Venerdì 10 giugno, nella cittadina bavarese di Fürth è stato recitato il primo sermone non da un predicatore in carne e ossa ma dall’intelligenza artificiale di ChatGpt.
L’esperimento ha previsto l’installazione di uno schermo al centro della chiesa, dove vari avatar hanno intonato canti e preghiere sulla falsariga di un tradizionale appuntamento della comunità protestante.
Il pastore virtuale ha officiato un servizio durato circa 40 minuti, incluso il sermone, le preghiere e la musica. I partecipanti hanno apprezzato, pur sottolineando che l’interazione umana appare ancora necessaria in alcuni aspetti.
La funzione ha visto riunirsi circa 300 persone nella Chiesa luterana di San Paolo.
Secondo l’Associated Press, il congresso biennale della Chiesa evangelica tedesca (Ekd) ha affrontato diversi temi di attualità mondiale, tra cui il cambiamento climatico, la guerra in Ucraina e l’intelligenza artificiale. Il culto gestito dal programma di chatbot è stato una dimostrazione delle capacità dell’intelligenza artificiale, oltre che una cartina di tornasole di come una congregazione potrebbe rispondere a un servizio religioso scritto dall’intelligenza artificiale.
Il culto guidato dall’intelligenza artificiale è stato un’idea di Jonas Simmerlein, teologo e filosofo 29enne dell’Università di Vienna. Ha stimato che circa il 98% del culto è stato scritto dalla “macchina”. Ha precisato di non voler intendere che l’intelligenza artificiale possa sostituire un predicatore, ma che potrebbe essere un modo per aiutare a liberare un po’ di tempo e rendere più semplice il lavoro quotidiano.
«L’intelligenza artificiale si impadronirà sempre più delle nostre vite, in tutte le sue sfaccettature», ha detto Simmerlein. «Ed è per questo che è utile imparare a gestirla».
Il filmato dell’evento mostra che l’intelligenza artificiale si è rappresentata attraverso diversi avatar, tra cui una donna che sembrava guidare le preghiere e un uomo che ha tenuto la predicazione.
«Cari amici, è un onore per me stare qui e predicare a voi come prima intelligenza artificiale al congresso dei protestanti di quest’anno in Germania», ha riferito un avatar aprendo il sermone.
Secondo quanto riferito, le voci erano monotone e le espressioni facciali neutre, e alcuni partecipanti hanno notato che a volte parlavano un po’ troppo velocemente. Il sermone tenuto ha seguito il tema della convention, “Ora è il momento”, parlando di lasciarsi alle spalle il passato, affrontare il presente, superare la paura della morte e riporre fiducia in Gesù Cristo.
Secondo quanto riferito, i partecipanti hanno avuto reazioni contrastanti, con la maggior parte delle opinioni che vanno dal negativo all’insoddisfatto. Heiderose Schmidt, una donna di 54 anni che lavora nel settore informatico, ha detto di aver partecipato all’evento per curiosità, ma è stata scoraggiata dalla mancanza di «cuore e anima» nel predicatore dell’AI, oltre che dalla voce monotona.
Marc Jansen, pastore luterano di trentun anni, è rimasto più colpito dalla capacità dell’intelligenza artificiale di organizzare una funzione religiosa, ma ha notato che in alcuni momenti il viaggio è stato un po’ «accidentato». Si è detto sorpreso di quanto sia andata bene, ma ha anche lamentato la mancanza di emozioni o di spiritualità, che considera fondamentali per i suoi scritti. La più grande limitazione osservata è stata l’incapacità dell’Intelligenza artificiale di interagire con il gregge dei fedeli. Ci sono stati momenti in cui l’intelligenza artificiale è stata in grado di attirare le risate della folla, ma non è stata in grado di rispondere o di riconoscere il momento. Sembra che gran parte del consenso sia stato espresso sul fatto che l’IA potrebbe essere utilizzata come strumento per aiutare i predicatori a liberare il loro tempo, ma la celebrazione di un servizio religioso richiede ancora un tocco umano.
La strada è comunque segnata anche in questo ambito
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