Secondo Alain Marsaud e Thierry Mariani, entrambi deputati dell’Ump per i Francesi all’estero, il Caf, la Cassa per gli Assegni Familiari d’Oltralpe, avrebbe scoperto che, nell’area Sud-Ovest del Paese, almeno una decina di propri assistiti, partiti per la jihad in Siria, continuerebbe a ricevere regolarmente i contributi statali. In un caso, ad esempio, si parla di ben 2.200 euro al mese. Contro ogni regola. La legge, infatti, stabilisce che i cittadini trasferitisi all’estero da oltre quattro mesi, non abbiano più diritto a percepire sostegni dallo Stato, ammortizzatori sociali compresi. Questo almeno in teoria. Ma la pratica è un’altra cosa, ben più complessa: è compito del Caf dimostrare l’abbandono del domicilio da parte del beneficiario. I margini di verifica a disposizione sono, tuttavia, ridotti al lumicino: l’ente non può, ad esempio, confrontare i dati a sua disposizione con quelli della Polizia, per non violare le libertà individuali. E gli accertamenti a domicilio, quand’anche l’appartamento risultasse vuoto, si fermano davanti alla targa col nome dell’intestatario sulla cassetta delle lettere: basta questo, infatti, perché la presunzione d’innocenza prevalga sul dubbio ed i sussidi continuino ad essere erogati. Un giochetto da ragazzi.
Secondo l’emittente Rmc, che ha sollevato il caso, Marsaud e Mariani hanno predisposto un’interrogazione, da discutersi in Assemblea, per consentire così ai parlamentari di istituire in merito un’apposita commissione d’indagine, dato che il Caf non avrebbe i mezzi per istruirla. C’è da sperare che venga al più presto individuata una soluzione, poiché è scandaloso che, a mantenere gli jihadisti occidentali sul fronte siriano (peraltro potenziali kamikaze in caso di rientro in Patria), sia proprio lo Stato francese, quindi – in ultima istanza – tutti i contribuenti.
Fonte: http://www.nocristianofobia.org/
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