Teheran, 18 apr. – L’uomo era in attesa di essere impiccato, con la corda gia’ intorno al collo, quando la madre del giovane iraniano che aveva ucciso in una lite di strada ha fermato l’esecuzione. Cosi’ ha avuto salva la vita Balal, condannato a morte per aver accoltellato un giovane quando era 19enne a Nowshahr, nel nord dell’Iran.
La madre della vittima, Samereh Alinejad, accompagnata dal marito, un ex allenatore di calcio, e’ salita sul patibolo e si e’ avvicinata all’omicida, in piedi sulla sedia con una benda nera sugli occhi.
Di fronte all’uomo che piangendo chiedeva pieta’, la donna si e’ fermata, lo ha guardato in faccia e gli ha assestato uno schiaffo, sfilandogli poi il cappio.
Un gesto emotivo, ha spiegato lei stessa, che “mi ha aiutato a calmarmi”, “ora che l’ho perdonato mi sento sollevata”. “Sono una credente, ho avuto un sogno in cui mio figlio mi ha detto che era in pace e in un bel posto…dopo questo, tutti i miei familiari, anche mia madre, hanno fatto pressioni su di me per perdonare l’omicida”, ha aggiunto la donna, che 4 anni fa ha perso anche un altro figlio in un incidente stradale. “Sapete cosa vuol dire vivere in una casa vuota?”, aveva chiesto poco prima ad alta voce alla folla assiepata per assistere all’esecuzione.
Per Balal, quello schiaffo e’ stato lo spazio tra la vendetta e il perdono. “Avrei voluto che qualcuno me lo avesse dato quando volevo portare un coltello con me”, ha dichiarato in un’intervista televisiva. La sua condanna a morte aveva suscitato una forte campagna d’opinione nel Paese: in tanti avevano chiesto alla famiglia di personarlo. Tra questi, anche il popolare commentatore di calcio, Adel Ferdosipour, e l’ex calciatore internazionale, Ali Daei. Secondo i dati delle Nazioni Unite, dall’inizio dell’anno oltre 170 persone sono state condotte al patibolo in Iran.
Fonte: agi.it
Fonte: http://www.nocensura.com/
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