Lo afferma un recente studio americano – 1 mag. 2013 – Secondo un recente studio condotto dall’Università americana di Harvard, insieme all’Ospedale McLean, avere fede in Dio, può migliorare significativamente gli esiti della cura di persone con infermità psichiatriche.
Lo studio è stato condotto su 159 pazienti con patologie psichiatriche, ricoverati presso l’ospedale McLean, nell’arco di un anno, al fine di rilevare il rapporto tra il livello di fede e le aspettative di guarigione dei pazienti e i risultati effettivi.
I ricercatori sono giunti alla conclusione che i pazienti con un alto livello di fede, avevano il doppio delle probabilità di rispondere più rapidamente ai trattamenti, rispetto ai pazienti atei o poco credenti.
Precedenti studi avevano già dimostrato il potere terapeutico della preghiera. Nel 1988, il cardiologo americano Randolph Byrd, iniziò una ricerca sulla guarigione a distanza presso l’Ospedale Generale di San Francisco, dividendo in due gruppi 393 pazienti con problemi cardiaci.
Un gruppo ricevette preghiere da parte di sconosciuti, che conoscevano solo il loro nome, mentre per l’altro gruppo di pazienti non pregò nessuno. Lo studio dimostrò che le persone del gruppo che non aveva ricevuto preghiere, avevano bisogno di cure maggiori, ed erano maggiormente inclini ad andare incontro a complicazioni.
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