I Cristiani difendono l’ambiente dell’Amazzonia, minacciato dagli interessi di mercato

Pastaza – Negli ultimi giorni scontri e massacri fra diverse tribù di indios, inseriti nella questione, più ampia e complessa, dello sfruttamento dei terreni dell’Amazzonia: sono le tensioni registrate nelle ultime settimane nell’Est dell’Ecuador, nella foresta amazzonica, che hanno generato forti preoccupazioni nel mondo cristiano. Le autorità della zona “non hanno fatto nulla per chiarire i fatti che riguardano la comunità di Yarentano”, dove sono stati massacrati 20 indigeni della etnia Taromenane.
Secondo informazioni pervenute all’agenzia di stampa Fides, il massacro dei Taromenane è una vendetta per l’omicidio di una coppia della popolazione di Yarentano. La situazione, molto complessa, è generata dal processo di industrializzazione di una parte dell’Amazzonia, dove vivono gruppi indigeni definiti “popoli occulti”.
Lo sfruttamento dell’Amazzonia ecuadoriana e la colonizzazione accelerata di territori incontaminati hanno indotto le popolazioni indigene a spostamenti forzati, a causa della trasformazione del loro habitat e della diminuzione delle fonti di sopravvivenza Tra i Waori da un lato e i Tagaeri e i Taromenane dall’altro si è scavato un fossato profondo. I primi infatti sono entrati in contatto con il mondo esterno e in molti lavorano nelle stesse compagnie petrolifere e minerarie. Gli altri due gruppi hanno invece rifiutato ogni tipo di relazione con l’esterno e vivono in una zona impenetrabile della foresta amazzonica, nel Parco Nazionale Yasuní.
Secondo il presidente della Federazione nazionale degli indigeni dell’Ecuador (CONAIE), Humberto Cholango, “i tragici fatti di cronaca sono il risultato di un problema strutturale. Il modello di sviluppo seguito da parte dello Ecuador ha acuito la pressione sulla vita dei popoli indigene. Le pressioni sui territori indigeni hanno provocato conflitti tra i Waori e le tribù dei Tagaeri e Taromenane”.

“La voracità delle grandi imprese multinazionali e dei governi senza scrupoli minacciano l’ambiente naturale dell’Amazzoni”: lo ha denunciato il religioso Julio Parrilla, a margine di un incontro missionario della “Rete Ecclesiale Amazzonica”.
Molti pensano ancora che ci sia una quantità illimitata di energia e di risorse che si possono utilizzare, e che gli effetti negativi della manipolazione selvaggia della natura può essere facilmente assorbita. Ma questo è totalmente falso. Tali atteggiamenti, non sono radicati nella scienza o nella tecnologia, ma in una ideologia tecnocratica al servizio degli interessi del mercato. L’influenza della secolarizzazione, perché nella misura in cui l’uomo si allontana da Dio, cade nella tentazione di pensare che tutto è permesso, al fine di soddisfare i propri desideri e bisogni immediati”.
Le comunità cristiane  latinoamericane  presenti in Amazzonia, invitano a superare i preconcetti che lungo i secoli l’ideologia dominante ha costruito attorno all’Amazzonia e ai suoi abitanti. Promuove la conoscenza della realtà amazzonica, dei suoi popoli e della relazione con l’ambiente, costruendo e divulgando proposte alternative che privilegino la vita, il rispetto dell’ambiente e la comunione tra le chiese. Percorre “un cammino di corresponsabilità” che denunci i soprusi dei progetti di morte e costruisca la vita e la missione in questa terra.

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