Magdi Cristiano Allam: Stop Islam

A Martellago dei contestatori islamofili ritengono che la cultura debba essere limitata a chi la pensa come loro. Ricordo loro che l’islam non è una religione riconosciuta dallo Stato italiano e che per 1400 anni è stato il nemico dell’Europa e della Chiesa. “Stop islam” non è una dichiarazione di guerra ma un appello a salvaguardare la nostra civiltà

Cari amici, voglio ricordare ai giornalisti che vivo stabilmente in Italia da 48 anni e che sono cittadino italiano da 34 anni. Definirmi “giornalista egiziano” è pertanto sbagliato. Sono orgogliosamente italiano al cento per cento. Ed essendo all’età di 68 anni per mia fortuna in pensione, preferisco non essere qualificato né come giornalista né come ex-giornalista. Gli “ex” non mi sono mai piaciuti. Attualmente svolgo l’attività di scrittore. In parallelo faccio il conferenziere e il formatore culturale.

A tutti coloro che sono interessati al mio pensiero chiarisco che non faccio e non intendo far parte di alcun partito, anche se sono interessato alla politica intesa come gestione dell’attività pubblica e complessiva dei cittadini. Al riguardo ritengo di poter dare un contributo sul piano della formazione culturale, della rinascita civile e della mobilitazione popolare.

Ai giornalisti ricordo inoltre che per descrivere, analizzare, criticare e condannare un fatto o un evento, il requisito minimale è conoscerlo o avervi partecipato. Poi raccomando di descrivere correttamente il fatto o l’evento con la regola aurea delle cinque “w”: who (cosa), what (che cosa), when (quando), where (dove), why (perché).

Ai giornalisti e ai politici chiedo di leggere il mio libro prima di denunciarlo come istigatore all’odio, limitandosi a evocare il titolo “Stop islam”. Sarebbe sufficiente leggere le nove righe sotto il titolo per non lasciarsi andare a reazioni ideologiche e impulsive: “I musulmani come persone vanno rispettati. Ma l’islam come religione è incompatibile con le leggi laiche, le regole della civile convivenza, i valori della sacralità della vita, pari dignità tra le persone, libertà di scelta. Per salvaguardare la nostra civiltà, prevenendo guerre di religione o istigate dal razzismo, per il bene dei musulmani che scelgono di vivere con noi, dobbiamo rimettere fuori legge l’islam nel nostro Stato di diritto come ha fatto l’Europa per 1400 anni.”

Sono stato musulmano per 56 anni e sono stato il musulmano che più di altri si è prodigato per affermare un “islam moderato” in Italia. Sarei un pazzo se coltivassi un pregiudizio nei confronti dei musulmani come persone. Ho sempre detto e sempre dirò che i musulmani come persone vanno assolutamente rispettati e valutati individualmente sulla base delle proprie azioni conformemente alla responsabilità soggettiva su cui si fonda il nostro Stato di diritto.

Vivo da circa 18 anni sotto scorta, sulla base di una decisione dello Stato italiano, per le reiterate condanne e minacce di morte da parte degli islamici. Di fronte a questa realtà tragica ho preso atto che i musulmani come persone possono essere moderati ma che l’islam come religione non è moderato.

Ai giornalisti e ai politici che si riempiono la bocca della Costituzione, ricordo che ad oggi l’islam non è una religione riconosciuta dallo Stato italiano perché non ottempera all’articolo 8 della Costituzione, non avendo stipulato un’intesa con lo Stato ed essendo l’ordinamento giuridico dell’islam, la Sharia, totalmente incompatibile con le le leggi dello Stato.
È vero che l’articolo 19 della Costituzione sancisce la libertà di culto delle persone, ma non è in discussione la libertà di culto dei musulmani come persone, ma l’incompatibilità dell’islam come religione con la nostra Costituzione.

Raccomando ai giornalisti e ai politici di studiare la Storia e di prendere atto che per 1400 anni l’islam è stato il principale nemico dell’Europa, che l’Europa si è salvata dalla dominazione islamica solo perché è riuscita a sconfiggere militarmente gli islamici a Poitiers nel 732, con la Riconquista in Spagna nel 1492, a Lepanto il 7 ottobre del 1571, a Vienna l’11 e 12 settembre del 1683. Senza queste vittorie militari l’Europa avrebbe fatto la fine della sponda meridionale ed orientale del Mediterraneo che fino al Settimo secolo erano al 98 per cento terre cristiane.

Ricordo in particolare che la Repubblica di Venezia, che è stata una delle realtà statuali più longeve della Storia essendo vissuta per 1.100 anni, pur avendo avuto intensi rapporti commerciali anche con i musulmani turchi, non ha mai consentito la presenza di moschee sul proprio territorio e non ha mai legittimato l’islam come religione. Questa è stata per 1400 anni la realtà di tutta l’Europa e della Chiesa cattolica.

Ricordo infine ai giornalisti e ai politici che si riempiono la bocca della Costituzione, che l’articolo 21 legittima la libertà d’espressione e quindi di critica nei confronti delle idee, delle ideologie o delle religioni. Criticare o condannare l’islam come religione è un diritto sancito dalla Costituzione, così come lo è criticare o condannare il cristianesimo o qualsiasi altra fede o ideologia. Chiarisco che criticare o condannare l’islam come religione non significa in alcun modo discriminare o peggio ancora criminalizzare i musulmani come persone. Dobbiamo sempre distinguere tra la dimensione della persona, che va sempre rispettata, e la dimensione della religione che può essere legittimamente criticata o condannata.

Concludo ricordando a tutti che io partecipo come conferenziere a degli eventi culturali aperti a tutti e in cui tutti possono partecipare al dibattito. Quanto è accaduto martedì scorso a Martellago è semplicemente ridicolo. Un giornalista che mi rappresenta in modo distorto e che si limita a enfatizzare le contestazioni di chi non ha gradito la mia partecipazione esclusivamente per il titolo del mio libro “Stop islam”, è la fotografia di una parte dell’Italia che si rifiuta di guardare in faccia alla realtà e che è sottomessa a una visione ideologizzata in generale della nostra Storia e in particolare dell’islam.

Così come è semplicemente ridicolo contestare la presenza del Sindaco a un evento culturale pubblico, quando andrebbe elogiato per promuovere la cultura sul proprio territorio. Questi contestatori islamofili si sono comportati come chi ritiene che la cultura debba essere limitata a chi la pensa come loro, mentre chi non la pensa come loro non avrebbe il diritto di parlare.

Dico loro che siamo tutti sulla stessa barca. Se vogliono continuare a pensarla in modo legittimamente diverso dal mio, devono convergere con me e chi la pensa come me nel salvaguardare questa nostra civiltà laica e liberale dalle radici ebraico-cristiane, greco-romane, umaniste e illuministe, perché è l’unica civiltà al mondo che garantisce a tutti di poter essere pienamente se stessi senza che vengano violati i diritti fondamentali alla vita, dignità e libertà. Sappiamo che tutto ciò finirà qualora malauguratamente la nostra civiltà decadente dovesse essere travolta e dovesse affermarsi l’islam.

Ecco perché “Stop islam” non è un’istigazione a fare la guerra ai musulmani o all’islam, ma è un appello a salvaguardare la nostra civiltà che tutela tutti noi, compresi i musulmani che rispettano le nostre leggi, che ottemperano alle regole della civile convivenza, che condividono i valori della sacralità della vita di tutti, della pari dignità tra uomo e donna, della libertà di scelta individuale.

Magdi Cristiano Allam

Vai su: www.magdicristianoallam.it/libri

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