Nuovo orrore in India: stuprata e uccisa una bambina di 4 anni

Dopo la violenza, sul corpo sono state inflitte oltre 50 coltellate. Membro della Pontificia accademia per la vita: “Crimine raccapricciante, segno del degrado della dignità umana. La vita è sacra”.
Mumbai (AsiaNews) – Un crimine “efferato e brutale” che “mostra la depravazione e la degrado della dignità della vita umana”. Il Cristiano Pascoal Carvalho, membro della Accademia per la vita, commenta così l’ennesimo caso di stupro e omicidio che sta scandalizzando l’India. La vittima è una bambina di quattro anni di Lucknow (Uttar Pradesh).

Scomparsa l’8 luglio scorso, la piccola è stata ritrovata senza vita, circondata da alcuni cani randagi. Come rivelato dall’autopsia, il corpo presentava oltre 50 coltellate e gravi ferite interne.

Proprio oggi il Paese aspettava il verdetto su uno dei sei violentatori dello stupro di gruppo di New Delhi, caso che ha dominato le pagine dei giornali nazionali ed è stato al centro di un acceso dibattito. In mattinata però la Corte ha deciso di rimandare la sentenza al prossimo 25 luglio. L’imputato era l’unico minorenne all’epoca del fatto (oggi ha 18 anni) e per questo rischia un massimo di tre anni di riformatorio.

“Queste bambine innocenti e vulnerabili – afferma il medico – sono tra coloro i quali hanno più bisogno della nostra protezione. La morte raccapricciante di questa bambina, un essere umano prezioso fatto a immagine e somiglianza di Dio, è il segno del degrado della dignità e della santità di ogni vita umana”.

Stupri su bambine molto piccole non sono casi isolati. “In genere – spiega – la polizia è riluttante a registrare le denunce. Gli agenti vengono da quella stessa società patriarcale che ha incoraggiato una cultura dello stupro, e cambiare il modo con cui affrontano i crimini contro le donne sarà difficile come è difficile cambiare la percezione sociale [di questi crimini]”.

Per questo “è urgente non solo condannare la violenza di genere, ma comprenderne le cause. La nostra mentalità patriarcale è diventata insidiosa per la nostra società. Viviamo in un contesto che non considera le donne al pari degli uomini e che continua ad assegnare ruoli precisi. Il ciclo della dominazione inizia ben prima della nascita: i feticidi e gli infanticidi femminili sono un malessere ormai noto della nostra società”.

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