LETTERA A … UN’ANIMA SOFFERENTE A CAUSA DEL MALE

Ho pensato di scriverti questa lettera nel caso non avessimo avuto tempo di parlare prima di giovedì o giovedì stesso.

Con ciò non voglio esimermi dal continuare a parlare con te, con l’intenzione per quanto mi è possibile di cercare di darti un aiuto.

Un aiuto per cosa?

Beh, considerato che il problema che ti reca disagio e dolore è quello per il quale sembra che tu non trovi delle risposte a certi dolori che hai passato e – quindi – al perché la vita a volte (o spesso) comporti delle difficoltà che a noi paiono insormontabili, l’aiuto che vorrei cercare di darti (ripeto nel limite delle mie umane possibilità) è da un lato quello di ascoltarti e dall’altro quello di provare a cercare insieme a te delle risposte.

Il segnale del tuo disagio si manifesta nella veemenza e nella rabbia con cui poni il tuo problema e presenti le tue questioni. Che fondamentalmente si riassumono (correggimi se sbaglio) nella seguente domanda:

“Perché soffriamo”?

La tua rabbia denuncia chiaramente una non accettazione della sofferenza.

E in effetti in parte concordo col fatto che la sofferenza non sempre si debba accettare, quando questa per esempio proviene dagli errori e dalle ingiustizie umane.

Accettare ogni sofferenza passivamente sarebbe come rassegnarsi a qualsiasi cosa.

E i protagonisti della storia della Bibbia (che è una storia della relazione di Dio con l’umanità e- quindi – con le sofferenze dell’umanità, ma anche con l’annuncio del riscatto (o salvezza) da parte di Dio rispetto alle cause di questa sofferenza) non sono rimasti passivi dinanzi alla sofferenza. Hanno gridato a Dio, per chiedergli giustizia.

Ma è l’atteggiamento che loro hanno avuto che dovremmo imparare a considerare.

In effetti a me pare che tra la tua rabbia e la loro richiesta di aiuto ci sia una certa differenza.

Nei salmi per esempio Davide chiede aiuto e soccorso, come anche giustizia, a Dio perché Egli lo difenda dai suoi nemici.

Ma chi è il nemico o chi sono i nemici di Davide?

Di certo non è Dio il suo nemico.

E questo Davide, con tutte le sofferenze che passò, ce lo insegna. E per questo dovremmo imparare da lui.

I nemici di Davide (che era un uomo ‘dal cuore secondo Dio’ , cioè integro e retto) furono coloro che, invece, non seguivano Dio né si curavano di conoscere le sue vie.

In sostanza i malfattori.

Se leggiamo i salmi (per la maggioranza scritti proprio da Davide stesso, sotto l’impulso dello Spirito Santo) notiamo che essi contengono tutti i più svariati stati d’animo che l’essere umano può provare. Quindi anche lo stato d’animo della rabbia, dello sconforto, del bisogno, della richiesta di aiuto e di soccorso.

Ma leggendoli tutti non vedremo mai che le varie condizioni e tribolazioni di Davide (e in generale dell’uomo spirituale, cioè dell’uomo che conosce veramente Dio e lo segue) derivano e dipendono da Dio in qualità di ideatore delle sue sofferenze!

E infatti in essi (nei salmi) Dio non attribuisce mai a Dio la responsabilità dei suoi mali.

E, allora, da dove gli vengono questi mali.

I mali vengono da chi cerca e fa il male. E lui (Davide), da giusto, invece, spesso è chiamato a subire e sopportare i mali.

In questo senso Davide chiede forza a Dio: per ricevere da Lui la grazia e la forza di sopportare o di vincere i mali.

La Bibbia dice, infatti: “Vincete il male col bene”.

Quindi Davide si rivolge a Dio per imparare (dal contemplare Lui) il bene, affinchè egli non finisca per soccombere dinanzi allo spettacolo del male che (quale re di Israele) egli vedeva ogni giorno davanti ai suoi occhi da parte di quelli che non amavano (come lui) la giustizia.

Davide era consapevole della verità che dice che “Il trono si rende stabile con la giustizia”. Quindi, essendo stato posto sul trono di Israele da parte di Dio stesso, sapeva che la sua stabilità (morale, spirituale, sociale e politica) dipendeva dal mantenersi giusto, dinanzi agli occhi di Dio e degli uomini.

E proprio perché Davide aveva questa sensibilità fu scelto da Dio per essere il ‘pastore (una guida) per Israele (il popolo, che invece spesso si sviava dalla retta via e, perciò, aveva bisogno delle esortazioni e anche delle riprensioni del pastore.

Ma, allora, perché se Davide si conduceva bene i salmi sono spesso pieni di lamentazioni?

