La mia dimora

1484696In questo capitolo la parola dimorare è riportata 12 volte… questo mi fa fatto riflettere sull’importanza di questa frase.

Dimorare significa sostare, fermarsi, riposare e abitare in un luogo sicuro, dove si trova pace e ristoro.

Per un figlio/figlia di Dio, questo luogo sicuro si chiama Gesù!

Ma Gesù non può dimorare in noi, se noi non abitiamo… non dimoriamo costantemente in Lui… sempre, giorno e notte, in Lui con Lui.

Come il tralcio non può portare frutto, se non dimora nella vite, cosi noi non possiamo portare alcun frutto nella nostra vita, se non Dimoriamo in Lui!

Non è possibile per il tralcio produrre frutto vivendo nella vite a momenti, perché mancherebbe della linfa vitale, presto diventerebbe inutile…  da li a poco si seccherebbe e sarebbe gettato nel fuoco.

Cosi è anche per la nostra vita cristiana, non possiamo dimorare nel Signore a momenti (ora si, ora no) perché cosi facendo la nostra vita mancherebbe del nutrimento spirituale… di conseguenza diventerebbe inutile, arida e vuota.

Come i tralci devono essere un tutt’uno con la vite per portare frutto, cosi deve essere la nostra vita, per portare frutto; un tutt’uno con Cristo!

E allora, solo allora in quell’unione profonda e continua con il Padre… il nostro frutto spirituale sarà dolce… abbondante buono… per noi stessi e per gli altri.

“Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete fare nulla.”
(Giovanni 15:5)

A Dio sia la gloria!

Damaris Lerici – notiziecristiane.com

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