La tua paura ti fa fare più strada della tua fede?

pauraElia era stato appena testimone della discesa del fuoco dal cielo che bruciò il sacrificio coperto dall’acqua, e fu testimone della discesa della pioggia dopo ben tre anni e mezzo di carestia, tutto ciò attraverso la sua strumentalità.
Alla minaccia di Izebel moglie di Acab re di Israele, Elia fugge lontano.
Lui credeva che tutti sarebbero stati intimoriti dalle potenti operazioni compiute da Dio in favore del suo popolo invece questa donna non lo fu.

Non tutti credono ai miracoli, non tutti quando vedono un miracolo credono. Oggi il diavolo cerca di accecare le menti affinché la gente non riconosca Gesù di Nazareth come il Cristo, l’Unigenito figlio di Dio, il Salvatore del mondo. In un racconto biblico si legge di un dibattito avvenuto tra un uomo ricco oramai morto ed Abramo. Quest’uomo chiedeva ad Abramo di dargli la possibilità di ritornare dai suoi parenti per parlargli “dell’aldilà” affinché questi potessero credere e ravvedersi, e Abramo gli rispose: “Ma Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè ed i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscitasse” (Luca 16:31).
Elia fu così tanto impressionato dal fatto che questa donna non fu impaurita che in seguito alla minaccia della donna fu lui ad essere impaurito al punto di fuggire. Chissà cosa realizzò Elia dentro di sé.
Lui sapeva che Dio era l’Onnipotente e che davanti a lui niente poteva resistere, ma vedendo che quella donna davanti al potere di Dio non si piegava, fu preso da timore, come se la sua mente realizzasse che Izebel era più forte del suo Dio, come se Dio non potesse proteggerlo da Izebel, in quel momento vide questa donna come un gigante davanti a lui, si vede senza protezione, la sua fede venne meno e scappò via.
Da Izreel città in cui si trovava quando scese la pioggia fuggì a Beersheba. Beersheba distava da Izreel ben 160 km nella regione del Negev, segnava il confine meridionale della popolazione di Giuda.
È incredibile quanta strada fece Elia mosso dallo sconforto. A volte la nostra paura ci fa fare più strada della nostra fede.
La paura, lo sconforto, lo scoraggiamento, portarono Elia al confine del paese ma fu come se raggiunse il confine della sua resistenza, della sua forza, della sua fede, il limite della sua esistenza.
Infatti entrando nel deserto sotto un albero di ginestra espresse il desiderio di morire.
Si addormenta, e dopo un po’ un angelo lo sveglia e gli dà del cibo, Elia vide il cibo, lo mangia e torna a dormire. Stava vivendo una strana condizione Elia, di fronte alla visione dell’angelo lui non ha nessuna reazione di stupore, tremore, meraviglia, non riflette, non chiede nulla, non riconosce di essere visitato da un angelo, ma semplicemente mangia e torna a dormire.
E’ incredibile quanto lo sconforto possa portare l’uomo ad essere cieco ed insensibile davanti anche alle circostanze più belle per le quali dovrebbe rallegrarsi. In queste situazioni di profondo sconforto viene difficile riconoscere l’aiuto di Dio. Alcuni quando sono nella difficoltà dicono: “Dov’è Dio? Non vede il mio dolore?” e non riconoscono invece che Dio li sta visitando magari attraverso un angelo, qualcuno che parla loro di Gesù, che gli dona una Bibbia, qualcuno che gli fa un gesto cortese, qualcuno che lo invita magari ad una riunione di culto in chiesa, qualcuno che gli rivolge parole dolci.
Nei momenti di carestia il Signore provvede sempre del cibo per i suoi servi e per Elia questa non era una cosa nuova. In un altro tempo di questa carestia, Dio provvide ad Elia il necessario in modo miracoloso attraverso la vedova di Serepta. (1 Re 17: 8-16).
Era così scoraggiato che la visione dell’angelo non servì a dargli forza. Allora l’angelo torna per la seconda volta e gli dice: “Alzati e mangia perché il cammino è troppo lungo per te”. Era tempo per Elia di ALZARSI da quella condizione di torpore e scoraggiamento e di MANGIARE per ottenere nuove forze.
Non avrebbe ottenuto da quel cibo forze per SEMPRE, ma le forze necessarie per arrivare ad un’altra tappa della sua vita ed esperienza.
Dio non ci dà mai cibo in esubero, come per Israele nel deserto, Egli provvedeva giorno per giorno la manna. Chi ne raccoglieva in esubero assisteva al deterioramento della manna. Chi ne prendeva meno realizzava che era sufficiente per saziarsi. Dio faceva scendere dal cielo il necessario, il giusto.
Sappiamo benissimo che la resistenza massima per un uomo a digiuno è di 40 giorni, dopodiché muore. Ma Elia non morirà affatto.
Quel cibo donò tanta forza ad Elia per poter camminare 40 giorni e 40 notti, fino ad arrivare ad Oreb, il monte di Dio. Dio gli donò forza necessaria fino al prossimo appuntamento.
Dopo 40 giorni di lungo cammino e prova, Elia non incontra la morte ma Dio.
Che Dio veda il nostro stato e ci doni la forza per andare da Lui ed udire la Sua voce.
Entra in una spelonca e vi passa la notte, lì Dio gli parla: “Che fai qui Elia?”.
Alcune volte siamo dove non dovremmo e facciamo cose mentre ne dovremmo fare altre.
Sei nel posto in cui dovresti essere? Stai facendo quello che dovresti fare?
Forse sei così scoraggiato che senza che tu te ne accorga ti sei allontanato dal posto che dovevi ricoprire.
Hai una visione pessimistica delle cose. La tua vista spirituale è alterata, non è più limpida, chiara, oggettiva.
Elia credeva di essere rimasto solo in Israele ad adorare Dio, pensava di essere il solo ad essere rimasto fedele a Dio… vedremo che si sbagliava.
Dio gli dice: “vai fuori sul monte e fermati davanti al Signore” ci furono delle manifestazioni… vento forte, terremoto e fuoco … ma Dio era nel mormorio di vento leggero.
A volte Dio lavora in maniera quasi impercettibile per noi, ma Egli è al lavoro.
Elia capì che era Dio e corse fuori all’ingresso della spelonca, e Dio gli dice ancora: “Che fai qui Elia?” .
Dio gli ordina di rifare la strada e ritornare a Damasco per ungere il re di Siria ed altri, gli rivela che in Israele ci sono oltre a lui altri 7000 israeliti che non avevano piegato le loro ginocchia davanti ad altre divinità.
Oltre al cibo, alla Sua meravigliosa presenza, Dio in risposta al sentimento di solitudine di Elia gli mette al suo fianco un servitore fedele che sarebbe diventato il suo successore.
Elia parte e trova davanti Eliseo che arava la terra. Eliseo fece un sacrificio e seguì subito Elia.
Dio è così meraviglioso, misericordioso e paziente, che viene incontro ad ogni nostra difficoltà.
A te che leggi, possa Dio donarti forza attraverso questo articolo per andare da Lui ed udire la Sua voce.
Dio ti benedica

Francesco Caldaralo – notiziecristiane.com

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