Obama discute, ma il clima peggiora!

Barack_Obama_on_phone_with_Benjamin_Netanyahu_2009-06-08“I cambiamenti climatici sono pericolosi come il terrorismo”, sembra abbia dichiarato il presidente Usa Obama durante il summit sul “climate change” che si chiude il 29 prossimo a Roma, in ambito della conferenza sui cambiamenti climatici con gli sherpa di Cina, Russia ed Europa ed in attesa del vertice di Parigi a verifica degli obiettivi di Kyoto; i paesi membri si dicono sicuri che qualcosa stavolta accadrà, anche perché a quanto pare il Vescovo argentino Bergoglio si accinge ad emanare un’enciclica papale sull’ambiente su cui Greenpeace ripone grande fiducia sì da essere sicura che tale documento farà cambiare passo al dibattito sul clima e sugli obiettivi di Kyoto fissati per il 2030. Benché le nazioni più industrializzate tentano, da anni, di ridurre l’inquinamento globale, i vari convegni sul clima non hanno approdato a nulla di efficace perché il clima non può tornare indietro: la natura continua – e continuerà – a ribellarsi all’uomo, come ben si evince dagli ultimi avvenimenti del 2014 (alluvioni, frane, valanghe) e da quelli di questo primo scorcio di anno, ivi compresi gli eventi che da qualche giorno stanno interessando gli States: difatti, il bilancio delle catastrofiche inondazioni che hanno colpito il Texas e Oklahoma si appesantisce col passare delle ore, visto che entrambe queste località devono far fronte ad una situazione senza precedenti a causa di precipitazioni torrenziali e nubifragi che hanno allagato campagne e grandi città. Il numero delle vittime accertate è salito a 16, ma sono ancora numerose le persone che risultano disperse nella zona, mentre i danni e i disagi creati da queste alluvioni-lampo sono enormi, considerato che la quantità di pioggia caduta dal cielo ha trasformato le strade in fiumi, allagando case e generando blackout diffusi che hanno lasciato al buio buona parte del Texas.

A tutto ciò si aggiungono decine di tornado devastanti che in una sola giornata han fatto 15 vittime,  tant’è cheuno di essi, abbattutosi al confine tra Texas e Messico, ha distrutto molti edifici e fatto volare le auto fin sopra le case per le raffiche di vento fino a 300 km orari. Ma il maltempo si sta abbattendo persino in Russia, dove violente grandinate con chicchi grossi e diversi tornado han gettato nello sgomento la popolazione, mentre Serbia e Turchia sono anch’esse flagellate dal maltempo: la dimensione della grandine (3-4 cm) caduta ad Ankara ha sfondato i vetri delle auto e imbiancato le strade della capitale Ankara. Come si deduce, vale ben poco che Obama e company continuano a tenere convegni sul clima mentre ogni giorno le calamità non risparmiano la terra, a conferma che quanto prèdetto in Luca 21:25 (fragore del mare e dei flutti) e in Apocalisse 16:31 (e cadde dal cielo una grandine grossa del peso di un talento…) non sono avvenimenti da “spiritualizzare” ma da applicare alla lettera. Chi ha orecchi, intenda. Salvatore Di Fede

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