I testimoni di Geova si definiscono una religione cristiana, in realtà sono un movimento fondamentalistico. La congregazione fondata da Charles Russell è nata negli Stati Uniti, nazione da sempre terra di fondamentalisti che applicano alla religione logiche commerciali. I testimoni di Geova hanno scimmiottato il cristianesimo del primo secolo, ma di cristiano non hanno nulla, sono solo uno di quei tanti movimenti religiosi che infestano il mondo e che predicano bene per poi razzolano male.
La Watch Tower, la società legale che guida i testimoni di Geova, si è sempre dichiarata “separata” dal sistema politico del mondo, ma in questo sistema politico si è inserita a pieno titolo. La storia dei testimoni di Geova ha dimostrato come i capi del movimento abbiano sempre stretto accordi con i governi che si sono succeduti nel corso della storia ogni qualvolta avevano bisogno di favori e di sostegno. La loro adesione alle Nazioni Unite nel 1991 è stato l’emblema di questa volontà della Watch Tower di ingraziarsi le autorità mondane.
La neutralità politica che i testimoni di Geova hanno sempre sbandierato è spesso finita lì dove subentrava l’interesse economico. Nel 2000, per esempio, chiesero al governo italiano di riscuotere l’otto per mille dell’Irpef, ma il tentativo andò a vuoto. Tornarono all’attacco nel 2010, ma l’accordo si arenò in Senato. I testimoni Geova sono un gruppo ipocrita: parlano male di “Cesare” ma poi vanno da Cesare a chiedere soldi.
Questo malgrado siano a capo di un impero economico costruito grazie a un esercito di fedeli che si recano di casa in casa a vendere libri e riviste come se fossero rappresentanti di una casa editrice. Fedeli “costretti” a predicare gratuitamente e a tirar fuori i soldi per sostenere l’organizzazione tramite donazioni volontarie, incoraggiate con la scusa che donando alla Watch Tower in realtà si dona a Dio. Una strategia imprenditoriale che ha permesso alla Watch Tower di incassa fiumi di soldi che poi deposita sui paradisi fiscali o investe in aziende sparse in tutto il mondo, comprese quelle che operano nel settore del tabacco e degli armamenti.
La Watch Tower ha l’abitudine di invitare i propri fedeli a non dare troppa importanza ai beni materiali e a non farsi coinvolgere nella ricerca spasmodica delle ricchezze terrene. Poi scopri che è proprietaria di titoli societari, quote azionarie, obbligazioni bancarie, locali commerciali, immobili comprati con i soldi dei fedeli o costruiti con manodopera gratuita reclutata tra gli stessi fedeli. Strutture che poi vengono rivendute a prezzo maggiorato e incassandone tutto il ricavato. Un ricavato da cui a trarne beneficio non sono i singoli fedeli, ma sono i loro capi, in particolare i membri del corpo direttivo, quelli che si sono proclamati eletti del Signore.
Per anni i testimoni di Geova hanno demonizzato la Chiesa Cattolica. L’hanno definita una “sinagoga di Satana” piena di pedofili. Poi abbiamo saputo che anche loro sono stati travolti dallo scandalo pedofilia. Uno problema che ha scosso le fondamenta di un movimento che ha “coperto” questi abusi per non finire nella pubblica gogna. Una pratica andata avanti per anni e che ha costretto la Watch Tower a sborsare un bel po’ di soldi per risarcire, spesso privatamente, i fedeli abusati, molestati, violati nel fisico e nella mente.
Nonostante questo i testimoni di Geova continuano a recitare la parte delle vittime. Interpretano le grane giudiziarie che li vedono coinvolti come segno di persecuzione nei loro confronti, non si fanno mai un esame di coscienza per capire dove sbagliano. Perché i testimoni di Geova sono un gruppo presuntuoso: non ammettono mai le loro colpe; sono convinti di essere sempre dalla parte della ragione; non contemplano l’idea che siano le loro politiche a metterli nei guai. No. Per loro la colpa è sempre e sempre e solo di governanti, magistrati e giornalisti che mettono in cattiva luce l’operato della Watch Tower.
Questo è uno dei motivi per cui i testimoni di Geova hanno un rapporto conflittuale con i mezzi di informazione. Perché sono i media a tirar fuori gli scheletri che l’organizzazione ha nascosto negli armadi. Non è un caso che la Watch Tower inviti i suoi fedeli a evitare di leggere articoli polemici contro l’organizzazione, liquidando ogni notizia che li riguardano come una menzogna, anche se queste “menzogne” sono compravate da fatti, documenti, sentenze, testimonianze. La Watch Tower teme che i membri del gruppo possano imbattersi in verità che facciano traballare la loro fede e di conseguenza cercano di chiudere i loro occhi e le loro orecchie.
I testimoni di Geova si definiscono cristiani, in realtà sono una setta di stampo massonico che ha rinchiuso gli adepti in un recinto mentale ben definito, tenendoli al guinzaglio con una serie infinita di divieti, proibizioni, inibizioni. E’ necessario elencare le norme della Watch Tower per comprendere che la libertà individuale tra i testimoni di Geova è una chimera: i testimoni di Geova non possono frequentare persone “del mondo”. Non possono celebrare compleanni o festività natalizie. Non possono avere rapporti prematrimoniali o momenti intimi tra fidanzati. L’organizzazione detta loro quale lavoro è possibile fare e quale evitare, come vestirsi, come pettinarsi, come parlare, quali film possono vedere, quali libri possono leggere, quali svaghi possono concedersi. Tutto viene deciso dall’alto. Perfino quali rapporti sessuali tra coniugi sono permessi e quali vietati.
Questo elenco di divieti spiega il motivo per cui molti testimoni di Geova abbandonino l’organizzazione: perché sono stanchi di sottostare a un sistema coercitivo. Non tutti però lo fanno perché la manipolazione mentale subita dall’indottrinamento rende difficili Ma il prezzo da pagare può essere caro a livello psicologico. Un problema che in molti casi permane anche Che prima demonizzavano. Hanno difficoltà a socializzare, a reinserirsi nel mondo del lavoro, a rifarsi una vita. Ci vuole tempo per disintossicarsi, dopo aver abbandonato la setta, perché gli ex fedeli si trovano catapultati in un mondo
Qualcuno è costretto a rivolgersi alle associazioni alle onlus per superare il “trauma”. Soprattutto se alle difficoltà sociali si aggiungono pure le problematiche legate all’ostracismo che spinge i testimoni di Geova a ripudiare i propri familiari, andando contro legami di sangue per un precetto biblico anacronistico. Non è un caso che molti testimoni di Geova abbiano affermato di non essere contenti di stare dentro l’organizzazione, ma abbiano ammesso di starci solo per non perdere i legami che hanno con i loro familiari che sono ancora dentro la comunità. La loro presenza alle adunanze si è ridotta a pura formalità e la loro predicazione viene svolta più che altro per un senso del “dovere” che per entusiasmo.
Mario Barbato
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