Iran: Scarcerate Saeed! Naghmed ha parlato al Consiglio dell’Onu!

c55cc395d42ebac49e1ad0300f892bd4La Casa Bianca e il Dipartimento di Stato americano sono di nuovo in contatto con l’Iran per richiedere il rilascio di un pastore statunitense imprigionato per la sua fede.

Saeed Abedini sta osservando una condanna a otto anni di carcere, nella prigione più spietata del mondo, per aver evangelizzato.

Lunedì scorso sua moglie Naghmeh ha parlato al Consiglio per i diritti umani dell’Onu a Ginevra, richiedendo il rilascio del marito. “Perché è recluso? Perché ha esercitato il diritto di libertà di religione, espressione e pacifica congregazione – ha detto al Consiglio – Spero che la mia presenza qui oggi possa essere d’aiuto per quelle popolazioni che soffrono il mancato rispetto di queste libertà fondamentali da parte dei governi”.

Il pastore, originario dell’Iran ma cittadino americano, 33 anni, subisce violenze e torture da quando è in carcere. “Mio marito è stato torturato dagli agenti iraniani in almeno due occasioni note – ha testimoniato – Le percosse gli hanno provocato sintomi di un’emorragia interna”.

Lunedì la Casa Bianca si è detta “profondamente coinvolta” dalla situazione del pastore Abedini e ha promesso di insistere per il suo rilascio finché non tornerà a casa dalla sua famiglia.

E’ intervenuto anche il Dipartimento di Stato Usa. “Condanniamo la continua violazione dei diritti fondamentali dell’uomo da parte dell’Iran e stiamo contattando le autorità locali per ottenere il rilascio del pastore Abedini – ha detto Wendy Sherman dal Dipartimento – Insisteremo attraverso ogni mezzo possibile”.

Ma Abedini non è solo. Lo scorso mese le autorità iraniane hanno chiuso la più grande comunità di lingua persiana e arrestato il pastore. A meno di due settimane dal voto che indicherà il nuovo presidente iraniano, le forze dell’ordine stanno prendendo di mira individui e gruppi considerati pericolosi, come le crescenti chiese cristiane.

Prima del suo discorso, Naghmeh ha scritto su Facebook che voleva sfruttare la sua apparizione al Consiglio per spargere il seme del Vangelo davanti a una platea internazionale. 

“L’iran tiene Saeed in prigione perché lui crede nel perdono dei peccati attraverso Gesù Cristo a che chiunque accetta questo perdono può essere riconciliato con il Dio di pace e amore – ha scritto – E’ il Dio di pace e amore che tutti cerchiamo”.

(BuonaNotizia/CBN-News)

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