I MERITI DELLE OPERE VANNO SOLO E SEMPRE A DIO

14089393_1747320012174094_2111773127_nL’esaltazione dell’io distrugge sia la lode di Dio e sia la certezza della propria salvezza in quanto ogni giustizia fondata sulle opere, ossia sulla “vana gloria”, non ha riscontro sulla misericordia di Dio e nella comunione con Cristo di conseguenza nella sola fede.
Dobbiamo vigilare attentamente per non cadere in quest’errore comune e fare sì che la giustizia delle opere sia basata unicamente sull’osservanza completa e perfetta della Parola di Dio che dice chiaramente che nessuno è giustificato per le sue opere ma solo per grazia ricevuta anche se le opere ci fanno acquisire favore dinanzi a Dio.
Quando facciamo prevalere lo spirito dell’io e cioè della vana gloria ogni nostra opera è resa invana al cospetto di Dio perché non è radicata nell’autenticità della fede.
Se versi in questa condizione, oggi sei inviato a esaminare te stesso alla luce delle Scritture con il desiderio che come cristiano ritorni alla sobrietà della fede e la conservi fino alla fine dei tempi perché chiunque si trova in questa condizione spirituale è una persona piena di orgoglio che oscura la grazia di Dio e alimenta la “vana superbia” ossia la “vana gloria”. Riposizionati spiritualmente oggi che ne hai l’opportunità, fai tacere e diminuire il tuo “io”, i tuoi “meriti umani” solo così può tornare a regnare in te Gesù Cristo e la grazia di Dio. Non attribuire nulla ai tuoi meriti ma tutto alla misericordia di Dio e riconosci che tutto quello che hai di buono non è per tuo merito ma ti proviene da Dio, dalla Sua misericordia, dalla Sua grazia, dalla Sua bontà e dalla Sua pura generosità. Così facendo eviti ogni pericolo di povertà, di ingratitudine e di presunzione (Ezechiele 36:22,23 “Annunzia alla casa d’Israele: Così dice il Signore Dio: Io agisco non per riguardo a voi, gente d’Israele, ma per amore del mio nome santo, che voi avete disonorato fra le genti presso le quali siete andati. Santificherò il mio nome grande, disonorato fra le genti, profanato da voi in mezzo a loro. Allora le genti sapranno che io sono il Signore – parola del Signore Dio – quando mostrerò la mia santità in voi davanti ai loro occhi”). Sappi che per ereditare la salvezza i meriti non bastano infatti la Scrittura dice chiaramente che che esse non possono sostenere le opere di Dio in quanto al Suo cospetto sono spazzatura e impurità e Dio stesso ci ordina di considerarci dei servi inutili anche quando fossimo riusciti a fare tutte le cose da Lui ordinateci (Luca 27:10 “Così anche voi, quando avrete fatto tutte le cose che vi sono comandate, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto ciò che dovevamo fare”»”, perché neanche così abbiamo compiuto qualcosa di gratuito verso Dio ma ci sdebitiamo semplicemente dei servizi dovutigli in cambio dei quali Egli non ci deve alcuna grazia.
Tuttavia il Signore per il  Suo immenso amore nei nostri confronti chiama nostre le opere che ci ha date e le quali non solo gli sono gradite ma ci saranno anche da Lui ricompensate, questa è la Sua promessa e oggi la vogliamo afferrare e farla nostra posizionandoci nel fare il bene secondo la Sua santa e benedetta volontà che richiede il fare morire il nostro “io” e il fare prevalere i “frutti dello Spirito Santo” in noi. Con la consapevolezza che non possiamo attribuirci il merito delle nostre opere che è frutto solo ed esclusivamente della grazia di Dio, se riconosciamo questa verità e ci svuotiamo di noi stessi conserviamo la fede pura e intera per Dio. Non dimentichiamo che quando Dio ci chiamerà in giudizio le nostre opere saranno giudicate sulle basi della Sua giustizia e non su quello che è la nostra giustizia che ai Suoi occhi inquina, sporca ed è piena di confusione.
Le buone opere dunque piacciono a Dio e non sono inutili quando le facciamo perché in cambio ne riceviamo grandissimi benefici da Dio e non perché lo meritiamo ma per la Sua benignità che ci conferisce questa ricompensa come premio. La nostra giusta attitudine a questo merito è di non perdere mai di vista la consapevolezza di chi stiamo servendo, di chi è il nostro benefattore e di scegliere di comportarci come figli grati e umili nei confronti del nostro Padre Eterno, ricordandoci sempre che se siamo “liberi” è solo per la Sua grazia e quindi il nostro fondamento deve essere esclusivamente basato su Gesù Cristo che è l’autore della nostra salvezza (1Corinzi 3:10 “Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come savio architetto io ho posto il fondamento, ed altri vi costruisce sopra; ora ciascuno stia attento come vi costruisce sopra”); Colui che ci ha aperti la via per poterci riconciliare al Padre che ci ha dato quale giustizia (1Corinzi 1:30 “Ora grazie a lui voi siete in Cristo Gesú, il quale da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione”).