Perché chi desidera il bene ovviamente si lamenta del male. Questo è giusto e anche buono.

Ma come dicevamo prima Davide non si lamenta mai di Dio. Ma di ciò e di coloro che non seguono Dio.

Davide sa che il male proviene proprio dal fatto che molti non seguono Dio.

E per questo Dio lo scelse come capo e guida del popolo; perché egli amministrasse la giustizia per il popolo. Punendo i trasgressori e difendendo gli innocenti.

Questa è la giustizia. Ed è per essa che, appunto, il trono è reso stabile. Quale trono? Quello degli uomini, che a furia di inganni cercano di mantenere il potere?!

No, il trono di Davide in Israele è figura del trono di Cristo, quale pietra angolare su cui sarà costruito il Regno di Dio.

Ma perché Gesù spesso riferendosi al Regno di Dio lo chiama anche ‘regno dei cieli??

Beh, penso che sia per due motivi contemporaneamente:

  1. Perché il regno di Dio è un regno spirituale, invisibile, ma non per questo irreale (è reale nell’ambito dello Spirito, nel quale ambito i veri adoratori del Signore devono poter entrare se vogliono cominciare a godere la comunione con Lui);
  2. Perché la giustizia di Dio proviene dal suo Regno e non coincide con la “giustizia” che purtroppo vediamo sulla terra, che è meno di una brutta copia di quella celeste (non per nulla lo stesso profeta Isaia, parlando della propria umana giustizia (eppure lui era pur sempre un profeta, cioè un uomo retto) la definisce come “un panno sporco dinanzi a Dio (cioè dinanzi alla Sua giustizia).

Quanto stiamo dicendo dovrebbe portarci a considerare, quindi:

  1. che il male non proviene da Dio, ma esiste in quanto frutto e conseguenza di tutto ciò che, al contrario si discosta da Dio e dalla sua giustizia;
  2. che sulla terra, che non è ancora come sarà il Regno dei cieli, non abita la giustizia (per questo gli apostoli ci testimoniano e ricordano che è dai ‘nuovi cieli e dalla nuova terra’ – che il Signore creerà al suo ritorno – che dobbiamo attenderci e aspettarci la giustizia.

Questa realtà è da tenere presente, altrimenti saremo portati a confondere il male che vediamo nel mondo (e quindi anche intorno o proprio accanto a noi o su noi stessi) come proveniente da Dio.

In effetti molti cadono in questo errore di visione (dovuto alla mancanza di discernimento spirituale – discernimento che non si acquisisce per mezzo della semplice ragione umana, ma per mezzo della luce che proviene dall’ammaestramento della parola di Dio -) e tendono ad attribuire a Dio tutto il male che vedono. Essi fanno un semplice ragionamento (semplice, ma non esatto e vero):

“Come mai esiste il male se è Dio che ha creato tutto e dovrebbe governare tutte le cose”?!

Questo ragionamento dimostra l’ignoranza delle cose di Dio, tra l’altro rivelate nella Bibbia (che gli uomini, appunto, sconoscono).

In quel ragionamento semplice manca la conoscenza della verità; manca il pensiero di Dio stesso.

Esso è frutto di una speculazione umana, cioè di un tentativo da parte dell’uomo di spiegarsi le cose a modo suo. E in tale tentativo ecco che l’uomo finisce con l’attribuire a Dio la fonte del male che egli vede intorno a sé.

E l’errore di questa visione diventa strettamente legato all’inganno del diavolo, che vuol far credere che Dio sia il responsabile del male.

Basterebbe prendere consapevolezza del piano di Dio per l’uomo (piano rivelato lungo tutto il corso della Bibbia, che è appunto la descrizione del sentiero e del percorso con cui Dio è intervenuto in vari tempi e modi nella storia dell’umanità, per redimerla e riscattarla dal male e dal peccato)  per vedere che la continua intenzione di Dio nei confronti dell’uomo è stata sempre quella di fargli del bene. Questo è il ‘filo rosso’ che collega tutta la Bibbia, a partire dagli antichi patriarchi per arrivare fino all’ultimo uomo che abiterà sulla faccia della terra.

E viceversa la stessa Bibbia mostra come ad introdurre il male sulla terra non sia stato Dio. L’uomo ha cominciato a sperimentare il male dal momento in cui, sedotto dal diavolo, credette di poter fare a meno di Dio. Da quell’istante egli si separò da Dio. E da lì cominciarono i suoi mali. Poiché egli scelse di abbandonare la Fonte di ogni suo bene.

E in questo quadro che va dunque ricondotta la rabbia che tu manifesti quando parli del male e del dolore subito.

