. Lo vediamo meglio tra poco questo concetto, perché tocca da vicino il modo di giurare degli ebrei, ma cominciamo a riflettere: se non posso chiamare Dio a testimone di quello che sto dicendo, significa che c’è della menzogna. Per cui la Bibbia vediamo che in realtà non vieta questo tipo di giuramento perché questo giuramento è vincolante. Non voglio invitare a giurare apertamente per il nome di Dio, perché è molto delicato e pericoloso, ma sappiate bene questo: che lo si faccia apertamente o no, è una cosa che facciamo continuamente. La stessa preghiera presentata a Dio “nel nome di Gesù” è davanti a Dio come un giuramento: “Io ti chiedo questo nel nome di Gesù” è come chiamare in causa Gesù come testimone di quella preghiera davanti a Dio, chiamandolo come garante davanti a Dio…ma quella preghiera è dunque vincolante per te, perché non puoi citare il nome di Gesù invano! Perché Gesù è Dio. Dunque, se domandiamo qualcosa al Signore secondo la sua volontà nel nome di Gesù, camminiamo nella direzione di quella preghiera. Altrimenti quella preghiera è inefficace non perché Dio non risponde ma perché davanti a Dio hai giurato il falso: forse la coscienza ti accusa di un peccato, preghi, ma il tuo cuore si volge a quel peccato. Davanti a Dio è come dire: “giuro di voler abbandonare questo peccato”, mentre in realtà te lo vuoi tenere, perché il combattimento è tra la volontà di Dio che ti compunge nell’anima tramite il tuo spirito che è in comunione con lo Spirito Santo che giudica il peccato, e la tua anima stessa la quale possiede una volontà corrotta che vuole resistere…e in mezzo a queste due volontà (quella dello Spirito Santo e quella della tua anima) non c’è una terza volontà, che rappresenta te, come una specie di oasi incontaminata che deve scegliere se dare retta alla volontà di Dio o alla volontà del diavolo, che deve scegliere a quale lupo dare da mangiare, come spesso si dice…la tua volontà è derivata dalla tua anima corrotta, la quale comunica col tuo spirito rigenerato dallo Spirito Santo…per cui non ragionare come se tu non avessi parte o responsabilità…perché tu sei esattamente la tua volontà. Devi scegliere chi vuoi servire: o lo Spirito Santo o te stesso e la tua carne. È meglio che ne prendi consapevolezza, affinché ti prepari a fare la volontà di Dio per mezzo dello Spirito Santo e non per mezzo della tua anima mortale, dunque per mezzo della tua ragione, del tuo intendimento, delle tue forze…perché tutto questo non sarà sufficiente ed è del tutto inadeguato rispetto ad un cammino che per natura è spirituale, seppur in un mondo materiale.

Dunque è molto grave citare Gesù e non fare la sua volontà. È infrangere un giuramento al quale ci si è legati con le proprie forze, ma che non è avvenuto tra il tuo spirito e lo Spirito Santo. Nel momento che chiediamo al Signore una determinata cosa noi stiamo giurando nel nome di Gesù che quello è il reale desiderio della nostra vita prodotto dall’opera dello Spirito Santo…dunque attenzione: non dobbiamo essere ingenui su queste cose.

Guardiamo le istruzioni di Gesù a cui Giacomo si sta rifacendo: “«Avete anche udito che fu detto agli antichi: “Non giurare il falso; da’ al Signore quello che gli hai promesso con giuramento”.Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re. Non giurare neppure per il tuo capo, poiché tu non puoi far diventare un solo capello bianco o nero. Ma il vostro parlare sia: “Sì, sì; no, no”; poiché il di più viene dal maligno.” (Mt 5:33-37) Poi Gesù rincara la dose in Mt 23:16-22 “Guai a voi, guide cieche, che dite: Se uno giura per il tempio, non importa; ma se giura per l’oro del tempio, resta obbligato. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che santifica l’oro? E se uno, voi dite, giura per l’altare, non importa; ma se giura per l’offerta che c’è sopra, resta obbligato. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che santifica l’offerta? Chi dunque giura per l’altare, giura per esso e per tutto quello che c’è sopra; e chi giura per il tempio, giura per esso e per Colui che lo abita; e chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi siede sopra.”

