Parroco VS Ministro nero…

Una frase ‘shock’ su Facebook,  rilasciata da un prete della chiesa cattolica ha innescato in poco tempo il batti e ribatti  ai danni della ministra nera. – E’ polemica in Sardegna dopo le frasi pubblicate su Facebook dal parroco di Lotzorai, in Ogliastra, sul ministro dell’Integrazione, Cecile Kyenge. ”C’era proprio bisogno di un ministro di colore? Con tutto il rispetto per la signora”, ha scritto don Alessandro Loi, 65 anni, che poi precisa: ”Non sono razzista, ma mischiare le razze e’ pericoloso”.Una frase che ha scatenato polemiche e dure reazioni, non solo sul web. Oggi e’ intervenuto il parlamentare sardo di Sel, Michele Piras, che nel condannare le frasi del sacerdote, ha commentato: ”Differentemente dalle dichiarazioni di don Loi noi, che pure non abbiamo votato la fiducia al Governo Letta, siamo felici della nomina di Cecile Kyenge a Ministro per l’integrazione, perche’ finalmente anche il nostro Paese compie un passo verso la multiculturalita’ e il riconoscimento dei diritti dei migranti.

Dispiace davvero – prosegue l’esponente di Sel – leggere tanto odio nelle parole di un uomo di Chiesa e ci chiediamo cosa ne pensa  il suo vescovo e papa Francesco di una tale stridente contraddizione con il messaggio evangelico”.

Intanto il parroco di Lotzorai, paesino di duemila anime sulla costa ogliastrina, intervistato dall’emittente sarda Videolina oggi ha precisato di ”aver detto cio’ che molti pensano. Non sono razzista e non ho nulla in contrario, ma ritengo la scelta inopportuna”.

 Mentre, dall’altra parte, il Ministro Kyenge Kashetu risponde a chi la critica dicendo:  «Io non sono di colore, io sono nera. E lo ribadisco con fierezza». Il ministro Cecile Kyenge Kashetu l’ha già detto, nel suo primo intervento pubblico, nel momento in cui Enrico Letta ha presentato la squadra di governo; così da far cadere stampa e tv nello scivolone collettivo che ha riportato indietro di una decina d’anni il lessico giornalistico alla pessima espressione “di colore”.

La svista fraseologica è proseguita anche per il giuramento e nei giorni successivi, e il neoministro all’integrazione ha così tolto dall’imbarazzo i giornalisti, e risparmiato loro inutili circonlocuzioni. «Sono italo-congolese: appartengo a due culture, a due Paesi -ha spiegato – che sono dentro di me: non potrei essere né interamente italiana, né interamente congolese: ho una doppia identita». E, anche in rispetto di chi abitail nostro paese, «è giusto usare le parole giuste».

Nuova «voce dei senza voce», come si è voluta definire, Cecile Kyenge, è intervenuta sugli attacchi di questi giorni alla sua persona (come la scritta razzista sul muro di un liceo padovano):  «L’Italia non e’ un paese razzista, ha una tradizione di accoglienza e di ospitalita». Ma bisogna «valorizzare questa tradizione. Si parla di razzismo – ha sottolinea – perché c’è molta non conoscenza dell’altro, bisogna abbattere i muri o aumentano le differenze. L’immigrazione è una ricchezza».

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