Jorge Bergoglio continua a stupire. Dopo l’incontro con una delegazione dell’Alleanza Evangelica Mondiale del 6 scorso, il pontefice argentino, in vista del suo viaggio pontificale in Turchia a breve, ha dichiarato di non escludere la possibilità di dialogo con gli estremisti islamici dell’Isis perché – a suo dire – “con i terroristi cadono molti innocenti”. La questione delle minacce alla pace e del terrorismo religioso da parte del nuovo Califfato dello Stato Islamico ha spinto il vescovo di Roma ad agire nel cuore della vicenda, senza escludere la possibilità di un dialogo con gli estremisti dell’Isis: “Io non do mai per perso nulla. Forse non si può avere un dialogo, ma non chiudo mai una porta”, ha commentato il papa romano di ritorno dal viaggio a Strasburgo dove si è recato per parlare all’Europarlamento, convinto che un’Europa che sia in grado di fare tesoro delle proprie radici religiose possa cogliere la ricchezza e la potenzialità e possa essere anche più facilmente immune dai tanti estremismi che dilagano nel mondo odierno. Anche per il grande vuoto ideale a cui assistiamo nel cosiddetto Occidente. Costui ha ricordato le numerose ingiustizie e persecuzioni che colpiscono quotidianamente le minoranze religiose in diverse parti del mondo, particolarmente quelle cristiane, incontrando per un breve momento riservato i vertici dell’Unione europea: il presidente Martin Schulz, quello uscente Herman Van Rompuy, il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Junker e Matteo Renzi in qualità di presidente di turno del Consiglio Ue.
Le parole pronunciate dal Pontefice all’assemblea di Strasburgo sono state di “grande spessore”, titola la stampa pressochè unanime, e il suo discorso è stato “un incoraggiamento di altissimo livello per tutti i cittadini che desiderano una Europa delle persone e dei popoli e non dei tecnicismi”. Ciò che mi colpisce di questa alacrità papale è lo sforzo ecumenico di Bergoglio che vuole trovare la soluzione ai mali del mondo sulla base di interessi comuni, ma tenendo estraneo Dio: può, un servitore del Signore, fare compromessi politici e astenersi dall’esortare il suo prossimo al ravvedimento per giungere all’unica fede in Cristo? Oh, Jorge non è ingenuo ed egli si guarda bene dal proclamare che la salvezza è solo nel Nome di Gesù (Giovanni 3:16). Pietro apostolo, se non erro, nel giorno di Pentecoste non ebbe timore riverenziale nell’annunciare il vangelo (Atti 2:22), sì da compungere ben tremila peccatori (v.41): dov’è il medesimo annunzio da parte di papa Francesco quando dialoga con gli islamici? Forse in Turchia egli proporrà al patriarca musulmano di convertirsi nell’Unico Signore e Dio? Questo “volemose bene…” mi puzza di bruciato, perché è strano come Bergoglio – il quale conosce bene la realtà evangelica sudamericana – tace quando c’è da difendere il vangelo e/o prendere una chiara posizione teologica, preferendo essere soft e diplomatico con tutti.
Ma la tattica del futuro anticristo sarà diversa da queste strategie vaticane? La Bestia di Apocalisse 13 verrà fuori in veste di “benefattore dell’Umanità” e come “uomo di pace” che dispensa giustizia e carità, per poi voltare le spalle a Dio e innalzarsi contro l’Eterno” (Daniele 11:36)! Con ciò non voglio dire che il papa sia figura dell’anticristo, ma voglio esortare il lettore affinché non si lasci abbindolare – come i fratelli dell’Alleanza Evangelica Mondiale – e presti il fianco a questo Ecumene anti-scritturale che, tuttavia, avrà breve durata: difatti, Yavhè non permise che il suo popolo Israele rimanesse in Egitto ma volle che “uscisse” completamente fuori da quel territorio per servirLo in piena libertà. Il Vaticano è a Roma, Roma è la stessa capitale di quell’Impero Romano che dominava la terra e Gesù è stato crocifisso sotto il governo di Ponzio Pilato! E non è da Roma che sta partendo l’iniziativa di unire le religioni, grazie al papa argentino che è a capo della Chiesa più influente del mondo? “Uscite e separatevi da loro”, dice il Signore, perciò chi ha orecchi intenda..
Salvatore Di Fede – notiziecristiane.com
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