Portatemi da Don Mazzi, il prete che difende i criminali, per stare con mio figlio

1084990-mazziQuesta è la volontà della donna che ha sfregiato con l’acido Pietro Barbini e che strumentalizza suo figlio.

Il bambino, nato da pochi giorni, può dare il via alla scarcerazione e andare a vivere nella dimora dei delinquenti che Don Mazzi amorevolmente accoglie per amore nella fede del Dio denaro, circostanze per la quale dovrebbero essere scomunicato e espulso non solo dalla chiesa ma anche dalla nazione. E non si dica che lui applica alla lettera la parabola del figliol prodigo visto che da parte della donna non c’è stato ad oggi nessun pentimento per il folle gesto.

In quale stato di diritto permettiamo alle donne in carcere di vivere con i propri figli? In quale diritto all’infanzia serena e al pieno sviluppo del minore sta scritto che un bambino debba vivere con una madre che va in giro con l’acido a sfregiare l’ex compagno di liceo. Solo Don Mazzi, il prete che aiuta delinquenti e assassini, può andare in Tv per convincerci che Martina e Achille devono vivere nella sua comunità. Perché è dannatamente interessato al business che sta creando dietro la sua difesa dei diritti di una squilibrata?

Don Mazzi, per la cronaca, non è la prima volta che accoglie assassini, vi ricordate di Erika che uccise brutalmente la madre e il fratello, egli l’accolse nella sua comunità, come se avesse rubato un motorino o le mele dal supermercato, favorendo la sua riabilitazione nella società, circostanze per le quale è risuscito a creare un precedente, come se una assassina che uccide la madre e il fratello con ferocia inaudita, possa essere reinserita nella società senza prima aver scontato la sua pena. Il recidivo Don Mazzi difende tutti i delinquenti, ma non si cura della vittima di questa atroce azione, ovvero Pietro Barbini, sfigurato dall’acido, che ha perso l’udito, la vista ed ha un polmone bruciato per aver inalato vapori acidi.

Certamente con la difesa di Pietro non troverebbe quella visibilità che come lui stesso asserì nella difesa estrema per Erika: “nessuno è santo per decreto divino”. In effetti ha ragione e ne lo sta dimostrando in pieno che anche lui, il sacerdote di “domenica In” non è affatto un uomo di misericordia, altrimenti andrebbe da l’uomo sfigurato dalla donna che egli difende strenuamente, quasi con accanimento terapeutico e lenire il dolore di Pietro attraverso il verbo di Dio. Meditiamo noi che viviamo fuori dai riflettori cosa significa veramente la parola Misericordia!

Francesca Briganti

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