Mario Barbato: Processo contro i testimoni di Geova: sarà un’occasione per dire la verità

Come ho scritto qualche mese fa, la Congregazione Fondamentalista dei Testimoni di Geova mi ha querelato per un articolo pubblicato su Fai Informazione nel 2022 (un articolo su quaranta) e in cui era riportata una frase che loro hanno definito “diffamatoria”.

A gennaio 2024 mi è giunto un decreto di condanna penale da parte del Tribunale di Omissis. Naturalmente, come spetta a ogni cittadino, quello di difendersi dalle accuse che gli vengono rivolte, mi sono rivolto a un avvocato, appartenente al Foro di Omissis, che ha impugnato il decreto di condanna penale, presentando regolare opposizione dato che non ha ravvisato in quella frase nulla di diffamatorio, visto che era una frase ripresa da fonti autorevoli: studiosi di fenomeni religiosi, esperti di sette ed ex membri del movimento che hanno occupato anche ruoli di vertice e che hanno detto ciò che avevo affermato io nell’articolo. Quindi, sarebbero stati da denunciare tutti.

Ma non è questo mi interessa. Ma altro. Accolta l’opposizione al decreto di condanna penale, il Tribunale di Omissis ha optato per il “giudizio immediato” in regime monocratico. Ma anche in questo caso il mio avvocato si è opposto: VUOLE IL RITO ORDINARIO. Un processo con tutti i crismi di un processo che oltre a darmi maggiori garanzie di assoluzione, mi permette anche di potermi difendere personalmente. E poiché mi sono documentato bene sul movimento dei testimoni di Geova, ho abbastanza argomenti da demolire le accuse che mi sono state rivolte, oltre che dalla stessa dalla Congregazione dei Testimoni di Geova, anche da quattro Testimoni individuali.

Quello che tengo a ribadire è che questo processo per diffamazione che tra l’altro ha 6 anni di tempo prima che vada in prescrizione e di anni ne sono passati già 2, mi fornirà la possibilità di un bel discorsetto da tenere non solo davanti a un tribunale, ma anche davanti all’opinione pubblica, perché ho chiesto che il processo si tenga a porte aperte, con tanto di pubblico e di alcuni giornalisti che lavorano per importanti testate nazionali che potranno ascoltare le mie rivelazioni su un movimento che presenta parecchie zone ombre.

Non solo. Perché io dimostrerò al pubblico che la denuncia dei testimoni di Geova non è stata solo una denuncia, ma un  ATTACCO ALL’ARTICOLO 21 DELLA COSTITUZIONE che recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Un articolo che certi movimenti religiosi osservano solo quando fa comodo a loro.


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