La Cena appartiene al Signore, l’ultimo libro di Paolo Ricca

10-foto_17Non è un libro sulla santa Cena, né sull’Eucarestia: l’ultimo libro di Paolo Ricca* chiarisce sin dalle prime righe che il corretto nome della «cosa» è quello usato dal Nuovo Testamento: «Cena del Signore» (cfr. 1 Corinzi 11, 20). Con questa precisazione terminologica si evidenzia subito uno degli intenti del libro: far sì che le chiese «riprendano coscienza del fatto che la Cena non appartiene a loro ma al Signore… riconoscere che alla mensa del Signore siamo tutti ospiti».

10-foto_17

Nel prologo l’autore indica i tre scopi del libro. Il primo, «cercare di capire che cos’è la Cena del Signore», è in realtà destinato a non essere pienamente raggiunto, perché il Nuovo Testamento riporta le parole di Gesù sul pane e sul vino della Cena ma non le spiega. È un silenzio che «meritava di essere preso sul serio e rispettato. “Non è bene parlare quando la bocca di Dio è chiusa” (Calvino). Quelle parole devono essere dette, ascoltate, meditate con fede e gratitudine, ma non devono essere spiegate. Se non l’hanno fatto né Gesù né Paolo, non era il caso che provassimo a farlo noi. Ci abbiamo provato, con esiti alla fine negativi: le spiegazioni sono tante, anche antitetiche e inconciliabili fra loro».

Il secondo obiettivo del libro è «cercare di capire perché la Cena, anziché unire, divide». Da secoli, infatti, «vige nella cristianità un regime di apartheid eucaristico… Tutte queste “tavole separate” sulle quali crediamo celebrare la Cena di Gesù possono veramente essere considerate “mensa del Signore”? […] La Cena di Gesù è stata meravigliosamente inclusiva. La Cena di molte chiese cristiane è tristemente inclusiva».

Il terzo scopo lo abbiamo già anticipato: è quello di «esplorare la possibilità di superare l’attuale situazione di apartheid eucaristico, facendo prevalere la volontà di Gesù su quella delle chiese. In concreto si tratterà di verificare il fondamento teologico della cosiddetta “ospitalità eucaristica” che le chiese, pur essendo tra loro ancora divise, possono, volendo, sin d’ora praticare».

Per perseguire questi tre obbiettivi, Ricca sceglie un percorso storico-antologico, proponendo e commentando (come sempre in modo chiaro e puntuale) una serie di testi, dalle fonti bibliche ai Padri della chiesa, agli sviluppi teologici del Medioevo (quando la «transustanziazione» diventa dogma) alla posizione dei Riformatori. E proprio alle posizioni protestanti è dedicata la maggior parte dello spazio, per il semplice motivo che sulla dottrina della Cena la Riforma si è profondamente divisa al suo interno tra il fronte luterano e quello riformato: una divisione che sarà sanata solo nel 1973 con la Concordia di Leuenberg che sancirà finalmente un regime di «comunione di pulpito e di mensa eucaristica».

Nell’antologia proposta ci sono vere e proprie «chicche», testi poco conosciuti come quelli sulla Cena valdese medioevale o la Confessione Tetrapolitana (1530) redatta da Bucero e Capitone, una testo ingiustamente dimenticato che contiene un invito pressante ad «astenersi da ogni contesa e disputa inutile e curiosa». Segnalo inoltre le belle tavole che illustrano il volume e che Ricca commenta dettagliatamente (proprio come fa ogni anno con le illustrazioni del lezionario biblico quotidiano Un giorno una parola, ed. Claudiana), e l’analisi critica delle posizioni del Concilio Vaticano II e della Concordia di Leuenberg.

L’unico rammarico è che, alla fine, il lettore rimane parzialmente «affamato» rispetto al terzo scopo del libro, quello relativo all’ospitalità eucaristica: evidentemente è mancato lo spazio per approfondire adeguatamente la questione, ma ci auguriamo che Ricca possa farlo in un prossimo lavoro.

* Paolo Ricca, l’Ultima Cena, anzi la Prima. La volontà tradita di Gesù, Torino, Claudiana, 2013, pp. 289, euro 18, 50.

Fonte: http://www.riforma.it/

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook