
“L’Aifa” degli Usa, che si chiama FDA, dal suo canto continua nell’opera di deregolamentazione dell’aborto chimico, essenzialmente negando che ci siano effetti avversi gravi a scapito della salute delle donne.
Una ricerca condotta dai ginecologi dell’AAPLOG, invece, ha analizzato i dati presentati dalla FDA a sostegno delle sue tesi e ha trovato lacune “significative” nelle segnalazioni del governo federale sulle complicazioni del mifepristone. Si chiedono quindi su che basi scientifiche la FDA abbia emanato le ultime disposizioni (a dicembre) che consentono addirittura la somministrazione del “pesticida umano” per posta.
La FDA si basa sulle segnalazioni dei Danco Laboratories, che producono la pillola abortiva, e che a loro volta utilizzano le segnalazioni della Planned Parenthood. I Lettori mi perdoneranno la battutaccIa: «Chiedono all’oste com’è il vino?»
I ricercatori dell’AAPLOG hanno confrontato i dati 2009-2010 dal sistema di segnalazione online della FDA, i rapporti sugli eventi avversi, quelli ottenuti tramite il Freedom of Information Act e quelli contenuti in uno studio precedente di Kelly Cleland e altri utilizzando i dati della Planned Parenthood: ci sono discrepanze significative.
Secondo l’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG), che che è a favore della deregolamentazione insiste sulla sicurezza ed efficacia dell’aborto chimico, anche senza supervisione del medico. Eppure c’è stato un aumento del 500% del tasso di visite al pronto soccorso dal 2002 al 2015. E gli studi dell’ACOG sono viziati da difetti metodologici e conclusioni tratte in modo inappropriato che contraddicono i decenni di scienza e pratica medica.
L’ACOG, interpellata da FoxNews, non ha risposto alla richiesta di chiarimenti . La FDA ha risposto con un “no comment”.
Fonte: Foxnews.com
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