Mentre arriva notizia della tragedia a Mottarone, dove una cabina della funivia che dal Lago Maggiore porta a ben duemila metri di altitudine è caduta da oltre 20 metri di altezza, causando 19 morti fra cui bambini, una ulteriore tragica notizia giunge dal Congo, dove il vulcano Nyiragongo (al confine con il Ruanda) è entrato in attività dopo quasi 19 anni di silenzio; l’ultima eruzione del 2002 distrusse oltre centomila case e provocò 250 morti. L’enorme colata lavica, frammista a forti scosse di terremoto, ha raggiunto alcune abitazioni di Goma invadendo edifici e infrastrutture e persino l’aeroporto internazionale della città.
Non ci sono vittime, secondo la stampa locale. Tuttavia, questa eruzione fa seguito a quella dello Stromboli dello scorso 19 maggio, con emissioni di lava che è scesa sino al mare, e a quella dell’Etna all’indomani della scomparsa del noto cantautore siciliano Franco Battiato, tanto che per i tecnici dell’INGV di Catania questa ripresa eruttiva del vulcano sarebbe stato il “saluto” del vulcano alla star catanese.
Ma dall’inizio dell’anno si son verificati altre eruzioni, quali quella del 20 marzo 2021 in Islanda, dove l’apparato vulcanico del Krysuvik, che si trova nella penisola di Reykjanes a circa 40 chilometri da Reykjavik, è entrato in attività dopo la prima scossa di terremoto di 5,7 cui han fatto seguito oltre 50mila scosse sismiche di varia intensità, e quella di aprile scorso che ha visto tornare in attività anche il vulcano Piton de la Fournaise, situato sull’isola di La Réunion (400 km dal Madagascar): sembra sia sta la più imponente eruzione dell’anno.
L’Osservatorio Vulcanologico che lo monitora costantemente ha registrato anche in questo caso attività sismica e attività effusiva, segno che i movimenti tellurici son strettamente connessi con il magma che giace sotto la crosta terrestre. Sempre ad aprile, esattamente nel giorno undici, una nuova grande eruzione si è verificata ai Caraibi, dove il vulcano Soufriere St. Vincent ha emesso fontane di lava e di anidride solforosa che hanno raggiunto il Sud America e l’Africa occidentale: le colonne di fumo si sono alzate sino a 16 km di altezza, ricoprendo di cenere le cittadine di St. Vincent e Grenadine.
Se a tutto questo aggiungiamo la lunga attività eruttiva dell’Etna, con oltre una decina di parossismi durante i mesi di marzo e aprile, troviamo riscontro che tutti questi fenomeni si sono concentrati insolitamente nello stesso periodo, pur se distanti l’uno dall’altro, senza dimenticare che siamo in presenza ancora di pandemia cui si aggiunge da una settimana il conflitto (non cessato del tutto) in Israele. Ma cinque risvegli vulcanici in questi primi mesi del 2021 sono una cosa naturale? E’ tutto casuale?
La parola di Dio dice che “dal cielo cadde zolfo e fuoco su Sodoma e Gomorra” (Genesi 19:24), mentre nel Salmo 104:32 leggiamo che “Egli guarda la terra ed essa trema; egli tocca i monti ed essi fumano”. Zolfo e fuoco sono i componenti fondamentali del magma, oltre all’anidride e all’ossigeno, e i vulcani, quando entrano in attività, sembra veramente che “fumano”! Lascio al lettore ogni considerazione, tenendo presente delle parole di Pietro che parla del giorno di Dio rivolto al futuro, laddove l’apostolo annunzia che “i cieli infuocati si dissolveranno e gli elementi infiammati si scioglieranno” (2^ Pietro 3:11-12).
Salvatore Di Fede.
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