I giudei, per le cose inerenti alle questioni spirituali riguardanti il Tempio e le offerte, non giuravano per il nome di Dio. Giuravano per il cielo, per la terra, per Gerusalemme, per la loro stessa testa, per il tempio, per l’oro del tempio, per l’altare, per l’offerta che sta sull’altare…però non giuravano per il nome di Dio. Perché, come dicevo prima, sapevano bene che alla base del fatto che non giuravano per il nome di Dio c’era la loro menzogna. Gesù li sta richiamando a questa domanda: “perché non giurate per il nome di Dio?” Il vostro parlare sia “si si, no no” significa che ogni nostra parola deve essere come pronunciata sotto giuramento nel nome di Dio, dove “si” vuol dire “si” e “no” vuol dire “no”! cioè un’espressione di massima trasparenza e sincerità. Se oggi gli uomini chiamano il “male” come “bene” e viceversa, lo fanno anche col “si” che diventa “no” e viceversa! La domanda per noi è: nella nostra vita, nel lavoro, nella famiglia e nella chiesa, è realmente questo il nostro parlare?

Ovviamente Gesù non sta dicendo che letteralmente dobbiamo dire sempre o si o no e basta; ma sta trasmettendo un’immagine significativa: quella dell’integrità! Quel “si” deve essere “si” anche agli occhi di Dio! I farisei erano abituati a discorsi molto lunghi, a mostrare mascherandola nel nome di diversi testimoni tutta la loro sapienza menzognera…ma se Gesù dicesse loro di rispondere semplicemente con un “si” e un “no” a un suo interrogatorio? Il fariseo dice: “Chiamo a testimoni il cielo e la terra che se fate una grande offerta al tempio ciò vi arrecherà benedizioni da parte di Dio”; Gesù allora fa questa domanda: “E’ vero quello che hai appena detto? Lo giureresti nel nome di Dio? Si o no”…vale per ogni cosa: per una predicazione, per quello che hai detto ai tuoi figli oggi, per quello che affermi davanti a una chiesa o a tua moglie a casa…cosa testimonia Dio rispetto a quello che stai dicendo? È in questa luce che dobbiamo interpretare questo versetto: Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri.” (Ef 4:25)

Significa che dobbiamo imparare non solo a capire che anche se non dici “lo giuro” stai comunque giurando, ma dobbiamo imparare a parlare sotto giuramento davanti a Dio!! Il nostro parlare deve essere davanti a Dio, e non davanti agli uomini. E questo è come giurare davanti a Dio. De 6:13 “Temerai il SIGNORE, il tuo Dio, lo servirai e giurerai nel suo nome.” Dio stesso fece scrivere questo comandamento per il suo popolo. Così come applichiamo alla nostra vita il temere Dio e come applichiamo il servire Dio, dobbiamo anche applicare il “giurare nel nome di Dio”, perché le nostre vite saranno come unite al nostro stesso giuramento. Ripetiamo: «Si ritragga dall’iniquità chiunque pronuncia il nome del Signore» (2Ti 2:19) Per cui il Signore ci chiama alla concretezza del nostro linguaggio: deve riflettere dei fatti concreti, e non dei giuramenti finti. “si” vuol dire “si” e “no” vuol dire “no”!

È stato stabilito che il 95% delle parole che noi usiamo nel comune linguaggio sono parole astratte, mentre il 5% sono parole concrete. Ora immaginate che qui in mezzo a noi abbiamo una grande piscina gonfiabile di quelle che si mettono in giardino. Tutto ciò che sta dentro la piscina è concreto, tutto ciò che non ci sta è astratto. Ad esempio: un secchio di acqua ci sta nella piscina? Certo! Ma un fiume di acqua ci sta dentro la piscina gonfiabile? No. Dunque se tu prometti con giuramento al Signore un fiume, rischi che a livello pratico sia solo una parola vuota e astratta, in quanto l’unica cosa che potrai offrire sarà forse un secchio; e se prometti il secchio, bada che anche questo sia un giuramento vero. Così come nella piscina ci sta un bambino, un pallone, un salvagente o un materassino gonfiabile…l’autocontrollo ci sta nella piscina? La tua santificazione? L’amore? La pazienza? La misericordia? Sono tutte belle parole, che rischiamo di mantenere solo astratte. Così come quando giuriamo qualcosa al Signore: “Ti prometto e giuro che sarò più santo…che…che…nel nome di Gesù! Amen.”… La cosa brutta delle parole astratte è che ciascuno di noi le interpreta in modo soggettivo e dà loro un significato soggettivo. Provate a immaginare quanta diversità c’è nell’interpretazione della sola parola “amore”… Immagina che tuo figlio ti dica: “Quel che per me conta è che tu mi capisca…”, e tu che pensi di dare un’ottima risposta dirai: “Stai tranquillo che da parte mia avrai tutta la comprensione possibile…bellissima frase, ma astratta, perché in realtà tuo figlio non ha capito cosa intendi con “tutta la comprensione possibile”! Possibile a chi? Ed è quantificabile questo “possibile”? ha un canone di riferimento? “Tutta la comprensione possibile” ci sta nella piscina gonfiabile? Il bravo papà più sensibile che non vuole fare giuramenti a vanvera e vuoti invece non risponde a quella domanda, ma ne fa un’altra a suo figlio: “Certo, capisco che la comprensione da parte mia è fondamentale ed è la cosa più importante…in che modo pratico posso dimostrarti la mia comprensione al di là delle mie parole? Dove sto mancando?” Questo ci sta nella piscina gonfiabile? Si…perché è pratico, concreto, vero, sincero e trasparente. È questo il modo in cui parliamo con Dio? È questo il modo in cui giuriamo a Dio di volerlo servire? Oppure diciamo a Dio: Signore io voglio servirti per la tua gloria (dunque esprimi un giuramento)!”; mentre non chiediamo a Dio: Signore io voglio servirti per la tua gloria…mostrami come posso farlo! (questo è pratico e sincero!)?

