Nostra Bandiera

La Parola ci narra della lotta che avviene tra Amalec e i figli d’Israele mentre…  erano ancora nel deserto.

“Allora venne Amalec per combattere contro Israele a Refidim. E Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci a combattere contro Amalec; domani io starò sulla vetta del colle con il bastone di Dio in mano». Giosuè fece come Mosè gli aveva detto e combatté contro Amalec; e Mosè, Aaronne e Cur salirono sulla vetta del colle. E quando Mosè teneva le mani alzate, Israele vinceva; e quando le abbassava, vinceva Amalec. Ma le mani di Mosè si facevano pesanti. Allora essi presero una pietra, gliela posero sotto ed egli si sedette; Aaronne e Cur gli tenevano le mani alzate, uno da una parte e l’altro dall’altra. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. E Giosuè sconfisse Amalec e la sua gente passandoli a fil di spada. Il SIGNORE disse a Mosè: «Scrivi questo fatto in un libro, perché se ne conservi il ricordo, e fa sapere a Giosuè che io cancellerò interamente sotto il cielo la memoria di Amalec». Allora Mosè costruì un altare che chiamò «il SIGNORE è la mia bandiera»; e disse: «Una mano s’è alzata contro il trono del SIGNORE, perciò il SIGNORE farà guerra ad Amalec di generazione in generazione».” Esodo 17:8-16

Aronne è il fratello di Mosè, colui che era stato sempre al suo fianco, era stato la sua “voce”.

Cur è il primogenito di Caleb, della tribù di Giuda.

Mosè è sulla vetta del colle, Aronne e Cur gli tengono in alto le braccia e questo permette a Giosuè di sconfiggere Amalec.

Su quel colle, Mosè costruisce un altare e lo chiama: “Il Signore è la mia bandiera”!
Jehovah-Nissì: Dio è la mia bandiera, il mio stendardo.

Il popolo d’Israele aveva riportato una vittoria sugli amalechiti, il loro territorio era stato conquistato, i nemici erano stati spodestati, e quel territorio, quel colle, diventa un luogo di trionfo.

Quell’altare rappresenta la vittoria conseguita, la conquista avvenuta, diventa uno stendardo (insegna-bandiera) per l’Eterno.

Esattamente come duemila anni fa su di un colle Cristo ha vinto per noi e quella croce oggi è segno di vittoria!

Dio desidera che nel luogo del tuo conflitto, tu riporti vittoria e vittoria per la Sua Gloria.

Davanti a quello che stai vivendo non vacillare, il Signore manderà delle persone a sorreggerti le braccia, di sosterranno e tu vincerai. Nel luogo della lotta pianterai una bandiera al tuo Dio. Un insegna: IL RE HA VINTO!Fratello, sorella, caro amico c’è la farai anche questa volta.

Mosè disse: “domani io starò sulla vetta del colle con il bastone di Dio in mano”.
Il bastone di Dio? Aveva forse Dio dato quel bastone a Mosè?

Quando Dio chiamo Mosè dal pruno ardente, Mosè rispose alla chiamata di Dio in questo modo: “Mosè rispose e disse: «Ma ecco, essi non mi crederanno e non ubbidiranno alla mia voce, perché diranno: “Il SIGNORE non ti è apparso”». 2 Il SIGNORE gli disse: «Che cos’è quello che hai in mano?» Egli rispose: «Un bastone».” Esodo 4:1-2

Il bastone era possesso di Mosè, era sua proprietà, era un qualcosa che lui utilizzava nel suo quotidiano. Quando Dio lo chiamò stava pascolando il gregge di suo suocero Ietro.
Ma quando incontrò Dio faccia a faccia, quel bastone non verrà più utilizzato per pasturare pecore, ma sarà utilizzato per pasturare uomini.
Esattamente come i Pietro e la sua ciurma non pescarono più pesci ma uomini.

Quel bastone diventa SIMBOLO di governo, di autorità che Dio aveva conferito, non al bastone ma a Mosè.

Il bastone non aveva nulla di magico, né di miracoloso, ma era un simbolo che da quel momento in poi Dio sarebbe stato con Mosè in ogni cosa che avrebbe fatto e dovunque sarebbe andato.

Mosè dice a Dio: “il popolo non mi crederà” … quel bastone avrebbe rappresentato la potenza di Dio. Avrebbe dimostrato la superiorità dell’iddio d’Israele su ogni falsa divinità.
Iniziò così Mosè il suo ministerio, il primo segno, il bastone che diventa serpente e mangia i serpenti degli indovini e degli incantatori.

