RIFORMA E ATTUALITÀ

Si è svolto domenica 18 giugno c.a, in occasione del cinquecentenario della Riforma protestante e in conclusione della “Mostra 500 della Riforma” che è stata ospitata dal 12 al 18 giugno dalla Biblioteca “Il Pertini” di Cinisello Balsamo (MI), l’intervento dal titolo “RIFORMA e ATTUALITÀ” del Prof. Pietro Bolognesi (pastore della Chiesa Evangelica di Padova, teologo, professore di teologia sistematica, fondatore e rettore della Ifed-istituto di formazione e documentazione evangelica). Hanno presieduto all’intervento la Dott.ssa Patrizia Bartolomeo (Assessore agli Affari generali, Servizi cimiteriali, Pari Opportunità, Politiche temporali, Politiche di integrazione, diritti di cittadinanza, Politiche giovanili e Cooperazione internazionale) e il Dott. Andrea Catania (Assessore alle Politiche culturali, Attività produttive, Lavoro e Commercio, Comunicazione e Innovazione). L’introduzione è stata tenuta dal pastore Francesco Stelluti che insieme ai membri della comunità della Chiesa Evangelica Riformata Battista (CERBI) di Cinisello Balsamo, #balsamoxlacitta’, hanno organizzato la mostra.

Vogliamo un attimino riflettere su cosa è stata veramente la Riforma? (tratto dalla rivista Studi di teologia N. 57, autore: Prof. Pietro Bolognesi). Il punto di partenza è individuare i fattori che contribuirono alla Riforma perché i motivi che determinano certi eventi sono sempre importanti e meritano grande attenzione in quanto essi si intrecciano spesso con questioni ancora più profonde che costituiscono le vere ragioni degli eventi. È anche necessario studiare gli aspetti teologici, sociali, culturali della Riforma e cercarne un eventuale nocciolo per esplorare il “cosa” ha causato la Riforma nel XVI secolo a prescindere dai numerosi e significativi fattori vogliamo individuare l’elemento di fondo e determinante:

LA RIFORMA FU VOLUTA DA DIO E NON DALL’UOMO PER RIPRENDERE POSSESSO DI ME, DI NOI E DEL SUO MONDO CHE GLI APPARTIENE IN PRIMIS.

Il termine “riforma” evoca l’idea di un movimento nella direzione desiderata, con esso si autorizza un cambiamento in positivo e con carattere naturale e lineare, naturale in quanto comporta una trasformazione permanente di tipo fisiologico e lineare perché incide negli equilibri esistenti senza modificarli troppo dunque un cambiamento non troppo radicale. Vuole, inoltre, essere un miglioramento che interviene in una prospettiva di continuo progresso senza stravolgere troppo gli schemi usati. Il termine “riforma” è anche usato in ambito religioso dove si distinguono tre tipi di Riforma: quella luterana, quella riformata e la riforma radicale.

Vediamo come il termine riforma è sempre più presente anche in ambito cattolico dove assume un senso di ambiguità, basta pensare all’affermazione fatta a Firenze il 10 novembre 2015 da papa Francesco che asseriva: “La riforma della Chiesa significa innestarsi e radicarsi in Cristo lasciandosi condurre dallo Spirito”, è un’affermazione innovativa ma dove vuole condurre? Mentre da un punto di vista storiografico, sempre in ambito cattolico, sia il termine riforma e sia il termine controriforma indicano un movimento motivato dalla continuità del rinnovamento e non da una ripresa strutturale come invece dovrebbe essere. Quest’ultimo aspetto ambiguo rischia di far perdere il senso stesso del concetto. La parola “riforma” diventa così più enigmatica, più universale ma anche più vaga da questo si capisce allora quanto sia strategico tentare di fare qualche passo per chiarire cosa si debba intendere per riforma. Il significato del termine Riforma nella sua più intima essenza è: “La scoperta della salvezza per le persone, dell’emancipazione dalla superstizione e dal potere papista, della libertà dallo Stato. È la valorizzazione della ragione e della razionalità, la luce dopo le tenebre e l’oscurantismo. È la scoperta del buon senso e il rigetto dei dogmi per aprire al libero esame e alla libertà di coscienza. È la demolizione dell’autorità religiosa che apre alla libertà e allo spezzettamento ecclesiale. È la demolizione dell’autorità politica che ha contribuito al radicamento della coscienza delle varie nazioni “.

LA VERA NATURA DELLA RIFORMA ricorre ai grandi Sola come elementi discriminanti: Sola Scriptura, Sola gratia, Solus Christus, Sola fide, Soli Deo Gloria. La Scrittura è l’autorità suprema che viene prima della chiesa, essa è sottoposta all’azione dello Spirito Santo che agisce nel singolo. La salvezza è solo per grazia. Si può essere salvati solo dal sacrificio espiatorio di Cristo. La giustificazione è per sola fede. L’evangelo non ammette alcun meticciato. La sovranità di Dio è totale e tutto deve rendergli gloria.

I cinque Sola sono chiari e radicali e obbligano a una presa di posizione senza sfumature in quanto si impongono per la loro limpidezza. Non si può fare confusione tra la Scrittura e la tradizione, la grazia e le opere, Cristo e i santi, Dio e l’uomo. Essi non ammettono equivoci, indifferenza, neutralità. Sono talmente netti da qualificare l’esistenza o no della chiesa.

I Sola se affrontati separatamente rischiano di contribuire a scindere la fede mentre insieme rimandano al cuore della fede e alla verità biblica. Quella verità capace di trasformare le persone grazie all’opera dello Spirito Santo.

La Riforma ebbe successo per la percezione di una distanza tra il disegno divino originario e il vissuto quotidiano e per la presa di coscienza che per riequilibrare l’evangelo e la storia era necessario l’intervento di Dio in quanto nessun uomo poteva risolvere la questione. Per riappropriarsene c’era bisogno di un fuoco, di una forza propulsiva di andare contro le immense resistenze esistenti.

LA RIFORMA FU DIO CHE RIPRESE POSSESSO DEL SUO MONDO.

Si può dunque parlare di una preziosa riappropriazione dell’identità e dell’autenticità cristiane grazie all’azione sovrana di Dio.

LA RIFORMA SI CARATTERIZZO’ DUNQUE PER QUESTO FONDAMENTALE RITORNO DI DIO.

Si tratto’ quindi di un fenomeno spirituale di inaudita profondità ed estensione che ebbe una tale forza di mandare in frantumi ogni tentativo umanistico. Da quel momento l’iniziativa venne sottratta alla chiesa per lasciarla solo nelle mani di Dio, ogni questione fu riesaminata per essere rifondata sull’unico fondamento di Cristo rivelato nella Parola di Dio.

Nel riprendere possesso del proprio mondo Dio riaffermava un monoteismo vero e rigoroso, un monoteismo trinitario distinto da ogni forma di soggettivismo, romanticismo e antropocentrismo. L’uomo è stato redento dal peccato per mezzo della sovrana grazia di Dio e sulla base del sacrificio di Gesù Cristo compiuto una volta per sempre. La Riforma non può dipendere che da Dio, solamente a Lui spetta il nome di “riformatore” in quanto non si tratta di correggere la vita ma bensì di ripensare il sistema che rende possibili certi errori.

La battaglia di Lutero fu una battaglia perché la fede in Dio riacquistasse il suo significato pregnante.

Luisa Lanzarotta | Notiziecristiane.com

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