Nessuno dunque può essere radicato in Cristo se la propria giustizia non risiede interamente in Lui che è stato mandato dal Padre per essere la nostra giustizia e per mezzo del quale siamo stati scelti in Lui non per i nostri meriti ma secondo il libero volere di Dio (Efesini 1:4 “Allorché in lui ci ha eletti prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi e irreprensibili davanti a lui nell’amore”); per mezzo della Sua morte siamo stati riscattati dalla condanna a morte e liberati dalla perdizione (Colossesi 1:14,20 “In cui abbiamo la redenzione per mezzo del Suo sangue, il perdono dei peccati. Egli è l’immagine dell’invisibile Dio, il primogenito di ogni creatura, poiché in Lui sono state create tutte le cose, quelle che sono nei cieli e quelle che sono sulla terra, le cose visibili e quelle invisibili: sia troni o signorie o principati o potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di Lui e in vista di Lui. Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in Lui. Ed Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; Egli è il principio, il primogenito dei morti affinché abbia il primato di ogni cosa, perché è piaciuto al Padre di fare abitare in Lui tutta la pienezza e di riconciliare a se tutte le cose per mezzo di Lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della Sua croce; per mezzo di Lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, tanto quelle che sono nei cieli”); in Lui siamo stati adottati dal Padre celeste per essere i Suoi figli ed eredi (Giovanni 1:12 “ma a tutti coloro che lo hanno ricevuto, egli ha dato l’autorità di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome”); per mezzo del Suo sangue siamo stati riconciliati con Dio (Romani 5:9,10 “Molto piú dunque, essendo ora giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui. Infatti, se mentre eravamo nemici siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del suo Figlio, molto piú ora, che siamo stati riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita”); salvaguardati da Lui siamo liberati dal pericolo di morire (Giovanni 10:28 “E io do loro la vita eterna e non periranno mai, e nessuno le rapirà dalla mia mano”); incorporati a Lui siamo già in qualche modo partecipi della vita eterna essendo entrati in speranza nel Regno di Dio che ci ha accolti nella Sua comunione e anche se portiamo ancora un corpo mortale Egli è per noi vita (2Corinzi 4:10 “Portando del continuo nel nostro corpo il morire del Signore Gesú, affinché anche la vita di Gesú si manifesti nel nostro corpo”).

CONCLUSIONE:
Tutti i Suoi beni sono nostri, in Gesù Cristo abbiamo tutto e in noi nulla. Dobbiamo dunque edificarci su questo fondamento se vogliamo essere dei templi consacrati a Dio (Efesini 2:21,22 “Su cui tutto l’edificio ben collegato cresce per essere un tempio santo nel Signore, nel quale anche voi siete insieme edificati per essere una dimora di Dio nello Spirito”).

Luisa Lanzarotta | Notiziecristiane.com

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