– Percuoterà le acque del Nilo e diventeranno sangue
– Toccherà i fiumi e ne verranno fuori le rane
– Percuoterà la polvere e ne verranno fuori le zanzare
– Lo stenderà verso il cielo e ne scaturiranno tuoni, fuoco e grandine
– Lo stenderà sull’Egitto e arriverà un vento che porterà con sé cavallette
– Alzerà il bastone davanti al mar Rosso ed esso si dividerà davanti al popolo
– Colpirà la roccia di Oreb e ne scaturirà acqua

Dio mostrò la sua supremazia su ogni avversità, su ogni falso idolo, sul regno del faraone che teneva schiavo Israele.

Ed ora che si trova di fronte alla battaglia, dice: “domani io starò sulla vetta del colle con il bastone di Dio in mano”.

Era certo che la potenza di Dio lo avrebbe liberato ancora e gli avrebbe dato ancora vittoria sui nemici.

Oggi noi NON abbiamo bisogno di un bastone, non abbiamo bisogno di qualcosa che simboleggi potenza e governo.

Oggi il Vangelo è la POTENZA di Dio.
Paolo dirà: “Infatti non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede; del Giudeo prima e poi del Greco” Romani 1:16

Potenza = DUNAMIS; il termine significa: potere per fare miracoli, abbondanza
Sempre Paolo dirà: “la mia parola e la mia predicazione non consistettero in discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza” 1 Corinzi 2:4
“Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l’anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore.” Ebrei 4:12
La Parola di Dio è una spada affilata, uno strumento di guerra.

Il Vangelo è la buona notizia che viene proclamata:
– ci ha fatto conoscere Cristo e il Suo regno
– ci parla di un Dio che ci ama e che ha mandato Suo Figlio per cercarci e salvarci
– ci parla di Gesù che è con noi ogni giorno
– ci parla di Gesù che si è fatto uomo ed ha vissuto un tempo tra noi
– ci parla dello Spirito Santo e della Sua opera
– ci annuncia che c’è speranza di gloria per l’umanità che vive lontana da Dio
– ci annuncia che c’è vittoria nel nome di Cristo
– ci annuncia che ci saranno persecuzioni e dolori ma che in tutte queste cose noi siamo più che vincitori
– ci annuncia che Gesù ha dato dei ministeri alla Chiesa e lo Spirito Santo ha dato dei doni
– ci annuncia che in Cristo abbiamo guarigione, liberazione, redenzione e perdono dei peccati
– ci annuncia che il peccato e la morte non hanno più dominio sul credente
– ci annuncia che siamo figli di Dio e che un giorno saremo per sempre con Lui
– ci annuncia che nelle tentazioni Dio darà sempre una via d’uscita
– ci annuncia che il credente è sacerdote
– ci annuncia che il nostro nome è scritto nel libro della vita
– ci annuncia che il nostro Re ritornerà per prendere con sé la Sua Chiesa
– e molto altro ancora
Il Vangelo mostra la Sua superiorità sulle nostre circostanze.

La predicazione del Vangelo è accompagnata con segni, prodigi, miracoli e guarigioni
Durante la predicazione lo Spirito Santo convince di peccato, di giustizia e di giudizio

La predicazione del Vangelo porta vittoria e questa meravigliosa potenza è a tua disposizione ma nonostante ciò, probabilmente oggi hai bisogno di “Aronne” e “Cur” che ti sostengano le braccia e che ti diano una roccia sulla quale riposarti.
Persone che ti sappiano riportare a Cristo, affinché il “peso” che le tua gambe portano sia poggiato su quella roccia spirituale che è Cristo.

Nel Getsemani Gesù aveva bisogno di persone che lo sostenessero in preghiera, portò con sé i discepoli ma essi si addormentarono…
Che Dio susciti Intercessori che preghino e preghino per te. C’è bisogno di preghiera costante!

“Fortificate le mani infiacchite, rafforzate le ginocchia vacillanti!” Isaia 35:3
“Fratelli, pregate per noi.” 1Tessalonicesi 5:25

Sapete a cosa paragono oggi Aronne e Cur?
“… so infatti che ciò tornerà a mia salvezza, mediante le vostre suppliche e l’assistenza dello Spirito di Gesù Cristo” Filippesi 1:19

Il termine “Soteria” significa: salvezza, liberazione, sicurezza, salute. Io avrò tutto ciò attraverso:
– Le suppliche della chiesa
– L’assistenza dello Spirito Santo

Uscirai fuori da questa situazione vincitore, e come Mosè farai un altare di preghiera e ringraziamento a Dio dicendo: “Dio è la mia bandiera”.

Francesco Caldaralo | Notiziecristiane.com


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