La polizia ha sgombrato con la forza almeno tre raduni in diverse parti della capitale. Sequestrate Bibbie, libri religiosi e altro materiale di culto. Secondo gli agenti, i fedeli “non sono i benvenuti” nel Paese.
Pechino (AsiaNews) – La polizia di Pechino ha interrotto con la forza almeno tre funzioni protestanti celebrate nei giorni scorsi in case private, accusando i cristiani presenti di “essersi riuniti in maniera illegale”. Gli agenti, descritti da alcuni presenti come “violenti e blasfemi”, hanno sequestrato inoltre materiale religioso, Bibbie e libri degli inni alle comunità colpite. Secondo la polizia “non c’erano i requisiti di sicurezza per permettere a quelle persone di stare insieme in luoghi chiusi”.
Alcuni cristiani hanno confermato i raid a ChinaAid, gruppo che monitora la situazione della libertà religiosa in Cina. La mattina di domenica 24 novembre, circa 20 agenti della stazione di polizia di Gaoliying hanno interrotto la funzione celebrata dai fedeli della “Chiesa del raccolto”, una congregazione protestante di Pechino. I funzionari hanno fermato il sermone pronunciato dal pastore, sgombrato i presenti e perquisito le stanze in cerca di “oggetti religiosi”.
Uno dei presenti, He, racconta: “Appena sono arrivati hanno rimosso computer, proiettori e altri oggetti nella stanza. Il loro capo di ha detto che ‘non siamo i benvenuti’ e ha preso tutti i nostri libri, comprese le Bibbie e i libri degli inni. Ora stiamo cercando di negoziare per riavere le nostre cose”. La signora Xi, anche lei presente al raid, descrive gli agenti come “violenti e blasfemi. Erano simili ai banditi, ci hanno persino strappato di mano i telefoni cellulari con cui stavamo riprendendo la scena”.
Secondo le fonti di ChinaAid, casi simili si sono verificati anche in altre parti della capitale. Inoltre, la libreria Chenguang – che vende letteratura religiosa ed è da tempo nel mirino delle autorità – ha subito una nuova serie di perquisizioni da parte di diversi funzionari governativi.
Il governo consente la pratica religiosa solo ai cristiani protestanti iscritti al Movimento delle tre autonomie, la Chiesa “ufficiale” voluta da Mao Zedong nei primi anni del suo governo. In Cina sono consentiti infatti solo i gruppi religiosi registrati. Ma vi sono più cristiani protestanti non ufficiali (circa 80 milioni) che membri del Movimento delle tre autonomie (circa 20 milioni). Per timore che la situazione sfugga di mano al Partito, da quasi cinque anni è in atto una campagna per eliminare le comunità sotterranee o farle confluire nelle comunità ufficiali.
Fonte: http://www.asianews.it/
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