Iran, Autorità intimano al pastore Saeed di abiurare

Funzionari iraniani minacciano il pastore irano-amerocano Saeed Abedini, di prolungare la sua detenzione, oltre agli otto anni già inflitti, se non accetterà di rinunciare alla fede cristiana.  Lo rivela American Center for Law and Justice (ACLJ) che rende pubblica una lettera dello stesso pastore Abedini, del 9 marzo, dove parla di umiliazioni e pressioni psicologiche quotidiane.Scrive Abedini nella sua lettera:  

« – “Rinuncia alla tua fede in Gesù Cristo e torna all’Islam o non otterrai la libertà. Faremo in modo di tenerti in prigione anche dopo che avrai finito di scontare gli otto anni a cui sei stato condannato”. Sono queste le minacce che gli ufficiali penitenziari mi rivolgono. La mia risposta a loro è Romani 8:35-39. I problemi e le difficoltà fanno parte della vita cristiana. Persecuzioni e difficoltà non costituiscono una novità, ma sono frequenti nell’esperienza cristiana. Ma è attraverso e sofferenze e tribolazioni che dobbiamo entrare nel Regno di Dio»

Abedini conclude la sua lettera così: «Pastore Saeed Abedini, servo e schiavo di Gesù Cristo in catene, con grande gioia di rivederti presto. Carcere Evin 9 marzo 2013.»

Saeed Abedini -nato e cresciuto in Iran, convertitosi al cristianesimo a 20 anni e dal 2002 sposato a una statunitense- e’ stato condannato a 8 anni di prigione da un tribunale di Teheran per proselitismo e gestione di una ‘chiesa sotterranea’ nel paese, con l’accusa di per minacciare alla sicurezza interna iraniana.

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