Il cardinale australiano George Pell si è visto revocare la libertà su cauzione dopo essere stato riconosciuto colpevole di abusi sessuali su due minorenni. Il 77enne sarà detenuto in un centro di custodia cautelare fino alla sua condanna, quando sarà trasferito in una prigione. La sentenza verrà emessa il 13 marzo: l’alto prelato rischia fino a 50 anni di carcere per i 5 reati nei confronti delle due vittime di 12 e 13 anni, abusate negli anni ’90 nella sagrestia della chiesa St Patrick a Melbourne. Pell ha presentato appello contro il verdetto di colpevolezza.
Dettagli choc sono emersi nell’udienza che ha condotto in carcere Pell, per bocca del suo stesso avvocato. Il principe del Foro australiano Robert Richter ha affermato che uno dei reati “non era più di un semplice episodio di penetrazione sessuale (plain vanilla sex, l’espressione usata, ndr) in cui il bambino non partecipava attivamente”. L’avvocato ha fatto questa affermazione-boomerang allo scopo di chiedere una condanna meno grave sostenendo che il cardinale non doveva rispondere di “circostanze aggravanti” ed era stato probabilmente “preso da un impulso irresistibile”, secondo quanto ha scritto The Guardian. Richter ha ulteriormente minimizzato – suggerendo ancora che un assalto era solo “fugace” e sostenendo che le vittime avrebbero mostrato segni a casa se fossero stati “veramente angosciati” – il Chief Justice Peter Ridd ha ribattuto definendo “insensibile, sfacciato e offensivo” e “scioccante” il comportamento di Pell.
Pedofilia: Gisotti, Pell non ha più incarico Vaticano
Il cardinale George Pell non è più prefetto della Segreteria vaticana per l’Economia. A confermarlo, nella tarda serata di ieri, è stato con un tweet Alessandro Gisotti, direttore ad interim della sala stampa della Santa Sede. “Posso confermare che George Pell non è più il prefetto della Segreteria per l’Economia”, ha scritto Gisotti.
Alex Russo | Notiziecristiane.com
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