La chiamata di Israele – Gerusalemme

netanyahu_revoke_citizenshipIl Primo Ministro israeliano ha affermato che non lascerà veder scorrere indifferente la storia: “A tutti i cittadini di Israele in Europa, ritornate in Israele, Israele vi aspetta a braccia aperte, è la vostra casa!

A prima vista sembrerebbe un paternalistico e “dovuto” invito a tutti i cittadini che sono sparsi in Europa e che stanno subendo in quache modo una forma di persecuzione di tornare a casa per essere protetti in misura maggiore, ma in realtà l’invito del Primo Ministro Netanyau nasconde qualcosa di più profondo e importante.

Se da un lato, infatti, è universalmente riconosciuta la grande capacità degli Ebrei e la loro abilità ad introdursi nei più alti ambienti per giocare ruoli importanti e decisivi, è pur vero che dall’altro canto scontano sempre una sorta di persecuzione sorda che affonda le proprie radici nella Parola di Dio che, a causa del collo duro di Israele, ne determina lo sparpagliamento nel mondo pagano. Bene, questa linea ha, proprio secondo la tradizione biblica una fine nel termine del tempo della pazienza di Dio quando il Signore raccoglierà i Suoi preparando a comunicare con il Suo popolo la Sua sovrana Maestà.

I recenti fatti della Danimarca, per quanto siano “scontati” dopo le ripetute minacce dei terroristi islamici e la relativa cronica debolezza della nostra diplomazia a trovare una soluzione vista anche la impossibilità di instaurare un discorso serio con i fautori di questi efferati crimini, hanno spinto logicamente lo Stato di Israele a tenere alto un allerta. E, se Israele non pensa due volte a tradurre in azione le parole, pure non può intervenire direttamente negli Stati Europei facendo giustizia di fatti come la profanazione delle tombe dei Suoi “figli”. Diventa necessario allora raccogliere il popolo disperso. Farlo ritornare in Patria per far prevalere quel senso di patriottismo e di solidarietà che contraddistingue il popolo di Dio e la Sua identità. Israele, per quanto continuamente spaccato e disperso nel mondo intero, conserva ed ha sempre avuto una fortissima identità nazionale.

L’appello al ritorno è rivolto principalmente a quegli Ebrei che vivono nei territori Europei ma anche e soprattutto a quegli ebrei che vivono in territori minaciati direttamente come lo Yemen. Ntanyau ha convocato tutti gli Ebrei in Danimarca, Ucraina, Francia e via dicendo a pensare seriamente a rientrare in Patria. Per questo motivo è stato già stanziato un fondo di solidarietà di 180 milioni di shekel con la promessa di aggiungere altre risorse se quelle già fissate non basteranno: e si, mentre lo Stato di Israele, pur nella sua limitatezza geografica può agire in questo modo perchè sente fortemente la propria identità, altre nazioni, molto più “blasonate” e industrializzate, come la nostra povera Italia, stanno invece con la testa china continuando a dire al proprio popolo di sparpagliarsi e che loro non sono in grado di difenderli neanche all’interno dei propri confini nazionali. E’ una cosa sulla quale, da italiano voglio riflettere.

Gabriele Paolini – notiziecristiane.com

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