Governo contro Libertà religiosa

l43-palazzo-madama-senato-120314201749_big“Il governo ha ridotto i margini di libertà religiosa rispetto alla legge del 1929 approvata dal regime fascista”, ha dichiarato Lucio Malan, senatore di Fede Evangelica, al termine della seduta del Senato in cui il sottosegretario all’interno Domenico Manzione ha risposto a una sua interrogazione del 24 febbraio scorso sulla limitazione imposta dal Viminale all’approvazione delle nomine a ministro di culto decise dalle confessioni senza concordato o intese.

“Il rappresentante del governo ha rivendicato la decisione del ministero di applicare un parere del consiglio di Stato che impone una serie di limitazioni nell’approvazione della nomina dei ministri di culto, limitazioni in nessun modo previste dalla legge fascista e neppure mai applicate (fatto salvo l’orrore delle leggi razziste del 1938 contro gli Ebrei). In particolare il ministero non approva le nomine se non a fronte di almeno 500 fedeli e – novità appresa oggi – dell’esistenza di un locale di culto nel comune di residenza dell’aspirante ministro. Il numero di 500 è stato suggerito dal Consiglio di Stato sulla base nella falsa nozione secondo la quale tale sarebbe la consistenza delle più piccole parrocchie cattoliche con sacerdote residente. Come già avevo scritto nell’interrogazione, ho ribadito che esistono numerose parrocchie cattoliche assai più piccole, a cominciare dalla mia Val Pellice, dove ne sono costituite anche in comuni con meno di 500 abitanti, la maggior parte dei quali valdesi come me.
Ma se anche fosse vero il dato, imporlo alle altre confessioni è discriminatorio e irragionevole, poiché le confessioni minoritarie possono raggiungere i 500 fedeli solo in aree vastissime, richiedendo un impegno di tempo molto maggiore al ministro di culto che spesso non è a tempo pieno. Completamente folle è il requisito dell’esistenza di un locale di culto nel comune di residenza del ministro. Per le confessioni minoritarie spesso una singola congregazione risiede in un territorio corrispondente a un’intera diocesi cattolica o a una provincia. Che senso ha imporre al ministro di culto di risiedere per forza nel capoluogo o alla sua congregazione di ritrovarsi nel piccolo e marginale comune nel quale egli ha ben diritto di abitare?
Il sottosegretario ha anche più volte affermato che la qualifica di ministro di culto servirebbe ‘solo’ per celebrare matrimoni, quando invece la legge la ritiene indispensabile per una serie di attività come le visite negli ospedali, nelle case di cura e di riposo, nelle caserme oltre a garantire altre prerogative.
È davvero sconcertante che un governo nel 2015 restringa la libertà religiosa rispetto al regime fascista, dopo che per 80 anni la legge era stata applicata senza problemi.
Qui si sta violando la Costituzione, la Carta Europea dei diritti, la Dichiarazione universale dei diritti umani e persino il trattato di pace dell’Italia con le forze alleate. Ora valuterò quali ulteriori passi fare nei confronti di questo sconcio contro il quale mi batto da tre anni, ma che oggi scopro essere ancora più grave di quanto sembrava.”
Redazione | notiziecristiane.com

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook