L’importanza della collocazione del libro di Daniele sia nel canone dell’antico testamento e sia nel canone ebraico

89Il libro di Daniele è un ponte fra l’Antico Testamento e il Nuovo Testamento, l’importanza di questa sua collocazione strategica non è casuale, ma ha una spiegazione biblica profonda che ci aiuta a comprendere l’unità e la coerenza della storia redentiva e della rivelazione di Dio data nell’Antico Testamento e conferma come “tutto” il messaggio biblico è contenuto nella Torà, nell’Antico Testamento: “Legge, Profeti, Scritti” e come trova riscontro nel Nuovo Testamento.

Analizziamo il posto che il libro di Daniele occupa nell’Antico Testamento ebraico perché è una realtà biblica importante. Iniziamo con il dire che l’ordine dei libri che abbiamo nell’Antico Testamento è un ordine convenzionale di origine cristiana risalente al III-IV secolo a.C. e che non corrisponde all’ordine dei libri nel Canone Ebraico (Bibbia Ebraica) che è stata l’unica Bibbia accettata dagli ebrei. Notiamo che l’ordine stesso dei libri racconta una storia, fa un riassunto della storia redentiva attraverso questo canone che è composto da tre parti: la Legge, i Profeti e gli Scrittichiamati anche Salmi che è uno dei libri più importanti delle Scritture; mentre la Legge corrisponde a quello che noi chiamiamo Pentateuco e poi ci sono i Profeti che sono divisi in due parti “Profeti anteriori” che comprendono “GiosuèGiudici, Samuele e Re”, qui non ci sono libri storici ma solamente profetici perché per loro in quei tempi era tutto profetico e “Profeti posteriori” che iniziano dal libro di Isaia e finiscono con il libro di Malachia.

Il terzo gruppo degli Scritti varia un poco con una divisione dei libri, ci sono i libri Sapientali, i ProverbiGiobbeecc. continuando fino alla fine dove si collocano i libri di DanieleEsdraNeemia e Cronache. Quindi l’Antico Testamento inizia con il libro della Genesi e finisce con questi libri ed è diviso in tre parti. Il Canone viene chiuso entro il 400 a.C. ai tempi dei Maccabei. Questa collocazione non è casuale ed è importante anche per il Signore Gesù che pensava in quest’ordine, lo possiamo dedurre dalle sue stesse parole pronunciate in Luca 11:51 “Dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il tempio; sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione”, qui il Signore dice agli ebrei che saranno ritenuti responsabili di tutto il sangue versato, dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria (Abele fu il primo ad essere ucciso nella Genesi mentre Zaccaria fu l’ultimo ad essere ucciso nel secondo libro delle Cronache – 2Cronache 24:20,22 “ Allora lo Spirito di DIO investí Zaccaria, figlio del sacerdote Jehoiada, che si levò al di sopra del popolo e disse loro: «Cosí dice DIO: Perché trasgredite i comandamenti dell’Eterno e non prosperate? Poiché avete abbandonato l’Eterno, anch’egli vi abbandonerà». Ma quelli fecero una congiura contro di lui e per ordine del re lo lapidarono nel cortile della casa dell’Eterno. Cosí il re Joas non si ricordò della bontà che Jehoiada, padre di Zaccaria, aveva usato verso di lui e ne uccise il figlio, che morendo disse: L’Eterno veda e ne chieda conto”, questi versetti biblici narrano la storia delSacerdote Zaccaria che è stato ucciso tra l’altare e il Tempio; questo passo viene confermato anche nel Nuovo Testamento e più precisamente nel Vangelo di Luca 24:44 “ Poi disse loro: «Queste sono le cose che io vi dicevo quand’ero ancora con voi: che si dovevano compiere tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei profeti e nei Salmi»”, qui il Signore Gesù pensa nel termine del Canone Ebraico: 1) La Legge, 2)I Profeti, 3) Gli Scritti o i Salmi).

Questo è un ordine tutt’altro che casuale è:“un’opera d’arte”.

Infatti il libro di Daniele è collocato alla fine del Canone tra gli Scritti e non tra i libri dei Profeti, l’importanza di questa sua collocazione la comprendiamo attraverso il racconto Redentivo, messaggio fondamentale della Torà che è:

Dio ha creato un Tempio dove dimorare, in questo tempio dell’universo. Dio ha anche creato un uomo e una donna alla sua immagine nel Tempio per servirlo, per dominare nel suo nome e per conquistare tutta la terra per Dio”.

 Vediamo che sin dall’inizio della creazione emerge il tema della “conquista della terra”, la conseguenza è la “ribellione” dell’uomo contro Dio. In questo contesto la “terra” rappresenta la “presenza di Dio”, l’uomo si è ribellato e la “terra è maledetta”. In seguito Dio sceglie un uomo dalla discendenza di Adamo, Abramo che riceve delle promesse di benedizioni (Genesi 3 – fertilità, moltiplicarsi, diventare un popolo) queste promessevengono elargite fino a Giacobbe per mezzo del quale Dio crea un popolo in Egitto e fa un’alleanza con questo popolo “riscattandolo” e promette loro di abitare in mezzo al suo popolo in un Tempio il “Tabernacolo”.

Quindi Dio torna ad abitare con il suo popolo con la promessa di farlo entrare in una nuova terra, la “terra promessa” quindi la storia si colloca nuovamente sul tema della “conquista della terra”.

I libri di LeviticoDeuteronomio e Numeri spiegano come vivere nella presenza di un Dio Santo, ci sono delle leggi alle quali ubbidire e molto importanti che ci aiutano a capire il contesto del libro di Daniele che riguarda: la Terra, il Riscatto dei debiti, il Giubileo.

La Terra è molto importante perché è un dono di Dio all’uomo ed è il simbolo della Sua presenza (Levitico 25 è un passo molto importante per Daniele), Levitico 25:4 “Ma il settimo anno sarà un sabato di riposo per la terra, un sabato in onore dell’Eterno; non seminerai il tuo campo ne poterai la tua vigna”, attraverso questi versetti biblici Dio ci dice che ogni sette anni la terra deve riposarsi, ci deve essere un sabato in onore del Signore, strettamente legato c’è anche il “sabato della liberazione” IL GIUBILEO (Levitico 25:8 “Conterai pure per te sette sabati di anni: sette volte sette anni; queste sette settimane di anni faranno per te un periodo di quarantanove anni”, questo versetto biblico è una legge di tipo messianico in quanto fa riferimento alla “liberazione delle persone”). Dunque sette sabato per sette anniquindi ogni cinquant’anni durante IL GIUBILEO avviene la “liberazione delle persone”. Ci sono anche delle benedizioni e delle maledizioni, Levitico 25 e 26 sono due capitoli cruciali contenenti molte benedizioni con la promessa di Dio di un ritornoall’Eden che rappresenta la perfetta presenza di Dio, Levitico 26:12 “Camminerò tra di voi, sarò vostro Dio e voi sarete mio popolo”, questi due capitoli contengono anche delle maledizioni c’è il “castigo” per il peccato, la minaccia di Dio che il suo popolo sarà castigato sette volte per il peccato, Levitico 26:33,35 “Disperderò voi fra le nazioni e trarrò fuori la spada contro di voi; il vostro paese sarà desolato e le vostre città saranno deserte.Allora la terra godrà i suoi sabati per tutto il tempo in cui rimarrà desolata e voi sarete nel paese dei vostri nemici; così la terra si riposerà e godrà i suoi sabati. Per tutto il tempo che rimarrà desolata avrà il riposo che non ebbe nei vostri sabati, quando voi l’abitavate”; tutto questo è confermato anche in Deuteronomio 4:30 “Quando ti troverai nell’angoscia e ti saranno avvenute tutte queste cose, negli ultimi tempi, tornerai all’Eterno, il tuo DIO, e darai ascolto alla sua voce”, Israele si ribellerà andrà in esilio perché sarà castigato a motivo della sua ribellione a Dio e poi ritorneranno.

