L’Egitto incontra il Papa di Alessandria

Pope-Tawadros-IIDopo i recenti interventi contro l’Isis, l’Egitto sta cominciando a “schierarsi”. Il Presidente egiziano Abdel Fattah El Sisi incontra il Papa di Alessandria Tawadros II: l’unico modo per combattere il terrorismo è schierare tutti, al di là dalla religione professata, su un unico fronte di combattimento, (n.d.r. ecumenismo).

 Le notizie delle ultime ore hanno naturalmente lasciato molti lettori basiti ed evidentemente preoccupati per le sorti della pace che, se da un lato sembra quasi essere un diritto acquisito e permanente nelle nostre culture occidentali, dall’altro viene messa in seria discussione dalle postazioni libiche che muovono contro l’Italia. Cosa ben diversa è per quelle orientali che nel dopoguerra non hanno quasi mai smesso di contendere qualche territorio o posizione. La notizia che ci giunge in questi momenti ha un sapore scontato ma non per questo meno importante dei recenti eventi militari.

Il Presidente egiziano Abdel Fattah El Sisi, capo di una nazione che sicuramente conta fra i suoi concittadini tanto musulmani quanto cristiani, ha incontrato una istituzione religiosa che forse pochi conoscono, il Papa di Alessandria Tawadoros II.

Già il fatto stesso che una nazione come l’Egitto disomogenea dal punto di vista della fede professata prenda posizione contro la “minaccia dello Stato Islamico”, lascia intendere benissimo che il problema non è tanto religioso quanto proprio legato al fornte terroristico. Gli stessi egiziani musulmani “moderati”, (e, diciamo per fortuna, ce ne sono ancora tantissimi), si sono apertamente schierati contro questi attacchi terroristici e non condividono la strage di innocenti che nulla hanno a che fare con le motivazioni incomprensibili dell’Isis.

Il fronte egiziano dunqua si presenta compatto per combattere contro la strage degli innocenti, che questo si chiami ISIS, STATO ISLAMICO o TERRORISMO. Questo è stato sostanzialmente il messaggio che il Presidente dello Stato Egiziano ha voluto assicurare al Papa di Alessandria. Ma, nello stesso tempo, i due potenti hanno concordato su un punto che deve farci molto riflettere: il terrorismo lo si può combattere e vincere soltanto in un modo, unendo, cioè ogni forza in campo, al di là del colore sociale, religioso e di fede. Questa, naturalmente, appare molto scontato agli occhi di tutti e dovrebbe quasi passare inosservato. In realtà non possiamo fare a meno di notare come i recenti avvenimenti non siano stati e non siano altro che un modo come un altro per compattare “le fila” in funzione di quel concetto di ecumenismo che viene invocato da Roma e da tutti i grandi della Terra che lo vedono come una unica possibilità di riscossa da questa situazione mondiale di crisi, e non tanto militare quanto anche economica e civile.

Gabriele Paolini – notiziecristiane.com

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