King e la “missione integrale”

Nel 55° anniversario dell’uccisione di Martin Luther King, uno sguardo alla complessità del suo pensiero e della sua azione: l’impegno per le persone era unito all’impegno sociale

Cinquantacinque sono gli anni che ci separano da quel 4 aprile del 1968, quando il pastore battista Martin Luther King fu assassinato mentre si trovava sul balcone del Lorraine Motel a Memphis, nel Tennessee.

King era a Memphis per sostenere gli operatori sanitari afrikani americani che erano in sciopero e chiedevano condizioni di lavoro più sicure e una migliore retribuzione. Soltanto un mese prima, il 3 marzo del 1968, King aveva parlato della sua possibile morte, dicendo: «Se qualcuno di voi sarà presente quando arriverà il mio giorno, non voglio un lungo funerale. […] Vorrei che qualcuno menzionasse che quel giorno Martin Luther King Jr. ha cercato di dare la vita servendo gli altri. Vorrei che qualcuno dicesse che Martin Luther King Jr. ha cercato di amare. Voglio che tu dica quel giorno che ho cercato di avere ragione sulla questione della guerra. Voglio che tu possa dire quel giorno che ho provato a nutrire gli affamati. […] E voglio che tu dica che ho cercato di amare e servire l’umanità».

Venti anni prima, nel 1948, durante il suo primo anno al Crozer Theological Seminary, King scrive: «Io devo cercare di cambiare l’anima degli individui, affinché la loro società possa essere cambiata. D’altra parte, io devo provare a cambiare la società, affinché l’anima dell’individuo possa avere una possibilità. Dunque, io devo avere a cuore il problema della disoccupazione, delle baraccopoli e della insicurezza economica. Io sono un profondo sostenitore del vangelo sociale».

Il King che scrive questo saggio, e che James Cone definirà poi un teologo della liberazione, aveva appena 19 anni. Eppure, aveva già chiara l’idea di vivere in una società complessa, fatta di intrecci inestricabili di questioni che non si possono tenere separate. Non si può credere in un Dio che salva l’anima di un individuo e abbandona un popolo nell’ingiustizia. Non si può fare una lotta per i diritti civili senza preoccuparsi anche dei diritti sociali e delle storture di un processo economico che produce disuguaglianze. Non si può predicare la non violenza senza un impegno attivo contro la guerra.

King criticò duramente le schizofrenie di quei credenti bianchi che la domenica insegnavano l’amore di Dio ai bambini della scuola domenicale e durante la settimana linciavano i neri: «Non è possibile che coloro che linciano i neri sono spesso diaconi nella chiesa battista o nella chiesa metodista […]. I peggiori oppressori dei neri oggi sono probabilmente in chiesa. Ross Barnett, governatore del Mississippi, insegna alla scuola domenicale in una chiesa metodista. Mr. Wallace di Alabama ha insegnato per anni nella scuola domenicale».

King fu il testimone di una trasformazione della vita in tutte le sue dimensioni, prefigurando quel cambiamento di paradigma che ha assunto il nome di missione integrale. Una missione che guarda a tutti i bisogni di una persona: spirituale, economico, sociale e politico. Noi, oggi, 55 anni dopo, dovremmo ripartire da qui: da una visione integrale della persona e da un impegno integrale nei confronti di una società sempre più segnata dai paradossi di un individualismo esasperato e da un populismo di massa in cerca del proprio salvatore. Da un’economia fondata sul consumo illimitato e da una depredazione del pianeta terra. Da una corsa sfrenata al riarmo e dalla consapevolezza che le guerre assumono sempre più la dimensione di conflitti globali.

I volontari per i sit-in di protesta contro la segregazione nelle mense a Birmingham, nel 1963, sottoscrivevano un patto i cui verbi guida erano i seguenti: meditare sugli insegnamenti e sulla vita di Gesù; ricordare che la non violenza cerca la giustizia e la riconciliazione e non la vittoria; marciare e parlare con amore; pregare quotidianamente affinché tutti possano essere liberi; sacrificare un desiderio personale perché tutti possano essere liberi; osservare la regola della cortesia; cercare di svolgere regolarmente un servizio verso gli altri e verso il mondo; astenersi dalla violenza di mano, di lingua o di cuore; sforzarsi di essere sereni di spirito e sani nel fisico; seguire le direttive del movimento e di chi ci guida. Non sarà forse nel prendere sul serio questi verbi il miglior modo per ricordare oggi la morte di Martin Luther King Jr.?

https://www.riforma.it/it/articolo/2023/04/04/king-e-la-missione-integrale

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