Questa è la storia della Torà, del Pentateuco e questa è la storia del popolo di Dio. Tutta la storia è raccontata qui e consiste nella: Creazione, Redenzione, Riscatto, Benedizioni e Maledizioni.

Mentre i Profeti anterioriGiosuè, Giudici, Samuele e Re, non fanno altro che confermare tutto quello che la Torà ha detto. Tutto è accaduto esattamente come è stato detto. In Giosuè vediamo che Israele entra nella Terra Promessa e ne esce alla fine di 2Re 24dove sono cacciati fuori dalla terra perché sono stati infedeli e hanno disubbidito.

Mentre i Profeti posteriori profetizzano sulla base della Torà e dei Profeti anteriorispiegano il perché gli eventi siano accaduti in quel modo, “spiegano il perché” il popolo è stato castigato ed è andato in esilio, contengono anche delle “esortazioni” a tornare al Signore e contengono anche le “promesse” da parte di Dio di riscattare il suo popolo dall’esilio (Esodo). In particolare in Geremia 25 tutta la sua teologia la ha basata su Levitico e su Deuteronomio e questo si va a collocare in una posizione molto importante per Daniele in merito all’annuncio dei settant’anni di esilio a Babilonia. Geremia 29 conferma che al termine dei settant’anni Israele sarà liberato dal suo esilio.

La cosa importante è che i Profeti leggono la Torà e la interpretano sotto l’ispirazione dello Spirito Santo. Tutto è stato detto nella Torà e adesso si adempie.

I libri della Sapienza raccontano che “tipo di fedeltà” Dio si aspetta dal suo popolo.

2 Cronache 36 descrive l’esilio a Babilonia che è cominciato con il libro di Daniele e con la distruzione del Tempio, l’autore delle Cronache fa anche riferimento a Geremia quindi egli ha studiato bene Geremia che a sua volta ha studiato bene la Torà, c’è un’unione indissolubile tra gli scritti. In questo contesto si incastra il libro di Daniele (Daniele 9:1 “Nell’anno primo di Dario, figlio di Assuero, della stirpe dei Medi, che fu costituito re sul regno dei Caldei”), egli stesso dice di aver letto Geremia e la Torà (Daniele 1:2 “Il Signore diede nelle sue mani Jehoiakim, re di Giuda, assieme a una parte degli utensili della casa di DIO, che egli fece trasportare nel paese di Scinar, nella casa del suo dio e depose gli arredi nella casa del tesoro del suo dio”), qui Daniele capisce che l’esilio del popolo di Israele non è casuale ma è stato deciso da Dio quindi è Dio che lo ha permesso. Studiando la Torà e i Profeti capisce che si sta adempiendo la maledizione di Dio preannunciata in Levitico e capisce anche il motivo dell’esilio che è dovuto come “risultato dei peccati” di Israele. Cosa molto importante dal punto di vista teologico è che Daniele, dunque, capisce il perché dell’esilio e capisce anche che i settant’anni stanno per finire (queste cifre non devono essere prese letteralmente perché hanno un senso simbolico, in realtà l’esilio di Israele è durato meno di settant’anni). Daniele capisce che sta vivendo nei tempi della fine di questi settant’anni e prega il Signore non solo per ritornare a Gerusalemme ma anche per il “perdono dei peccati” e per un “cuore nuovo” perché egli capisce che il problema di fondo e’ il “peccato”. Il popolo di Dio ha un problema ben più grosso di quello dell’esilio ecco perché prega il Signore chiedendo il perdono per i peccati: Daniele 9:19 “O Signore, ascolta; Signore, perdona; Signore, presta attenzione e opera. Non indugiare, per amor di te stesso, o mio DIO, perché il tuo nome è invocato sulla tua città e sul tuo popolo”. Con questa preghiera egli chiede la salvezza ma chiede anche il perdono dai peccati, chiede una soluzione per il peccato e riceve, da parte del Signore, una risposta bellissima. Dio risponde alla sua preghiera tramite l’angelo Gabriele con le settanta settimane quindi settanta volte sette per un totale di quattrocento-novanta…con queste parole gli sta annunciando un Super Giubileo e’ questa promessa gli viene fatta sulle basi di Levitico e di Geremia.