Il marito torna a casa la sera e la moglie gli dice: “E’ un po’ di tempo che non mi dai più attenzione!”L’attenzione: ci sta nella piscina? È un concetto astratto. Così come è astratto per noi sentire parlare dell’ubbidire a Dio se non sappiamo a cosa dobbiamo ubbidire, no? Dio giudicava giustamente il suo popolo perché aveva conoscenza ma non ubbidivano! Il bravo marito, siccome è abituato ormai a fare giuramenti di facciata, non gli importa cosa la moglie intende con “attenzione” e risponde: “Eh lo so…ma sai ho un po’ di crisi e sono un po’ stressato, ti prego di scusarmi, ti prometto che migliorerò…”…e la moglie rimane a questo punto insoddisfatta dalla risposta… “migliorerò” ci sta nella piscina? No. Il bravo marito invece non risponde, perché non gli piace fare giuramenti vuoti, ma vuole che il suo “si” sia “si” e il “no” sia “no”…e dunque fa una domanda perché vuole capire per poi poter agire senza fare giuramenti vuoti: “Mi dispiace…da cosa hai notato che non ti do attenzione? Cioè: cosa intendi quando dici che non ti do attenzione?” “Beh sai una volta quando rientravi a casa mi abbracciavi mentre adesso entri e vai…stai sempre su quel telefono o su internet, hai sempre qualcosa da dire a qualcun altro mentre non dici mai nulla né a me né ai bambini… sembra quasi che per te non esisto e che la famiglia sia un peso!”  Bene, ora lo sai. “Migliorerò” non ci sta nella piscina, ed è quello che spesso applichiamo alla nostra vita cristiana, giurando a Dio ubbidienza senza cercare nemmeno di comprendere la sua reale volontà espressa nella Parola! Come facciamo a ubbidire se non ci sforziamo di conoscere? È un’ubbidienza finta, un giuramento finto, un “si che non è si e un no che non è no”, e che nella piscina non ci sta!…ma quello che farai da domani, cioè che rientrerai a casa e abbraccerai tua moglie, parlerai con i tuoi figli e lascerai il computer e il telefono da parte… quello ci sta dentro la piscina. Ora che sai, puoi scegliere: col Signore non possiamo fare promesse da marinaio, non possiamo fare promesse vuote, giuramenti finti: “ti prometto che da domani migliorerò, ti giuro che mi prenderò cura della mia famiglia, ti giuro che cercherò di impegnarmi ad amministrare bene il denaro…ti giuro questo…ti giuro quello!!” Tutte queste cose non ci stanno dentro la piscina!…il Signore vuole vedere cosa c’è dentro la piscina per Lui: impegno pratico, determinazione pratica, amore vero e pratico, passione per Lui, passione per la Sua Parola…queste cose ci stanno dentro la piscina! E queste cose sono dentro la tua piscina delle promesse? Queste sono il vero giuramento che Lui desidera: un parlare e giurare dove “si” vuol dire “si” e “no” vuol dire “no”!

Dunque giura di non giurare più…perchè tutte le volte che nomini il nome di Dio lo stai facendo! Guarda la tua vita spirituale e cura la tua comunione con Dio in spirito, affinchè lo Spirito di Dio possa renderti forte nell’uomo interiore, là dove avvengono i giuramenti sinceri e i veri impegni presi davanti a Dio.

Il Signore Dio ci benedica!!

Stefano Carta

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