In Brasile la Chiesa cattolica è ai minimi storici

5260cee9ffd8b6c33a24bbce5ada16abUna ricerca afferma che il 57% dei brasiliani si dichiara cattolico. Nel ’94 era il 75%. Crescono le chiese evangeliche pentecostali e non. Nel suo primo viaggio internazionale, papa Francesco incontrerà un Brasile in cui la presenza cattolica è in continuo declino con fedeli che si sentono sempre più distanti dalla Chiesa, sia nelle celebrazioni sia per quanto riguarda alcuni convincimenti come il matrimonio gay e l’adozione fatta da coppie omosessuali.


È il risultato di una ricerca realizzata da Datafohla a inizio giugno: il 57% dei brasiliani con età superiore ai 16 anni si dichiara cattolico ed è la percentuale più bassa nella storia del Paese. Nel 2007 una ricerca simile dava come risultato il 64% e nel 1994 i brasiliani che si dichiaravano cattolici ero il 75%.

Il secondo maggior blocco religioso del Brasile è quello degli evangelici pentecostali (membri di chiese come l’Assemblea di Dio) con il 19%. Dietro ci sono gli evangelici non pentecostali (delle chiesse protestatnti classiche come i metodisti e i battisti) con il 9%.

La presenza religiosa di evangelici sia pentecostali che non pentecostali è superiore a quella dei cattolici se si osservano altri indicatori, come la frequenza nei culti e le contribuzioni finanziarie. La maggioranza degli evangeli (63% di pentecostali e 51% di non pentecostali) afferma di frequentare i culti più di una volta a settimana contro il 17% dei cattolici.

Il 28% dei cattolici afferma di partecipare alle cerimonie una volta alla settimana, mentre il 21% di questi solo una volta al mese. I numeri sono simili quando si tratta di contribuire finanziariamente. Il 34% dei cattolici in Brasile afferma di contribuire spesso contro il 50% degli evangelici. Quasi un terzo dei cattolici afferma di non devolvere nulla alla Chiesa, mentre poco meno del 10% degli evangelici non contribuisce.

La ricerca conferma l’idea che tra le chiese cristiane brasiliane i cattolici tendono ad essere più liberali nonostante l’orientamento contrario delle gerarchie della Chiesa. Solo una minoranza si dice contraria alla legalizzazione delle unioni gay (il 36%) e contro l’adozione per le famiglie omosessuali (il 42%), indici inferiori a quello che pensa il resto della popolazione e molto più bassi di quelli registrati tra gli evangelici, che sono contrari rispettivamente al 65% e 70%.

Solo l’8% dei cristiani, secondo la ricerca, afferma di aver scelto dei candidati politici appoggiati dalla Chiesa, ma questo indici cade al 5% tra i cattolici e sale sopra all’8% tra gli evangelici pentecostali.

Egualmente solo l’11% dei cattolici afferma che l’opinione dei leader religiosi è importante nell’orientamento del voto, rispetto al 21% degli evangelici.

In definitiva appare che il numero dei cattolici è in continuo decremento e che all’interno della comunità cattolica i valori tradizionali sono molto meno sentiti rispetto a quelli che vengono affermati dalla Chiesa. Sarà anche questo un compito di Papa Francesco, ossia rendere la Chiesa cattolica più vicina ai sentimenti dei brasiliani? È una sfida, nel frattempo in Brasile il cattolicesimo ha raggiunto i suoi minimi storici.

(fonte Globalist)

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