Nabeel Masih, un cristiano pakistano ventenne ingiustamente condannato nel 2018, è stato rilasciato su cauzione all’inizio di questo mese. Arrestato nel settembre 2016 con l’accusa di blasfemia, ha passato più di 4 anni in prigione. Il rilascio è stato un vero sollievo per lui e per i suoi cari.
Il sistema giudiziario pakistano ha riconosciuto che non c’era alcuna prova per condannare questo giovane cristiano. L’avvocato di Nabeel, Naseeb Anjum, ha dimostrato davanti alla Corte di Lahore (Pakistan Orientale) che non c’erano prove contro di lui.
Nel settembre del 2016, Nabeel Masih è stato accusato di blasfemia per aver, secondo l’accusa, “messo un like” e “condiviso” un post su Facebook, col quale avrebbe “diffamato e mancato di rispetto” alla Kaaba della Mecca (edificio sacro per l’islam).
Nabeel Masih aveva 16 anni all’epoca. I suoi avvocati hanno cercato di evitare la sua incarcerazione sostenendo che era minorenne e che non era mai stato condannato in precedenza, ma il loro tentativo non ha avuto successo. Il tribunale ha anche respinto la sua richiesta di rilascio su cauzione del 7 febbraio 2017 e, nel 2018, il giovane è stato condannato a 10 anni di prigione.
Nabeel Masih è diventato così il più giovane condannato per la legge sulla blasfemia del Pakistan. Questa legge è usata frequentemente per intimidire le minoranze religiose e regolare conti personali con vicini cristiani.
Il giovane rimarrà libero su cauzione fino a quando le pratiche per scagionarlo completamente dall’accusa di blasfemia non saranno concluse. L’assenza di prove indica che il ragazzo non avrebbe mai dovuto essere condannato. Il suo avvocato ha detto che cercherà di completare rapidamente le pratiche necessarie: “Continuerò questa battaglia legale per la sua assoluzione“, ha detto.
Ora possiamo gioire della liberazione di Nabeel Masih, anche se questo giovane cristiano ha passato in carcere alcuni dei migliori anni della sua vita. La sua storia ci ricorda come non ci sia libertà per i cristiani in Pakistan.
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