La fede nell’era di Internet

Nell’era di internet, si sono aperte delle autostrade per la comunicazione, anche per quella di natura religiosa. L’uso da parte delle chiese e delle comunità di fede, della rete è in costante aumento.

Sui social network, e specialmente su Facebook, si postano richieste di preghiera, si raccontano le proprie esperienze, e si condividono aforismi e citazioni libiche, si pubblicano notizie e si postano video con canti e testimonianze di fede.

Se ben sfruttato, il potenziale della rete, consente a chiunque volesse promuovere le proprie idee, di bypassare i canali dell’informazione tradizionale, e comunicare direttamente con il popolo della rete, sempre avido di informazioni.

Ma non tutti mostrano di essere capaci di sfruttare al meglio questa risorsa straordinaria. Ogni giorno spuntano nuovi siti, ma non tutti graficamente curati, come invece richiederebbe il mezzo; o carenti dal punto di vista del linguaggio. Quando parliamo di linguaggio, non ci riferiamo solo dal punto di vista lessicale, ossia evitare di usare termini e definizioni tipiche di certi ambienti ecclesiastici, che rischiano costituire una barriera psicologia nei confronti chi ascolta o legge. Oltre a questo aspetto va considerato il fatto che internet richiede un tipo di linguaggio semplice e diretto, e una capacità di sintesi, che renda i contenuti adatti al più ampio pubblico dei navigatori della rete.

Capita anche di imbattersi in strani personaggi, che anziché sfruttare il grande potenziale della rete, e proporre le proprie idee, la usano in modo distruttivo, passando il loro tempo, al riparo dei loro bunker virtuali, a fustigare i propri correligionari, che finiscono inconsapevolmente sotto i colpi del ‘fioco amico’, con danni alla loro reputazione, e alla testimonianza più in generale.

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