Credo che tu hai bisogno (con l’aiuto di Dio) di capire che il mondo, nel senso del sistema di cose che vediamo fisicamente e umanamente intorno a noi, purtroppo, non è sotto il controllo Dio. Ma non perché  Dio non sia onnipotente o onnipresente, ma perché il mondo (cioè l’insieme dei suoi abitanti e le visioni da cui questi si lasciano condurre) non sono conformi alla giustizia di Dio.

E se Davide era consapevole che il trono si mantiene stabile con la giustizia, il mondo invece è instabile proprio perché pensa di poter fare a meno della giustizia di Dio.

Parlando, ad esempio, della natura dell’uomo il Signore dice: “Poiché dal cuore (dell’uomo) vengono pensieri malvagi, omicidi, adulteri, fornicazioni, furti, false testimonianze, diffamazioni ” (Matteo 15: 19).

Questo vuole dirci e rivelarci che il male nel cuore dell’uomo non ce lo mette Dio. Tant’è che il Signore dice questo del cuore dell’uomo (ossia di ciò che alberga nel cuore di questi, mentre questi cammina non seguendo le vie di Dio) come un giudizio negativo su di lui; manifestando, dunque, che non è secondo la volontà di Dio che nel cuore dell’uomo vi siano tutte queste cose.

Da dove dunque viene il male (che è stato messo e introdotto dentro l’uomo)?

Quando qualcuno ruba non è Dio a spingerlo o a indurlo a rubare. La legge di Dio, anzi, dice di “Non rubare”.

Da dove dunque viene il male? E da dove la sofferenza che ne è la conseguenza?

Da Dio?!

Capisci come abbiamo bisogno di avere davanti la parola di Dio per poter essere illuminati? Altrimenti, cedendo all’inganno di quel semplice ragionamento di cui parlavamo prima (e che è fatto da coloro che ignorano la parola di Dio e la sua giustizia), attribuiremo  – falsamente – a Dio la causa del male. E questo atteggiamento otterrà l’effetto voluto dall’ingannatore per eccellenza, dal diavolo. Che è quello di volerci fare allontanare da Dio, attribuendogli appunto la causa dei nostri mali.

Ma così la giustizia e il diritto ne escono pervertiti, visto che la causa dei nostri mali è iniziata proprio da quando l’uomo (per effetto della seduzione dell’inganno del diavolo) si è separato da Dio, credendo appunto che egli fosse la causa dei suoi mali.

Dinanzi a questo quadro ti esorto quindi a rivalutare la tua rabbia.

Non permettere a questo sentimento (che spesso offusca e annebbia la coscienza) di dettare legge o di dire cosa sia giusto e cosa no.

La nostra rabbia è il frutto di come noi vediamo le cose e di come a noi queste sembrano non andare secondo quello che noi pensiamo e vediamo.

Ma siccome come abbiamo considerato finora la nostra stessa visione delle cose può essere falsata, non dovremmo fidarci della nostra visione delle cose.

Per questo la Bibbia dice: “Non poggiarti sul tuo discernimento, ma confidati in Dio con tutto il cuore” (Proverbi 3: 5).

Vorrei ora cercare di concludere questo primo dialogo (col quale spero di averti un pochino aiutato a cercare insieme a te una risposta (se ti renderai disponibile ed aperta ad ascoltare il messaggio della parola di Dio) alla domanda da cui eravamo partiti (ovvero del perché esiste il male e la sofferenza e da chi tutto questo dipende?))).

E mi sento di concluderlo provando a riassumere i punti che abbiamo considerato grazie all’aiuto della parola di Dio (alla quale dobbiamo sempre guardare per attingere il quadro completo della verità e non lasciarci ingannare o sedurre da parziali visioni, che falsano la verità):

1)Il male non viene da Dio

2) il male si è introdotto nel mondo da quando l’uomo si è lasciato sedurre (cioè convincere con l’inganno) dal diavolo (che è l’avversario, l’oppositore di Dio (e della sua giustizia)

3) le conseguenze del male sono evidenti e consistono in tute le forme di sofferenza che possiamo vedere intorno a noi (violenze, ingiustizie, soprusi, etc., etc.) che sono le diverse e varie manifestazioni delle possibili trasgressioni dalla Legge di Dio (che invece vorrebbe condurre l’uomo (che si disponga a seguirla) sulle vie del bene, del vero e del giusto.

Per finire sentirei di farti un’esortazione e un appello:

apriti a Dio, si. Parla con Lui. Ma cerca di capire quale sia il giusto atteggiamento che ti conviene avere con Lui.

Scopri chi Lui è davvero. Scopri in Lui il Padre di cui il Signore ci parla e che vuole che noi possiamo scoprire, per divenire così suoi figlioli.

Non vedere Dio come un padre terreno (fallace).

Egli è Dio. Egli è Padre.

Dio ti benedica.   

Enzo Maniaci | Notiziecristiane.com

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook