Prostarsi dinanzi al Gesù della grotta o prostarsi dinanzi a un cadavere?

pap-francescoA che vale l’altisonante messaggio del papa argentino durante la festività dell’Epifania, in San Pietro, rivolto ai fedeli affinchè – come i Magi – ”vengano accolti nella casa di Dio e si pongano in adorazione del Gesù di Betlemme” se poi, dal 3 febbraio prossimo, gli stessi fedeli si recheranno a Roma per adorare il cadavere di padre Pio da Pietralcina che verrà esposto, dall’8 al 14 febbraio 2016, nella Basilica di Roma? Non è possibile esortare la folla di pellegrini a volgere lo sguardo verso l’Iddio fattosi uomo e risorto dai morti, e dopo consentire che la medesima folla si stringa attorno ad una salma senza vita e, magari, invochi lo spirito del defunto frate foggiano rasentando quello spiritismo condannato da Dio sin dall’Antico Testamento (Deuteronomio 18:10): insomma, il Vescovo di Roma deve decidersi se osservare totalmente la dottrina di Cristo o ubbidire agli uomini per seguire la tradizione (Atti 5:29)! Mi spiace essere schietto e, magari, deludere chi – nel mondo evangelico riformato – va oggi stringendo accordi col Cattolicesimo per prurito ecumenico, ma reputo contraddittorio questo parlare di Jorge Bergoglio che, da un lato, esalta la figura di Cristo e dall’altro tace o fa lo gnorri sul culto ai santificati morti e sepolti e, ancorpiù, riesumati; oltretutto, il corpo di Padre Pio è stato sottoposto a lifting nelle parti decomposte dopo l’esumazione (volto, mani), il che rende macabro il culto stesso.

Se poi valutiamo che quest’uomo veniva adorato quand’era in vita e oggi viene adorato benché morto, allora ci rendiamo conto che l’agire del Vaticano distorce i vangeli e svia la gente, facendo incorrendo nell’ira divina coloro che “insegnano cose che non si devono insegnare” (Lettera a Tito 1:10). Tuttavia, tenuto conto che proprio nella liturgia domenicale dell’Epifania è stato commentato il Salmo 71 il quale recita, al versetto 11, che “tutti i re gli rendano omaggio, gli siano sottomesse tutte le nazioni”, evidentemente inteso al Messìa, come può lo stesso prelato argentino incitare di seguire la “Stella di Betlemme” e poi stare zitto sull’esposizione di un cadavere che, in pratica, non sarà altro che un culto spiritistico rivolto ai dèmoni (1^ Corinzi 10:20)? Perché ogni invocazione diretta agli spiriti dei defunti, siano essi beatificati e santificati o familiari deceduti, non sale al cospetto di Dio ma bensì vien raccolta da colui che – al momento – è il “principe della potestà dell’aria (Efesini 2:2) che inganna i cuori semplici nonchè quanti sono a digiuno di vangelo.

Pertanto auspico il lettore non si lasci ammaliare dall’alone di misticismo che ruota attorno alla figura di papa Francesco, invero adorato come un dio terreno (Romani 1:23), né si lasci trascinare da quell’esaltazione verso l’uomo che, ahimè, in questi ultimi tempi, si sta facendo strada anche nel contesto evangelico con la scusa della rigida “sottomissione” alle autorità costituite: la prima obbedienza va resa a Dio prima ancora che a quanti guidano una comunità. Fermo restando che un servitore di Dio deve riflettere i caratteri di Cristo riguardo l’insegnamento, la condotta e l’amore, ricordo al lettore che il futuro anticristo userà parole suadenti e, probabilmente, molto più eclatanti e accattivanti dell’attuale pontefice romano al punto da sedurre non un piccola assemblea di credenti ma intere nazioni.

Salvatore Di Fede | notiziecristiane.com

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