Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), scrive una lettera all’Alto commissario pakistano in India. La strage contro i cristiani di Peshawar è “una tragedia terribile” dopo la quale “le promesse e le condanne non sono più sufficienti”.
Mumbai (AsiaNews) – Una condanna a un gesto “barbaro e disumano” e un appello “per chiedere protezione a tutte le minoranze e ai luoghi di culto del Pakistan”. È il senso della lettera inviata da Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), all’Alto commissario pakistano a New Delhi Salman Bashir, in merito all’attentato kamikaze di Peshawar contro la chiesa protestante di Tutti i Santi a Kohati Gate, nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa.
“Siamo sconvolti e addolorati – scrive il leader cristiano indiano – per la terribile tragedia di Peshawar, che ha ucciso quasi 100 persone e ferito oltre 130. Erano uomini, donne e bambini innocenti che uscivano dalla chiesa dopo il culto domenicale”.
È di grande consolazione, sottolinea, “sapere che i leader di tutte le religioni e denominazioni hanno condannato gli autori dell’attacco, e che il governo locale abbia deciso di rafforzare la sicurezza per le minoranze e le loro istituzioni. Tuttavia, le promesse e le condanne non sono sufficienti. Questi terroristi sembrano non credere in Dio, né nella giustizia, anche se continuano a dire che le loro azioni sono per compiacere Dio. Intanto, la comunità cristiana continua a fare da esca”.
“Lo storico edificio – prosegue il presidente del Gcic riferendosi alla chiesa colpita -, costruito nel 1883 prendendo spunto dalle moschee, è rivolto verso la Mecca e costituisce un edificio simbolo del tentativo di pace, armonia e convivenza pacifica fra la maggioranza musulmana e la minoranza cristiana. Se i criminali che l’hanno preso di mira avessero un minimo senso di decenza e umanità l’avrebbero preso a esempio”.
Da Asia news
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