Nelle scuole lombarde il gender sembra ormai un’allarmante prassi

“Continuano i nostri incontri al Tito Livio di Milano dove, insieme a delle super classi, parliamo di Discriminazioni e Diritti”. Un post che non lascia spazio ad interpretazioni, risalente al 21 gennaio scorso, dove però, come ormai spesso accade, nulla viene rilevato sui dettagli di un’iniziativa promossa dal Gruppo scuola Arcigay Milano.

Peraltro, il fatto che l’Arcigay in questione abbia una pagina dedicata unicamente ai progetti nelle scuole, è tutto dire! E, in effetti, scorrendo la pagina facebook del “Gruppo scuola”, scopriamo che l’evento di Arcigay al Tito Livio di Milano non è affatto un’esperienza isolata! Anzi, pare che con la ripresa delle lezioni in presenza, l’associazione LGBT si sia data incredibilmente da fare  all’interno delle scuole lombarde, fin dal mese di novembre.

Il primo post che fa riferimento ad un corso arcobaleno a scuola risale, infatti, al 19 novembre: “Questa settimana siamo finalmente tornati a scuola!!!  Ringraziamo ancora una volta l’istituto Puecher di Milano e l’istituto dell’acqua di Legnano per averci chiamato anche quest’anno!”, si legge.

Come si evince dal post, infatti, ma anche scorrendo il profilo stesso di Arcigay Milano, si nota che l’istituto Puecher di Milano e il liceo artistico Carlo dell’Acqua di Legnano sono due “clienti affezionati” dei corsi gender dell’Arcigay in questione. Inoltre, consultando il sito dell’Istituto Carlo dell’Acqua scopriamo che oggi, 27 gennaio, giorno in cui ricorre la “Giornata della Memoria” si terrà un “incontro omocausto” a cura proprio di Arcigay Milano.

Ma visionare i contenuti o anche solo un minimo accenno di programma è impossibile, perché se si prova a cliccare sull’evento si scopre che il permesso di visualizzare i contenuti è riservato al solo personale scolastico in possesso di Username e Password. Allora viene anche spontaneo chiedersi se le famiglie siano state debitamente informate prima della calendarizzazione di certi eventi o se la scuola – e soprattutto Arcigay – si intesti da sola il diritto di plasmare l’educazione dei ragazzi secondo un tratto ben preciso e ideologico.

Il velo di mistero che ricopre il contenuto di queste lezioni, inoltre, è palese: né dalla rete né dai profili facebook delle associazioni interessate è possibile capire in alcun modo di cosa si sia parlato o si parlerà nelle classi. Solo in merito al corso del 21 gennaio, al Tito Livio, da un commento di uno degli organizzatori apprendiamo che si è trattato di “un incontro durante l’autogestione per parlare di identità sessuale, bullismo omotransfobico”.

Un’ambiguità che non è roba da poco dato che parliamo di un indottrinamento a tappeto ben pianificato e destinato a proseguire. Al 3 dicembre scorso, infatti, risale un post che con entusiasmo recita “Con molta felicità ringraziamo le scuole di Legnano per averci regalato di nuovo l’emozione di poter parlare coə giovanə: una grande emozione che da tempo ci mancava. Un grande grazie – prosegue il post – anche a tuttə ə volontarə che hanno partecipato agli incontri e che hanno reso possibile la nostra ripresa agli incontri in presenza… e chissà cosa ci aspetta ancora!”

È sconcertare notare l’automatismo di certi “processi educativi” e l’assenza totale del riferimento al ruolo genitoriale che sembra essere totalmente sostituito da associazioni apertamente schierate. Da ciò consegue la sensazione agghiacciante di trovarsi di fronte ai rigurgiti del cosiddetto “stato etico”, che unico e solo si arroga il diritto di plasmare le menti dei propri cittadini in base al proprio modello etico, incontestabile e che arriva ad annullare ogni forma di pacifico dissenso o di semplice diversità di opinione.

https://www.provitaefamiglia.it/blog/nelle-scuole-lombarde-il-gender-sembra-ormai-unallarmante-prassi

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