L’ANGELO GABRIELE PROMETTE A DANIELE UN SUPER GIUBILEO: LA “LIBERAZIONE TOTALE” E NON SOLO DAI NEMICI MA SOPRATTUTTO DAL PECCATO.

E’ questo quello che Daniele voleva e si aspettava: “la liberazione dal peccato e non solo dai nemici”.

L’adempimento profetico del libro di Daniele è dunque: LA LIBERAZIONE ETERNA DAI NEMICI E DAL PECCATO. Questo è il breve viaggio nella Teologia dell’Antico Testamento, essendo il libro di Daniele un ponte fra l’Antico e il Nuovo Testamento, per poter capire bene questo ponte bisogna comprendere il libro alla luce di tutto l’Antico Testamento e delle profezie in esso riportate.

La prospettiva generale sulla storia redentiva consiste nel fatto che Daniele prende atto di tutto ciò che è stato annunciato nella storia di Israele, conferma la fedeltà del Signore verso il suo popolo e poi ha questa visione allargata che ingloba tutta la storia dell’umanità e la sua “conclusione finale” del libro è il “Regno Eterno” di Dio.

Daniele inoltre attraverso i suoi passi narrativi e profetici esprime il fatto che il passato è un “paradigma” per il presente e per il futuro. Infatti le sue profezie che esprimono il futuro sono un “paradigma” di quello che è già successo e cioè “andare in esilio a motivo della disubbidienza ed essere poi riscattati, liberati”, notiamo che sono tutti temi che si ripetono.

Le due promesse che riceve Daniele sono di tipo messianico (capitoli 9 e 7) il “Figlio dell’uomo viene e la fine dell’età presente”: a) La fine dei tempi (Daniele 7); b) Il Figlio dell’uomo viene e gli sarà dato un Regno Eterno (Daniele 9).

Quand’è la fine dei tempi? (Matteo 26:64 “Gesù gli disse: «Tu l’hai detto! Anzi io vi dico che in avvenire voi vedrete il Figlio dell’uomo sedere alla destra della Potenza, e venire sulle nuvole del cielo»”, qui il Signore stesso risponde “da ora in poi”; Daniele 7:14 “A lui fu dato dominio, gloria e regno, perché tutti i popoli, nazioni e lingue lo servissero; il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà mai distrutto”; Salmi 110:1 “ L’Eterno dice al mio Signore: «Siedi alla mia destra finché io faccia dei tuoi nemici lo sgabello dei tuoi piedi»”; il Signore cita insieme questi versetti biblici perché sono gli unici due versetti di tutto l’Antico Testamento dove Dio conferisce autorità e potere a qualcun altro).

La “fine dei tempi” è già venuta e già arrivata in armonia con la visione di Daniele, esattamente è avvenuta quando il Figlio dell’uomo va “verso Dio”, nella “presenza” di Dio e non verso di noi. Questo vuole essere un “incoraggiamento” per noi perché nel momento in cui il Figlio dell’uomo si presenta dinnanzi a Dio riceve: la “potenza”, “l’onore” e la “gloria”, questo momento rappresenta il “momento della fine”, degli “ultimi tempi”.

L’età presente è venuta ma deve durare ancora un po’ esattamente fino a quando il Signore Gesù non avrà sconfitto satana.

Luisa Lanzarotta | Notiziecristiane.com

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