LA FESTA DI PURIM 2017

Ieri, a Gerusalemme, sono finiti i festeggiamenti di Purim 2017. Ho deciso così, dopo aver fatto due passi per le strade della città, di parlarne un po’ assieme a voi e di mostrarvi qualche immagine.

Prima di tutto andiamo al brano biblico in cui si parla di questa festa (non saltare la lettura del brano, visto che è la parte più importante dell’articolo):

“Mardocheo scrisse queste cose e mandò delle lettere a tutti i Giudei che erano in tutte le provincie del re Assuero, vicini e lontani, ordinando loro di celebrare ogni anno i giorni quattordici e quindici del mese di Adar, come i giorni nei quali i Giudei ebbero riposo dagli attacchi dei loro nemici e il mese in cui il loro dolore venne mutato in gioia, il loro lutto in festa, e di fare di questi giorni, giorni di banchetti e di gioia, nei quali gli uni mandassero regali agli altri e si facessero doni ai bisognosi. I Giudei si impegnarono a continuare quello che avevano già cominciato a fare, e che Mardocheo aveva loro scritto; poiché Aman, figlio di Ammedata, l’Agaghita, il nemico di tutti i Giudei, aveva tramato contro i Giudei per distruggerli, e aveva gettato il Pur, vale a dire la sorte, per sgominarli e farli perire; ma quando Ester si fu presentata davanti al re, questi ordinò per iscritto che la scellerata macchinazione che Aman aveva ordita contro i Giudei fosse fatta ricadere sul capo di lui, e che egli e i suoi figli fossero appesi alla forca.Perciò quei giorni furono detti Purim, dal termine Pur. Secondo tutto il contenuto di quella lettera, in seguito a tutto quello che avevano visto a questo proposito e che era loro accaduto, i Giudei stabilirono e presero per sé, per la loro discendenza e per tutti quelli che si sarebbero aggiunti a loro, l’impegno inviolabile di celebrare ogni anno quei due giorni nel modo prescritto e al tempo fissato. Quei giorni dovevano essere commemorati e celebrati di generazione in generazione, in ogni famiglia, in ogni provincia, in ogni città; e quei giorni di Purim non dovevano cessare mai di essere celebrati fra i Giudei, e il loro ricordo non doveva mai cancellarsi fra i loro discendenti. La regina Ester, figlia di Abiail, e il Giudeo Mardocheo riscrissero con ogni autorità, per dar peso a questa loro seconda lettera relativa ai Purim. A tutti i Giudei, nelle centoventisette provincie del regno di Assuero, si mandarono lettere contenenti parole di pace e di fedeltà, per fissare bene quei giorni di Purim nelle loro date precise, come li avevano ordinati il Giudeo Mardocheo e la regina Ester, e come essi stessi li avevano stabiliti per sé e per i loro discendenti, in occasione del loro digiuno e dei loro lamenti. Così l’ordine di Ester confermò l’istituzione dei Purim, e ciò fu scritto in un libro” (Ester 9:20-32)

Conosciamo tutti la storia di Ester (in caso contrario, prendere la Bibbia e leggere!!!) … una donna straniera che, diventata regina dell’impero persiano, vede concretizzarsi sotto i propri occhi lo sterminio del suo popolo, il popolo ebraico, ma che – grazie alla provvidenza divina – vede un Dio capace di operare nella sua vita, in quella del suo parente Mardocheo e in quelle di tutti i suoi connazionali.

Aman, malvagio consigliere del re, aveva infatti deciso di vendicarsi di Mardocheo sterminando tutti i giudei, ma miracolosamente il Signore ha rovesciato il piano di quest’uomo, donando una grande liberazione al Suo popolo.

Davanti a questo miracolo, Mardocheo decide di stabilire questa festa, così da non far mai dimenticare, nemmeno alle generazioni future, come Dio cambiò le sorti del suo popolo (dall’ebraico פּוּרִים). Si tratta quindi dell’unica festa ebraica biblica, assieme alla Festa delle Luci, non istituita direttamente da Dio, ma da un uomo. Nonostante ciò, trovandosi nel Canone, capiamo che il Signore approvò questa scelta.

Per secoli e secoli, quindi, gli ebrei hanno continuato a celebrare questi giorni (14 e 15 del mese di Adar) seguendo alla lettera i precetti presenti nel libro di Ester (מגילת אסתר).

Anche oggi, ovviamente, questa festa è ancora celebrata, ma qualcosa è cambiata. Purim viene ancora considerata una festa religiosa, ma – nella maggior parte dei casi – è rimasto poco e niente di sacro nei festeggiamenti degli ebrei. Tolti i più religiosi, che continuano a recarsi in sinagoga per ricordare questa grande liberazione operata dal Signore (ma anche qui se ne vedono delle belle), tutti gli altri si riversano nelle strade cantando, ballando, bevendo (spesso anche in abbondanza), travestendosi e divertendosi a più non posso, arrivando fino agli eccessi della città di Tel Aviv, dove il mondo LGBT approfitta di questi giorni per dare sfoggio del peggio di sé.

Tolto ciò, come dice il libro di Ester, gli ebrei continuano a scambiarsi dei doni, fare dei banchetti e a digiunare il giorno prima dell’inizio di Purim (13 del mese di Adar). E’ comparso, però, un nuovo elemento, cioè quello del mascherarsi (per farsi un’idea, immagina la festa di Carnevale).

Questa usanza probabilmente è nata tra gli ebrei italiani, ma risulta difficile capire il vero significato di questa tradizione, infatti molte ipotesi sono state fatte. Tuttavia, ce n’è una che ritengo particolarmente interessante.

In Deuteronomio 31:18 leggiamo: “In quel giorno io nasconderò del tutto il mio volto, a causa di tutto il male che avranno fatto rivolgendosi ad altri dei”. Secondo alcuni commentatori giudei, qui il Signore sta profetizzando proprio dei tempi di Ester, quando Egli avrebbe nascosto il Suo Nome al Suo popolo. Non a caso, nel libro di Ester non compare mai il nome del Signore, proprio come se volesse nascondersi.

Osserviamo insieme una cosa … La parola “nasconderò” presente nel testo ebraico di Deuteronomio è אַסְתִּיר (“astir”). Il nome di Ester invece è אֶסְתֵּר, pertanto abbiamo:

אַסְתִּיר (nasconderò)

e

אֶסְתֵּר (Ester)

Come potete vedere grazie all’uso dei colori, si tratta di due parole con la stesse identiche consonanti: alef (א), samech (ס), tav (ת) e resh (ר). Si tratta quindi, per la grammatica ebraica, di due parole legate tra loro.

Pertanto, nel libro di Ester si realizza il fatto che Dio si nasconde al Suo popolo, conformemente a quanto aveva profetizzato. Ecco allora spiegata la motivazione per la quale gli ebrei hanno cominciato a nascondersi: proprio come Dio si nascose, anche gli ebrei si nascondono utilizzando dei costumi.

Dispiace, comunque, vedere come una celebrazione nata per esaltare il Signore sia diventata un momento per dare libero sfogo alle passioni carnali, arrivando addirittura al punto che talvolta i religiosi (rabbini compresi) arrivino in sinagoga “leggermente” brilli. D’altronde, non c’è molto di cui meravigliarsi, visto che ogni volta che l’uomo si allontana da Dio, le conseguenze sono evidenti nel nostro modo di comportarci.

Che la festa di Purim ci aiuti a ricordare che il Signore ha le nostre vite nelle Sue mani e anche quando ci troviamo nelle situazioni più pericolose Egli è accanto a noi pronto a intervenire!

Dio ci benedica!

Ecco qualche immagine catturata oggi pomeriggio in città. “Buona” visione!


Da: www.gerusalemme.in

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