Ciao amico\a, come stai? Ho saputo che eri solo/a e ho pensato di farti visita. Qualcuno di molto più grande di noi due mi ha suggerito che ti trovi in prigione. La notizia non è diffusa, tranquillo nessuno sa niente, la tua immagine è preservata ma i tuoi sentimenti sono seriamente danneggiati ed il tuo cuore ha la tachicardia.
Sapevi che esiste la “tachicardia spirituale”? Sì, anche “spiritualmente” il tuo cuore può battere in modo anomalo. L’anomalia può presentarsi anche in caso di stress emotivo, e visto che tu sei in prigione è normale che le tue emozioni siano sotto tortura e che il tuo cuore faccia brutti scherzi.
Come? … Non sai di cosa to parlando? Sei in prigione e non lo sapevi ??? Capita! Ti aiuto…
A volte siamo chiamati a chiedere perdono a volte a perdonare. L’offesa subita, piccola, grande che sia può diventare una trappola. Il grado è davvero soggettivo e cambia a seconda dell’individuo. Molte volte una sola parola è bastata per creare in noi del risentimento verso quella persona che l’ha proferita, e magari proviamo risentimento senza che quella persona ne sappia nulla che ci ha fatto del male. Si impiega davvero poco a sforare nei confini altrui senza che ce ne accorgiamo, spesso è strettamente privato il risentimento, nessuno oltre te e Dio sa cosa sia successo.
Ora per te che sei nella “prigione del risentimento” vorrei consigliarti una chiave per uscire. Purtroppo la prigione del risentimento ha una porta particolare, il foro della serratura si trova solo all’interno, dalla tua parte.
Quest’oggi io posso passarti la chiave attraverso le sbarre ma solo tu puoi decidere di aprire quella porta. Ci sono cose che devono fare gli altri, ma altre cose che puoi fare solo tu.
La chiave della porta è il perdono. Eh sì … il perdono. Molte volte questa è una parola molto scomoda.
Puoi incolpare chi ti pare, se sei ancora in prigione è solo grazie a te stesso\a.
Nessuno puoi invadere la tua vita, entrare nei tuoi sentimenti e forzare la porta del tuo cuore. Tu solo puoi decidere se aprire la porta o restartene rinchiuso.
Se apri quella porta, la sensazione che ne avrai sarà di VERA LIBERTA’, quando perdonerai ti accorgerai di aver dimenticato cosa significasse essere liberi.
Il risentimento penetra in te sempre più profondamente, e si attacca al tuo essere contagiando i tuoi tessuti e tutti i tuoi organi. Il risentimento ti confina in una stanza, ti separa dagli altri e presto potrebbe contagiare la tua mente facendoti avere una visione alterata delle cose.
Il risentimento ha inizio quando Dio, o chi ti circonda, fa qualcosa di diverso da ciò che ti aspettavi.
Il risentimento rappresenta anche un blocco nel tuo rapporto con Dio. Ti presenti a Dio mentre dentro di te c’è risentimento verso qualcun altro; averti che qualcosa non va ma non capisci, finché lo Spirito Santo ti rivela quel nome, quella persona e ti fa vedere che hai un “conto in sospeso”.
Matteo 5:23-24 Se dunque tu stai per offrire la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì la tua offerta davanti all’altare, e va’ prima a riconciliarti con tuo fratello; poi vieni a offrire la tua offerta.
Gesù sta dicendo se hai un problema con un fratello\sorella è buono che tu lo risolva.
Qualcuno si è comportato in modo differente da quello che ti aspettavi, o la situazione è andata in modo opposto e tu ti sei risentito di questo ed in te è nato rancore verso quel qualcuno.
Se sei pratico della Bibbia ricorderai la storia di Naaman il siro o puoi leggerla quando vuoi:
2 Re 5:11-13 Ma Naaman si adirò e se ne andò, dicendo: «Ecco, io pensavo: egli uscirà senza dubbio incontro a me, si fermerà là, invocherà il nome del SIGNORE, del suo Dio, agiterà la mano sulla parte malata, e guarirà il lebbroso. I fiumi di Damasco, l’Abana e il Parpar, non sono forse migliori di tutte le acque d’Israele? Non potrei lavarmi in quelli ed essere guarito?» E, voltatosi, se n’andava infuriato. Ma i suoi servitori si avvicinarono a lui e gli dissero: «Padre mio, se il profeta ti avesse ordinato una cosa difficile, tu non l’avresti fatta? Quanto più ora che egli ti ha detto: “Làvati, e sarai guarito”?»
Tu, come anche Naaman, probabilmente ti renderai conto dopo una onesta analisi che a volte, le persone intorno a noi non ti hanno fatto proprio niente di male, ma nella tua testa si è formato un pensiero, pensavi che le cose sarebbero andate in un certo modo e invece sono andate al contrario e ti sei risentito\a.
Alcune volte è proprio il tuo orgoglio che ti mette nella condizione di stare male e rinchiuderti nella prigione del risentimento e del rancore, altre volte invece, ti è stato realmente fatto del male. In entrambi i casi, quando siamo feriti assumiamo una “posizione” dentro di noi dove diventa difficile uscirne. Sembra quasi impossibile che qualcosa accadi, ma il più delle volte (non sempre) basta una parola, un gesto, un passo, verso quel qualcuno, per aprire la porta della tua prigione.
I servitori fecero ragionare Naaman, addolcendo il suo spirito e portandolo alla ragione, e magari, quest’oggi le mie parole ti serviranno per riflettere e addolcire il tuo spirito.
Naaman mise da parte il suo orgoglio ferito, la sua posizione di “capo del grande esercito Siriano”, ascoltò la voce del profeta Eliseo, si immerse nelle acque e fu completamente guarito.
Quest’oggi mentre leggi, puoi decidere di ascoltare queste righe, lasciare il tuo orgoglio ferito, la “posizione” che hai preso in cuor tuo e di avviarti verso le acque del ristoro e della guarigione.
Cosa farai? Resti in prigione?
La guarigione ha un sapore meraviglioso! Dio ti aiuti ad aprire quella porta.
Francesco Caldaralo – notiziecristiane.com
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